BOCEPHUS KING
Il cantautore canadese Bocephus King, che sarà uno degli ospiti del Premio Tenco 2015 sul prestigioso palco del Teatro Ariston di Sanremo (sabato 24 ottobre), farà tappa in provincia di Como per due appuntamenti straordinari.
Domenica 18 ottobre si esibirà con tutta la band nella “sua” Cantù presso il Teatro San Teodoro (via Corbetta 7 / inizio ore 17.30 / ingresso libero / aperitivo a buffet a seguire) e lunedì 19 ottobre incontrerà gli studenti del Liceo Volta di Como (Aula Benzi / inizio ore 14.15 / ingresso libero aperto a tutti)
Bocephus King è legato a Cantù e al territorio comasco dal 1999 quando venne in tour per la prima volta e la rivista specializzata Buscadero gli diede la copertina. Quella data segnò l’inizio di una grande amicizia col cantautore canturino Andrea Parodi di cui Bocephus King produsse due dischi in Canada e tante collaborazioni al di qua e al di là dell’oceano.
Negli anni sono state sempre di più le persone che lo hanno seguito e il cantautore ha creato intorno a sé un alone mitico; il traguardo del Premio Tenco Bocephus King vorrebbe condividerlo con tutti i suoi fan e amici, che lui ama chiamare “familia”.
Qualche anno fa il giornalista Alfredo del Curatolo scrisse di questo magico ponte tra Cantù e Vancouver chiamandolo…. CANTOUVER
Provate ad immaginare cosa possano avere in comune Vancouver e Fecchio. La prima è una grande città cosmopolita canadese, dove si respira l’America “buona”, quella del rock, dei cult movies, dell’impegno sociale ma anche dell’orgoglio contadino e della sacra voglia di divertirsi senza dover per forza rapire una scolaresca in gita o spargere sangue dappertutto. La seconda è un agglomerato di case alla periferia di Cantù. Agglomerato di Novecento, con le corti rurali poco distanti dai condomini di recente costruzione. Prati verdi a rischio siringhe e circoli da briscola, tranquillità e noia fuse assieme in una porzione di Brianza che non sempre ha voglia di gridare la propria appartenenza. Geograficamente si potrebbe tirare in ballo la vicinanza dei due luoghi al mare chiuso. I grandi laghi americani contro il Lario. Le cascate del Niagara e il Ponte del diavolo di Lezzeno, Point Roberts e Carate Urio. Politicamente si potrebbe parlare della vicinanza di Cantù alla Svizzera, che sta all’Italia come il Canada agli Usa. Ma più semplicemente Fecchio e Vancouver hanno in comune i sogni.
Ed è stata la musa della fantasia, dell’avventura, prima ancora di quella delle note, a mettere in contatto Bocephus King e Andrea Parodi. Il primo è Jamie Perry, un ragazzone canadese che si è scelto un nome altisonante e un cognome blues per ovviare a un’adolescenza fatta di troppi miti adorati ma mai adulati e di un carattere fin troppo estroso per il Paese degli orsi e dei rangers, il secondo è un giovane cantautore che avrebbe scommesso indifferentemente con Gesù Cristo, Celentano, John Lennon o Mogol che oggigiorno in Italia si può fare musica senza compromessi e senza essere costretti a trasferirsi a Milano, Roma o New York. Un Townes Van Zandt senza alcool, un Francesco De Gregori senza snobismi che avrebbe forse fatto la mezzala di punta in una squadra di calcio professionistica, se non avesse deciso di confinare gran parte della sua fantasia nelle grate di un pentagramma e la sua voglia di avventura nell’inchiostro di una penna. Jamie ascoltava i suoi coetanei lodare gli Ac/Dc ed emozionarsi agli inni country, scriveva ballate rock sognando di comporre musica come Morricone, Andrea perdeva scommesse e cercava la sua America negli sguardi e nelle parole dei folk-singer che venivano a suonare in zona, ma non si vergognava ad imparare a memoria “Non all’amore né al denaro né al cielo” di De Andrè. E’ stato l’amore del Destino per gli intrugli a sorpresa e le intese a prima vista che ha fatto incontrare i due musicisti. E’ successo quando uno dei due, King, ha iniziato ad ottenere un gratificante successo anche fuori dai confini nazionali e l’altro iniziava a fare ascoltare i propri brani in piazza anche a qualcuno che non avesse l’auto targata Como. Così è nata una collaborazione solida, una brothership musical-culturale che ha dato eguale peso al rock, al country e ai nostri cantautori storici, che ha portato un menestrello brianzolo un po’ intimista a consumare sushi a mezzanotte nelle mille luci dell’America del nord e un eclettico vagabondo a trovare sé stesso in un cascinale di Orsenigo. Così è nato “Le piscine di Fecchio”, l’album prodotto da King che ha il pregio di essere allo stesso tempo datato e futurista e proprio per questo si potrà ascoltare sempre con la stessa predisposizione, e così nascerà probabilmente “All the children believe in Heaven”, il prossimo lavoro discografico che Bocephus King vorrebbe registrare in Italia. Conoscere questi due musicisti, ascoltarli con la chitarra a tracolla è già come partire dalla periferia di Cantù alla volta del Canada, via Alabama. Se poi vogliamo proprio capire, facciamo un esperimento: ascoltiamo prima l’album di Parodi e poi “The blue sickness” di King. Chiudiamo gli occhi, colonna sonora “Nowhere at all” in italiano, o “Precious thing”, non fa differenza. Ecco, là in fondo: luci multicrome, un pub con birra scura e frittelle allo sciroppo di mele, sushi-bar e grosse jeep su strade più larghe che lunghe. Alla radio un brano di Lucinda Williams viene accolto con enfasi dal dee-jay. Ma certo, siamo a Fecchio! Invece guarda qua: un aiuola usata come campetto di calcio, il giornale stropicciato sul tavolo in fòrmica del bar tabacchi, una coppia di anziani che esce dalla parrocchia, rumori di motorini truccati e donne curve sulle buste della spesa, un capellone che intona “Calabrisella mia”. Non c’è dubbio, eccoci di nuovo a Vancouver. In concerto Andrea interpreta “Il killer dei Tennessee” come fosse stato lui, da bambino, a ruzzolare nei campi di grano del south-east. Provate a chiudere gli occhi, mentre canta. E pensate a dove siete. E’ un luogo magico, dove non esistono distanze e luoghi comuni, soltanto emozioni, amicizia e una strana, onirica e allo stesso tempo così realista (quasi neo-realista) concezione della vita. Questo luogo si chiama “Cantouver” e mi dicono che esiste davvero.
