PPD in merito alla prima fase di consultazione del progetto di Piano Cantonale delle Aggregazioni
Il PCA, così come proposto non può essere accettato, né nella forma, né nella sostanza, né tanto meno nella tempistica: sotto questi aspetti, e con questi risultati,
l’esercizio posto in atto dal CdS non può essere ritenuto soddisfacente.
Se da un lato il PCA può essere considerato uno spunto di discussione sugli scenari futuri del territorio del nostro Cantone, occorre comunque rendersi conto che il suo approfondimento necessita di un’analisi molto più completa e articolata di quella presentata dal progetto in esame.
A fronte di queste considerazioni, che impongono una revisione dello studio promosso, è indispensabile una seria riflessione sulla futura ripartizione dei compiti fra Cantone e Comuni, come pure sulla riorganizzazione dell’amministrazione pubblica in generale, che non può essere esclusa da un progetto tanto importante e ambizioso come il PCA.
Non bisogna inoltre dimenticare come nell’ultimo decennio diversi Comuni siano stati impegnati nel lavoro di studio e, successivamente, di realizzazione di processi aggregativi anche importanti. Oltre ad essere un atto giuridico, istituzionale e politico, l’aggregazione è anche e soprattutto un mutamento territoriale, economico, organizzativo e sociale che richiede tempo per essere assimilato. Come già più volte ripetuto, là dove c’è stato un coinvolgimento dei Comuni e dei cittadini interessati, i progetti aggregativi sono stati realizzati con successo, mentre non sono riusciti là dove il coinvolgimento è mancato.
Il PPD chiede che le considerazioni qui esposte, come pure quelle presentate dai distretti e dalle sezioni popolari democratiche, vengano considerate nel prosieguo dell’analisi e dell’elaborazione del progetto cantonale sulle aggregazioni comunali.