Nel 2021 Agriviva, l’associazione che mette in contatto i giovani e le aziende agricole, festeggia il suo 75esimo anniversario. Un anno decisamente particolare con lo slogan: Agriviva – da 75 anni per i giovani e l’agricoltura!
Agriviva propone infatti, nei periodi di vacanza, esperienze lavorative che offrono molto di più di una semplice “paghetta”, dà ai giovani la possibilità di scoprire il mondo dell’agricoltura. Per molti di loro è la prima volta che si trovano a stretto contatto con gli animali e la natura. Con la pratica possono imparare quanto lavoro c’è dietro al morso di una mela oppure potranno mangiare a colazione lo yogurt che hanno fatto con le loro mani.
Scoprire da vicino cosa si cela dietro il prodotto
Al giorno d’oggi, un numero sempre più piccolo di contadini produce generi alimentari per un numero sempre più grande di persone, molte delle quali non hanno alcun legame diretto con l’agricoltura. Grazie ad Agriviva, i giovani possono avvicinarsi alla vita rurale e, nella veste di futuri consumatori e acquirenti, conoscere tutto quello che ruota attorno alla produzione alimentare.
Con il loro lavoro, i giovani aiutano e vivono con le famiglie contadine anche oltre l’orario di lavoro. Diventano parte integrante della famiglia, mangiano con loro e partecipano alla vita della fattoria in tutti i suoi aspetti.
Le sfide del cambiamento strutturale
Anche Agriviva vive in prima linea il cambiamento strutturale che si sta verificando in agricoltura. Oggi, in molti casi, nelle famiglie contadine uno o addirittura entrambi i coniugi sono costretti ad avere un impiego extra, al di fuori dell’azienda e, a causa della mancanza di tempo da dedicare ai giovani, decidono di rinunciare a ospitare dei ragazzi. Oltre a questo problema, Agriviva deve anche affrontare la generale diminuzione del numero di aziende agricole presenti sul territorio e la meccanizzazione sempre più presente in agricoltura.
Un impiego su misura
Prendersi cura dei bambini, lavorare con gli animali, raccogliere la frutta, lavorare sui pascoli alpini o nei boschi: i giovani possono scegliere l’azienda agricola più adatta a loro. Agriviva si rivolge ai ragazzi dai 14 ai 24 anni, anche se la maggior parte dei partecipanti ha un’età compresa tra i 14 e i 17 anni.
Storia, obiettivi e concetto
Il servizio agricolo, simile a quello che conosciamo oggi, esiste da circa 100 anni. Le sue origini risalgono agli anni ’20, quando prevaleva, soprattutto tra giovani e intellettuali, un’atmosfera ostile nei confronti delle tecnologie. La rapida industrializzazione e l’urbanizzazione alimentavano il desiderio di tornare alla natura e la gente cercava sempre più di trovare un equilibrio tra quest’ultima e l’attività intellettuale o il lavoro monotono nelle fabbriche. Fu così che studenti e apprendisti cominciarono a svolgere lavori manuali, diventando di fatto i veri precursori del servizio agricolo. In seguito, durante la crisi economica degli anni ’30, l’agricoltura permise a molti giovani disoccupati di trovare lavoro, tanto che nel 1933 venne fondata la “Centrale svizzera per l’opera volontaria del lavoro”, che acquisì la sua massima importanza durante la Seconda guerra mondiale, periodo in cui il servizio divenne obbligatorio: i giovani dovevano dare una mano ai contadini e aiutare soprattutto nei campi.
Il passaggio da “Servizio agricolo” ad “Agriviva”
Il 21 novembre del 1946, una volta terminata la Seconda guerra mondiale, il Parlamento federale a Berna istituì il servizio agricolo e, da allora, i suoi compiti vengono svolti su base volontaria.
