Essere presidente USA è di certo un unicum nel mondo. Portare avanti idee o dogmi non è semplice. La sua elezione, non ancora digerita dai più è nata da un malessere generale e da una apatia a cui la politica ha addomesticato la gente da oltre un ventennio. Unica differenza che in questi tempi la gente ha difficoltà vera nell’arrivare alla fine. Allora le presidenziali USA hanno partorito qualcosa di straordinario: la vittoria di un personaggio eclettico, imprenditore capace e dotato di un’astuzia straordinaria. Le cavalcate durante la campagna elettorale erano delle uscite provocatorie, per far capire che il mondo è cambiato. Sentirti dire da uno come Trump che lui si schiera dalla parte degli operai ha fatto specie anche a noi. Da quando in qua un miliardario, furbo come una volpe, che ha costruito il suo impero su sciabolate commerciali straordinarie, magari al limite del consentito, ebbene un personaggio come questo vicino alla gente?
Suonava strano e ora che l’intronizzamento stà per avvenire, di certo non manterrà tutto quanto proclamato, in quanto comunque ingranato in un sistema definito, ma di certo porterà un modo nuovo, spontaneo e anche magari strano di intendere la politica. Affermare che l’ONU è un salottino di pure chiacchiere è semplicemente constatare la realtà dei fatti. Come anche, rapportando il tutto, la CEE e tutte le pseudo istituzioni dove si discute del nulla per il massimo, hanno il sapore di un inutile impegno per gli altri. Ebbene Trump ha almeno questo merito, di dire pane al pane e vino al vino, magari non tutto sarà condivisibile per carità ma almeno dice quel che pensa e chi l’ha votato, lo ha fatto coscientemente per quello che ha sentito. E che sia allora il vento nuovo di dire le cose che si pensano senza pensare sempre alle conseguenze. A questa stregua rapportiamo il tutto nella nostra realtà e forse qualche Trump da noi sono venuti a mancare. (ETC/rb)