Il confine è un tema che ci riguarda tutti. Proporlo come fil rouge della stagione del Cinema Teatro significa ribadire una delle caratteristiche più importanti e identitarie della cittadina di Chiasso, ovvero quella di essere un luogo di confine, appunto, la via che permette l’incrocio fra culture e modi di approcciarsi alle cose diversi, ma non per questo destinati all’incomunicabilità. Chiasso separa la Svizzera dall’Italia, ma è anche la porta che permette un incontro fra cultura nordica e cultura mediterranea. Lo scopo del lavoro svolto dal Cinema Teatro di Chiasso, se vogliamo, è proprio questo: fare in modo che questo incrociarsi di culture, di persone provenienti da mondi distanti, a volte distantissimi, diventi incontro, dialogo, confronto, attraverso le parole forti e ostinate del teatro e delle altre arti. Perché chiusi nel nostro mondo, fra le nostre piccole certezze, diventiamo piccoli, e le nostre identità non si rafforzano: si annullano.
La stagione del Cinema Teatro si apre quindi sotto il segno di Goldoni, della commedia degli equivoci che, appunto, tende a mescolare i confini fra le cose, rendendoli incerti e labili. I due gemelli di Natalino Balasso, liberamente tratto dai Due gemelli veneziani di Goldoni, parla di due gemelli identici nell’aspetto, ma diversissimi nell’approccio alle cose. Balasso attualizza la commedia riportandola agli anni Settanta e riuscendo a dare una coerenza più plastica ai due personaggi. Uno spettacolo da non perdere, così come da non perdere è La Menzogna, commedia che vede protagonista Serena Autieri, a fianco di Paolo Calabresi: qui i confini che si confondono sono quelli fra verità e menzogna, quando durante una cena si capisce che il sistema di valori condiviso è fittizio e vengono a galla le maschere che ciascuno indossa. Sullo stesso confine fra menzogna e verità, bontà e cattiveria gioca uno fra i testi più belli di Brecht, L’anima buona di Sezuan: a Chiasso lo spettacolo vedrà in scena la grandissima Monica Guerritore, che ne ha firmato una regia coraggiosa, ispirata a quella che Strehler fece a Milano negli anni Ottanta, insistendo sul ruolo civile e quindi politico del suo mestiere di attrice. Intrigante la storia raccontata in Separazione di Marina Thovez (in scena con Mario Zucca), che vede un’attrice newyorkese e un commediografo londinese separati, appunto, dall’oceano. Un confine che si immagina insuperabile ma che può cadere in un attimo, quando i canali dell’amicizia e della comunicazione reale riescono a superare le barriere che ci dividono, non importa quanto vicini o lontani siamo. Uno spettacolo che esce dal teatro, che supera il teatro per diventare incontro, scritto e pensato per i giovani: così viene definito I promessi sposi alla prova di Testori, messo in scena da Andrée Ruth Shammah (che torna al testo dopo anni, dopo averlo messo in scena con il grandissimo Franco Parenti) e che vedrà recitare, fra gli altri, Luca Lazzareschi e Laura Marinoni. Un modo per tornare alle profonde verità rivelate dai classici. Nella stagione di prosa, comunque, i confini non sono mai rigidi: e quindi via libera anche alle risate, grazie alla presenza di Enzo Iacchetti, Ale e Franz, Massimo Lopez e Tullio Solenghi.
Stagione musicale e danza
Si apre sotto il segno del jazz – e di Chicago – la stagione musicale del Cinema Teatro: Chico Freeman
è uno degli esponenti della cosiddetta Loft Generation, una schiera di musicisti e compositori che, terminata la temperie del free jazz, stavano dando una nuova direzione alla musica afroamericana non scevra da agganci con le radici più profonde della black music. A Chiasso presenterà il progetto “Chico Freeman & The Voices of Chicago”, che intende ridare voce a un autentico sound di Chicago andando a scavare nella sua anima non solo jazz, ma anche gospel. Un mix da non perdere, per fondersi in atmosfere lontane da noi e di grande impatto. Sempre dagli States arrivano The Manhattan Transfer, uno fra i gruppi vocali di jazz più conosciuti in Europa. Un quartetto esplosivo e senza tempo che ha fatto la storia, nato nel 1969 grazie al produttore e cantante Tim Hauser e il cui talento musicale non si
è mai appannato. Per mescolare i confini e le provenienze, la stagione si sposta sull’Africa, dando il benvenuto a Fatoumata Diawara. Autrice, musicista e anche attrice, Fatoumata nei suoi testi affronta temi sociali e politici senza giri di parole, denunciando la cruda e difficile realtà dei matrimoni combinati e delle mutilazioni genitali, che rendono la vita della donna difficile, se non impossibile. Una guerriera, che saprà colpire anche il pubblico chiassese. Uno spettacolo che è una via di mezzo fra drammaturgia e musica è Tempo di Chet, che con Paolo Fresu alla tromba, Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso e un gruppo di notevoli attori ripercorrerà la vita maledetta del più leggendario fra i jazzisti. La regia di Leo Muscato modulerà l’incessante oscillare tra passato e presente, che farà affiorare fatti ed episodi disseminati lungo l’arco dell’esistenza di Chet Baker, da quando bambino suo padre gli regalò la prima tromba, fino al momento prima di volare giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam. Spazio anche alla musica classica, in occasione del 250. anniversario dalla nascita di Beethoven: la coppia formata da Bruno Canino e Antonio Ballista, che rappresenta uno dei sodalizi più fecondi e duraturi della storia musicale italiana del secondo Novecento e che ha abbondantemente superato il cinquantennio di attività, presenterà la Sinfonia n.9 in re minore op. 125.
A Chiasso non si è mai trascurata la danza e questa stagione non fa eccezione: esilarante, graffiante, divertentissimo e irriverente lo spettacolo proposto dalla compagnia tutta al maschile Chicos Mambo, che sta portando in Italia lo spettacolo Tutu, creato da Philippe Lafeuille per celebrare i 20 anni della compgnia. Il riferimento è proprio al classico tutù che vediamo indossare alle ballerine, ma ovviamente
è un simbolo con cui si gioca. Con questo spettacolo i Chicos Mambo hanno già conquistato 250 mila spettatori e fatto oltre 200 repliche. Da non perdere, poi, se si apprezza la maestria tecnica, la Rioult Dance New York, una compagnia che aderisce ad una tradizione classica della “modern dance”. Le sue esplorazioni audaci e la sua attenzione all’espressività la rendono famosa e apprezzata in tutto il mondo. Da New York a Barcellona, con la compagnia It dansa Barcelona, che porterà a Chiasso ritmi sfrenati, allegria e humor, chiudendo la stagione di danza con grande brio.
Il programma: http://www.centroculturalechiasso.ch/