“Ricordiamoci che, in anni recenti, il nostro Paese ha rischiato di essere travolto dalla fame e i giovani svizzeri sono stati in prima linea contribuendo, con il loro lavoro, a garantire la coltivazione delle colture per procurarsi il cibo necessario” fu l’appello al servizio agricolo volontario del 1947. 50 anni più tardi, nel 1998, si è puntato invece su un messaggio diverso con diversi slogan nelle diverse lingue nazionali “Power beim Bauer”, “Horizon Ferme” e “Energia in Fattoria”, che avevano l’obiettivo di far conoscere e ridare slancio al servizio agricolo in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.
Nel 2009, dato che in tedesco il termine “servizio” ha spesso connotazioni negative, l’associazione ha deciso di cambiare nome in “Agriviva”: un incontro tra due termini che riflettono lo spirito dell’associazione: agricoltura e vita. «Quando andavo al liceo, in estate, ho lavorato per Agriviva per diverse settimane e, anche se ormai è passato del tempo, me lo ricordo molto bene». Ha dichiarato la consigliera federale Eveline Widmer‐Schlumpf. «I giovani vengono a lavorare in campagna e così loro portano la città nelle fattorie – è un’esperienza da cui traggono beneficio entrambe le parti».
Un supporto reciproco
Nel corso degli anni, gli obiettivi di Agriviva sono un po’ cambiati, ma senza dubbio un paio di mani giovani e forti che aiutano, sono sempre ben accette in fattoria. Oggi, comunque, si tratta per lo più di far scoprire ai giovani il mondo dell’agricoltura, dando loro la possibilità di collaborare in modo attivo. Quello che si offre ai giovani è l’opportunità di svolgere un lavoro significativo durante le loro vacanze, per permettergli di capire che cosa significa avere delle responsabilità e dar loro modo di conoscere e capire stili di vita diversi dal loro, stringere nuove amicizie e acquisire competenze sociali importanti.
Dall’altro lato, Agriviva permette all’agricoltura di farsi conoscere e apprezzare dalle nuove generazioni, nelle sue specificità regionali, tramandate da generazioni. Inoltre rappresenta anche un punto di incontro tra le varie culture delle regioni linguistiche della Svizzera. Agriviva è diventata così sia un’opportunità per i giovani di farsi un’idea della realtà agricola, sia un’occasione per il settore di farsi conoscere da vicino dalle generazioni più giovani.
Un uso attento delle risorse
I giovani consumatori sperimentano sulla propria pelle quanto il lavoro di un’azienda agricola debba tener conto dei cicli naturali. Si rendono conto di quanto la natura, il tempo e gli animali svolgano un ruolo fondamentale in agricoltura. Gli agricoltori dipendono dai consumatori, ma è anche vero che i consumatori dipendono a loro volta dagli agricoltori se, anche in futuro, vorranno continuare a consumare prodotti regionali. Questo passaggio di conoscenze sulla produzione alimentare e sull’uso attento delle risorse naturali è uno degli obiettivi di Agriviva.
Strategia 2023: cogliere le opportunità
Agriviva guarda al futuro con ottimismo, perché crede fermamente che la crescente attenzione ai problemi ecologici e la tendenza a un ritorno alla natura influenzeranno positivamente molti altri giovani, che chiederanno all’associazione di poter svolgere un periodo di pratica. Agriviva è convinta che la fattoria sia un luogo di apprendimento ideale, offre attività di vario genere e soddisfa appieno i concetti e i valori educativi richiesti sia dai genitori che dalle scuole. Come scrive l’associazione nella sua strategia 2023, infatti: “l’agricoltura si basa su valori fondamentali come il lavoro, la passione, le tradizioni e l’autenticità”.
Compiti diversificati come l’agricoltura stessa
L’agricoltura svizzera, si sa, è diversificata e le famiglie contadine che collaborano con Agriviva rispecchiano questa caratteristica. Per svolgere un periodo di pratica con Agriviva, i giovani non hanno bisogno di avere già esperienza o determinate competenze: quello che conta davvero è l’interesse per l’agricoltura e la voglia di lavorare.
