Nella seduta odierna della Commissione Gestione e Finanze (CGF) Piero Marchesi ha formulato una proposta di applicazione dell’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino”, trattata con il Messaggio governativo 7452.
L’UDC è da sempre scettica al salario minimo perché non è una vera risposta ai cittadini ticinesi, ma si rimette ora alla decisione popolare. Leggendo il M7452 si evince che con un salario orario minimo di CHF18,75.- i beneficiari sarebbero in gran parte i lavoratori frontalieri (circa 65%), ai ticinesi andrebbero dunque solo le briciole.
Con la proposta di applicazione presentata oggi in commissione si vogliono perseguire i seguenti obiettivi:
1. Determinare un salario minimo che regolamenti i salari nei settori non regolati da CCL, evitando effetti collaterali per i ticinesi (aumento dei salari bassi dove a beneficiare saranno i frontalieri, riducendo quelli medi a scapito dei ticinesi);
2. Il salario minimo non viene applicato nei settori già regolamentati da CCL (come indicato nel testo costituzionale);
3. Favorire la creazione di CCL offrendo un vantaggio economico per le aziende
che si impegnano in tal senso;
4. Incentivare il concetto di preferenza indigena offrendo un vantaggio
economico per le aziende che si impegnano in tal senso.
L’UDC non vuole una misura che privilegi i frontalieri, ma vuole invece un’applicazione che sfrutti tutto il margine di manovra affinché si possa dare una risposta a chi lavora, vive e magari ha una famiglia in Ticino.
L’UDC con questa proposta unisce l’utile al dilettevole introducendo il concetto di “Prima i nostri”, iniziativa anch’essa approvata dal popolo e solo parzialmente applicata dal Parlamento, per dare una risposta ai ticinesi.
UDC Ticino
Piero Marchesi