BOCEPHUS KING – BIOGRAFIA
Bocephus King, all’anagrafe James Perry, arriva da Vancouver e più precisamente da Tsawwassen, una piccola cittadina sull’Oceano Pacifico dal fiero nome indiano. Poco più a sud dello stesso promontorio si trova la cittadina di Point Roberts, contesa nel corso degli anni tra Stati Uniti e Canada, ora territorio americano anche se confinante per 3/4 con acque canadesi e per 1/4 con Tsawwassen. Ed è proprio in questo piccolo paese di pescatori che Bocephus King spesso si rifugia a scrivere canzoni. Pochi minuti per varcare il confine e arrivare in un luogo in lotta con la propria identità dove gli abitanti sono cresciuti ascoltando John Prine e gli ACDC. Forti contrasti che si riflettono nella musica e soprattutto nella personalità di James Perry che ha dovuto per necessità costruire un personaggio capace di contenere tutte queste sfaccettature. Bocephus King sembra uscito dal mondo del vaudeville, un Humphrey Bogart o un Robert Mitchum senza tempo che incontra al bancone di un diner Tom Waits, Nina Simone e il drugo del grande Lebowsky (si racconta che il buon Jamie se ne andasse al cinema in accappatoio dopo essersi tuffato nelle onde gelide dell’Oceano Pacifico). La carriera di Bocephus King comincia con Joco Music, un disco registrato proprio a Point Roberts, nella casa di famiglia, insieme ad amici, parenti e qualunque musicista capitasse da quelle parti. Un disco pieno di gioia realizzato dopo un lungo vagare tra la California, il Messico, Nashville, New York e New Orleans. Col disco A small good thing arriva il primo importante contratto discografico con una delle label più interessanti, la New West Records, che pubblica anche il successivoThe Blue Sickness, scommettendo per prima sull’estro e il talento di Bocephus King. Il disco è un successo in Italia e il magazine specializzato Buscadero gli dedica la copertina commentando: “è la seconda volta che mettiamo un artista sconosciuto in copertina. La volta scorsa era toccato a Tracy Chapman”.
Bocephus King arriva in tour in Italia infiammando ogni tipo di palcoscenico dove si trova a suonare, da solo in acustico o con la sua band, The Rigalattos. Dal vivo è una miscela esplosiva capace di spaziare tra sonorità blues, gospel, gipsy e country, rileggendo un intero secolo di musica americana. Ci sono echi di Woody Guthrie, Dylan, Springsteen, Waits ma anche Prince, Townes Van Zandt e tanto, tanto Cinema da Fellini a Quentin Tarantino passando per l’estro dei fratelli Coen. L’album successivo è All children Believe in Heaven, che ottiene pareri discordanti per le sonorità sovraccariche di sperimentazioni che riflettono anche un momento personale della sua vita fatta di forti contrasti, di momenti più difficili e di gioie infinite come la nascita della sua prima figlia, Stella Bella Blue. A distanza di anni riascoltando quel disco ci si accorge che conteneva canzoni straordinarie come Goodnight forever Montgomery Clift e Jesus The Bookie, con due testi visionari e crudi. Bocephus King rimette le cose a posto con Willie Dixon God Damn, un album pieno di contaminazioni ma molto più sobrio e solare.
Nel gennaio 2014 l’etichetta italiana Appaloosa pubblica un’antologia completamente rimasterizzata di Bocephus King, Amarcord; un titolo felliniano, per ripercorrere questo viaggio pieno di riferimenti cinematografici e surreali. Una maratona di quasi ottanta minuti attraverso le sue canzoni più belle e alcuni inediti, tra cui una personale rilettura di Senor di Bob Dylan, registrata con due musicisti indiani conosciuti la sera stessa in un locale. Nel marzo 2015, sempre su etichetta Appaloosa, esce un nuovo disco dal titolo Illusion of Permanence, uno straordinario viaggio musicale da ovest a oriente con sonorità che spaziano dal folk, al rock, alla psichedelia e alla musica araba.
Bocephus King non è mai fermo, continua a viaggiare e lasciarsi contaminare da ogni paesaggio, libro, film, musicista e persona che incontra.
Tutti i dischi di Bocephus King sono distribuiti in Italia da IRD International – www.ird.it
Pomodori Music – www.pomodorimusic.com