Vincere 4 tappe al Tour, essere in testa prima delle montagne e incrementare il vantaggio sulle alpi e sui Pirenei è dimostrazione di maturazione sportiva e di forza allo stato puro. Noi, scrivere di ciclismo e di queste gesta, ci dà sempre un qualche fastidio. Scrivevamo delle gesta di Pantani, di Basso, di Amstrong, del nostro Zulle, di Contador e tanti altri per poi rimangiarci le parole perché risultati positivi al doping, anche se tutti negavano e negavano per poi essere messi con le spalle al muro da controlli incrociati. Che il ciclismo, e non solo questi livelli, non sia molto eticamente trasparente è un dato di fatto, ma osiamo sperare che il passato sia servito almeno a far prendere coscienza ai corridori che doparsi, oltre che essere disonesto per chi non pratica questa strategia (ve ne sono?) mette a repentaglio la propria vita. Tutto questo concetto andrebbe rivisto e bisognerebbe anche trovare la soluzione giusta per tutti e non a dipendenza del nome del corridore o dello sponsor. Ma evitando di pensare che potrebbe anche accadere, abbiamo visto qualche tappa e siamo rimasti meravigliati dalla potenza e estrema maturità di Nibali che ha sempre controllato tutti gli avversari in maniera straordinariamente corretta e pulita. Oggi nella cronometro di 50 km è giunto quarto a dimostrazione del suo stato di forma straordinario. Domani passerella e consacrazione dell’atleta come uno semplice e modesto che, sempre ammesso che…., fa onore allo sport in generale.
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