Sono quasi 800 le aziende agricole che collaborano con Agriviva. 500 di loro sono attive ogni anno, invece alcune ogni tanto preferiscono prendersi una pausa. Solo nel 2020, sono stati collocati 1’363 giovani in 382 aziende e ben il 63.6% di loro erano ragazze. In media, i giovani aiutanti rimangono a lavorare per una quindicina di giorni, ma sono possibili anche soggiorni più brevi o più lunghi, da una a otto settimane. In totale l’anno scorso i giovani di Agriviva hanno passato 20’570 giorni in fattoria.
Anche i ragazzi provenienti dall’estero possono svolgere un periodo di pratica con Agriviva: 1 partecipante su 8, infatti, proviene dagli Stati dell’UE o dell’EFTA (Islanda, Liechtenstein e Norvegia). «La maggior parte di loro proviene dall’Italia e scelgono, naturalmente, il Ticino. L’alto tasso di disoccupazione giovanile nel loro paese contribuisce senz’altro alla voglia di svolgere un periodo di pratica con Agriviva», afferma Ariana Lago, responsabile comunicazione Agriviva.
I giovani collaboratori arrivano tuttavia anche da Germania, Repubblica Ceca e da molto più lontano ancora. Sono molti anche gli svizzeri che vivono all’estero che tornano da noi per lavorare con Agriviva, soprattutto dagli Stati Uniti, Emirati Arabi Uniti e Australia.
Non è il classico lavoro estivo
Agriviva non è il classico lavoretto estivo e il guadagno non è di certo la cosa più importante. I giovani non devono avere determinate competenze, perché l’obiettivo di Agriviva, come detto, è proprio quello di fornire loro queste conoscenze e di offrire loro un’esperienza unica – anche di vita.
Agriviva però non è nemmeno una vacanza in fattoria: i giovani si integrano nella quotidianità della fattoria, aiutano la famiglia nel lavoro di tutti i giorni e, appunto lavorando, si fanno un’idea dei vari lavori che bisogna fare in un’azienda agricola. L’orario di lavoro settimanale va in media dalle 40 alle 48 ore e le domeniche, i giorni festivi e un giorno extra a settimana sono di solito liberi. Se però è necessario sbrigare un lavoro urgente, non ci si può certo tirare indietro, anche se naturalmente deve rimanere un’eccezione e non diventar la regola.
Agriviva ci tiene a precisare che i giovani non sostituiscono in alcun modo un lavoratore a tempo pieno ma che, al contrario, il lavoro da fare va plasmato in base alle esigenze e alle possibilità di ogni ragazzo o ragazza. Si sa che il lavoro in fattoria è allo stesso tempo faticoso e soddisfacente, ma non deve mai diventare opprimente o monotono.
Agriviva abbatte muri e costruisce ponti
Agriviva si considera una costruttrice di ponti, perché collega le città con la campagna, l’est e l’ovest con il sud della Svizzera e promuove lo scambio di idee tra generazioni, culture, tradizioni e mentalità diverse. Il concetto di Agriviva è quello di permettere ai giovani di incontrarsi tramite l’agricoltura e di dar loro la possibilità di contribuire in modo significativo alla coesione sociale.
Il motto è “scoprire – affrontare – vincere!”. I giovani imparano a conoscere un mondo tutto nuovo: quello della fattoria. Chi ha già compiuto i 16 anni e possiede buone conoscenze linguistiche può cercare impiego anche in una fattoria in una regione linguistica diversa dalla propria. Sono molti i giovani che scelgono questa opportunità per svolgere lo stage richiesto da alcune scuole. Agriviva collabora inoltre con 15 uffici di collocamento in tutta la Confederazione e offre possibilità di impiego nella Svizzera tedesca, in quella romanda e, naturalmente, anche in Ticino.
L’associazione può contare sul sostegno finanziario della Confederazione in base alla legge sulla promozione delle attività giovanili extrascolastiche (LPAG), dei Cantoni, dei privati e di alcune fondazioni ed è esente da imposte perché svolge attività di pubblica utilità.