Oramai i dadi sono tratti. La possibilità di votare i candidati e non i partiti è stato il più grande gesto di democrazia concesso dagli uomini di partito, che mai avrebbero pensato che la gente, quella che ragiona liberamente, avrebbe usato nelle votazioni. Tanto che il partito dei senza schede è di gran lunga il partito di maggioranza relativa, se non assoluta. I partiti, come sempre, anche in quell’occasione non hanno capito che molti ne avrebbero approfittato per scrollarsi di dosso quella fuliggine che i partiti tutti, hanno sapientemente incollato ai vestiti della gente con malcelati obblighi morali che diventavano ossessivi per chi negli ingranaggi ci era abituato se non obbligato, e sono ancora in molti, troppi. Votare una scheda di partito è firmare un assegno in bianco per la propria condanna di democrazia apparente, votare i candidati è un gesto di coraggio e un obbligo dei cittadini ad esprimere liberamente il proprio desiderio di segnare il destino. Purtroppo i partiti, o maestri di tali gruppi hanno comunque addolcito la pillola, a loro favore, considerando anche i voti di singoli candidati sulla scheda senza partito, a favore dei partiti di appartenenza, in maniera meno preponderante. Purtroppo tutti i candidati fanno parte di partiti o movimenti, che sono paragonabili a gruppi economici di potere che perseguono uno scopo differente dallo scopo per cui dovrebbero essere eletti. Nessuno, a nostra memoria, neppure in questa campagna, ha paventato soluzioni, ma semplicemente si è fermato a constatare temi che non vanno. Non abbiamo bisogno di questi saccenti per farci capire che non arriviamo a fine mese. Chi, e sono pochi, hanno cercato di intavolare discussioni sui temi, ma stando bene attenti a non dire che soluzioni vorrebbe adottare. Perché dire le soluzioni che si intendono sostenere per migliorare è, o sarebbe, un gesto di onestà intellettuale, che porterebbe a risultati elettorali negativi nell’immediato futuro. Non ci hanno prospettato alcuna soluzione se non affermare che si dovrebbe fare così o casà. Noi popolo siamo stufi di sentirci investiti di responsabilità che non abbiamo, almeno totalmente, sul malessere della società. I veri responsabili sono chi ci rappresenta, che non cura troppo i nostri affari, ma predilige altri temi, a loro più congeniali. Guardate le professioni di chi si candida: avvocati, ingegneri, architetti, pensionati statali (d’oro), medici, economisti, liberi professionisti. Poi alcuni candidati di rimpiazzo per una mera questione matematica di opportunismo partitico, inseriti senza nessuna possibilità di elezione che magari meglio ci rappresenterebbero: studenti, operai, apprendisti, artigiani, casalinghe, donne di fabbrica, ecc.
Così con queste premesse non si migliorerà mai e non si troveranno mai le soluzioni, perché non fanno comodo e nessuno vuole che la gente si senta nel pieno benesseri, in quanto poi non dovrebbe più sottostare a certe regole attuali che mettono il bavaglio. (ETC/rb)