“Il Teatro non è ancora arrivato, ha avuto un’urgenza”, dice una misteriosa voce tramite gli altoparlanti della sala d’attesa. La voce non dice che tipo d’urgenza. I personaggi teatrali, fantasmi di rappresentazioni interrotte, s’innervosiscono, si alzano in piedi, accennano un passo a destra e poi a sinistra, si fermano, si risiedono, guardano l’orologio sul muro, ma è fermo da mesi.
Sono le donne, personaggi dei nostri pezzi teatrali, che si sono date appuntamento per attendere tutte insieme il Teatro che tarda ad arrivare. Presto sarà l’8 marzo, il loro giorno, momento propizio per restare una accanto all’altra, per farsi coraggio e sopportare la tediosa attesa.
C’è il personaggio Levana, la mamma in un tempo di guerra, nel pezzo teatrale “Dall’altra parte”. L’accompagnano Lucia Ferrari, moglie e complice di un rapinatore, e Clementina Bilenchi, la scaltra donna delle pulizie della banca dello spettacolo “Teoria e pratica della rapina in banca”. Una dopo l’altra arrivano Groucha, l’altruista balia de “Il Cerchio di gesso” di Brecht; Lulù, la divertente clown di “Mini Circo Monumental”; Cesonia, moglie prigioniera della follia del dittatore dell’opera “Caligola”; l’allegra Colombina de “Il servitore di due padroni”; Claire Zachanassian, donna esuberante e vendicativa de “La visita della vecchia signora”; e ancora, tra tante e tante altre, Delia del Carril, Matilde Urrutia, Mercedes Nuñez, donne solidali e coraggiose del pezzo “ll Winnipeg”.
Attendono con ansia di materializzarsi nuovamente in uno spettacolo dal vivo.
A tutte loro regaleremo certamente un ramoscello di mimosa, ma forse sarebbe meglio una chiave che apra la porta da dove rientrerà il Teatro. Oppure il suono di un gong che avvisa gli spettatori che è ora di entrare in sala. Regaleremo una voce che dica: “5 minuti al chi è di scena”. Persino sentire l’annuncio “siete pregati di spegnere i vostri cellulari” può essere un regalo gradito. Piccoli momenti di una quotidianità teatrale, piccoli segnali di una grande magia che tarda… e tarda ad arrivare. Il nostro è un omaggio ai personaggi e alle attrici che li hanno interpretati. Un omaggio a tutte le attrici di tutti i Teatri, che spesso, oltre al lavoro sul palcoscenico, devono affrontare quello organizzativo, sostenute per fortuna da tante altre lavoratrici del settore teatrale, come costumiste, scenografe, musiciste, amministratrici, insomma quell’universo che sta dietro le quinte e che è, in definitiva, quello che permette di dire: “Aprite il sipario!”.
Cordiali saluti Teatro Paravento