Vittoria doveva essere, come non importava ma i tre punti erano necessari per la classifica, per il morale e per la curva che oggi festeggia i 30 anni di sostegno al club. Se Klasen ha sciupato in maniera quasi impossibile una rete già fatta, il gemello Petterson ha preso per mano tutta la squadra trascinandola al successo. Il ritorno tra i pali di Elvis ha fatto il resto che con tre parate straordinarie nel terzo tempo ha tenuto alto il Lugano e realizzato uno Shut out. Un fallo non ravisato su Hoffman a due minuti dal termine e vari altri piccoli eventi non hanno destabilizzato il Lugano che questa sera ha almeno avuto la giusta attitudine. Brunner, castigato varie volte da Fischer per alcuni errori nelle partite passate, oggi ha mostrato il suo valore e seppure non al meglio della forma, ha avuto una reazione degna di un grande campione. La strada è ancora tutta in salita ma basta poco, un niente per ritrovarsi sopra la riga. Così vogliamo vedere il Lugano anche perché non è possibile occupare l’ultima posizione con un roaster di così alto livello. Speriamo che il periodo buoi sia alle spalle e che da oggi si possa iniziare a vedere il vero Lugano. La classifica sul fondo dice. Ginevra 19, Davos e Bienne 18, Losanna e Ambri 17 e Lugano e Langnau 16. Proprio dalla classifica così corta traspare come una vittoria possa dare succo alla classifica come una sconfitta può portarti al baratro.
A Zurigo l’Ambri non è riuscito a contenere la forza d’urto dei Lions che hanno segnato 5 volte a fronte delle due segnature dei leventinesi.