Chi ha vissuto i processi di avvicinamento alle aggregazioni, si è sempre trovato di fronte a contrari per il semplice gusto di essere contrari. Ogni piccolo comune faceva il bello e il brutto con la cosa pubblica a favore a volte, di famigliari e parenti. Nessuno controllava perché alla fine erano tutti coinvolti in questa mancanza di regole e controllo. Chi era contro si è sempre rivelato non coerente e quando le autorità promettevano di mantenere tutti i posti di lavoro all’interno dell’organico, neppure questo andava bene. Non andava bene nulla, perché queste persone, chiuse mentalmente, volevano rimanere con le loro poltroncine e con i loro piccoli ingiustificati vantaggi. Poi le aggregazioni sono avvenute, a volte anche coatte, ma ci sono e i risultati sono da vedere ovunque. Nei grandi centri vi sono stati costi non indifferenti da sopportare, proprio perché gli altri in ottica aggregazione hanno pensato bene di non utilizzare i fondi in funzione grande comune. Li abbiamo visti in Valle di Blenio, a Faido, Lugano, e altrove dove le difficoltà create ad arte di alcuni personaggi hanno ritardato questi processi a discapito di tutta la popolazione. Ora a Bellinzona, ti pareva se non vi era il solito bastiancontrari che senza ragione e solo per il gusto di avere visibilità, per una propria forma di narcisismo fine a se stesso, inizia la sua battaglia contraria e ritarderà i processi, urgenti e necessari. Le aggregazioni risolvono molti problemi, rendono più efficace il lavoro dell’organico e porta ricchezza a tutti i comune dando una voce affidabile al governo centrale. Essere contro all’aggregazione, è un atto intellettuale sconveniente che lede gli interessi dell’intera comunità. Che gli oppositori espongano pure le loro teorie, che devono essere ascoltate per poi arrivare a concordare l’aggregazione migliore, ma nel minor tempo possibile. E chi invece è contrario e addirittura sbeggeffa i favorevoli, ricevendo anche un reddito dalla nuova comunità aggregata, che dimostri coerenza e lasci il paese aggregato per andare ai monti a continuare a vivere la propria vita senza alcuna apertura mentale. Chiudendosi in se stessi si fa del male ai propri concittadini e si dimostra come la maturazione politico-sociale sia ancora a divenire. Peccato !!! (ETC/rb)