Chi dice che nelle valli non si è operosi dice il falso sapendo di dire il falso. Non è assolutamente vero che nelle valli si è poco operosi. Caso mai no si è capaci di cogliere le opportunità creando sinergie laddove tutti i partner hanno dei vantaggi. Il metodo classico delle valli è quello di ricevere dagli altri e dare poco di se stessi. Se questa metodologia funzionava fino agli anni d’oro dove giravano soldi a palate e dove chi dava soldi non chiedeva neppure di giustificarne l’uso, in momenti dove la crisi si fa profonda, ricevere soldi è difficile e se si trova chi dà soldi questo vuole un business Plan dettagliato, cosa a cui non si è mai stati abituati, se non nell’industria privata. Se la logica statalista continuerà a voler avere il soppravvento, difficilmente le valli riusciranno ad alzare la testa come dovrebbero. Quanti milioni gettati alle ortiche per progetti faraonici, voluti dal pubblico e finanziati dal pubblico con dinamiche assolutamente non competitive e non adeguate ai tempi. La giusta miscela è trovare un mix tra pubblico e privato, rendendosi conto che il privato quando investe esige un ritorno di immagine e economico e non può semplicemente aumentare i propri listini vendita per far quadrare investimenti perdenti già dal primo momento della loro nascita. Il pubblico, quando va male, quasi sempre, alza semplicemente le tasse e i conti tornano, si fa per dire, perché questo modo di fare antiquato e univoco mette a repentaglio tante famiglie e ammazza l’economia già in forte e delicato equilibrio. Basterebbe comunicare ai media, con un proprio addetto stampa, tutto quanto un comune opera, in maniera, comunque, di avere la giusta e dovuta trasparenza del pubblico verso la popolazione. Ma fino a che le dinamiche sono di titubanza e sfiducia nei propri cittadini, come potranno pretendere che gli stessi cittadini abbiano fiducia nell’operato dei propri amministratori. Le valli, i comuni delle valli, in generale, debbono trovare la giusta miscela con il privato, e cercare di comunicare ogni propria azione. Ma se la gelosia prevale, e noi la chiameremmo ottusità mentale, non si potrà mai fare una concertazione globale a favore delle valli. E tra l’altro a suffragare queste nostre libere osservazioni sono la costatazione del degrado costante a cui le valli sono effetto primario di compassione dovuta da parte di regioni che hanno sempre finanziato. Ora anche queste regioni ricche chiedono imprenditorialità e non sussidiarietà a queste valli e di smetterla di finanziare progetti faraonici e che puntualmente necessiteranno ancora del supporto pubblico in quanto perdenti sin dalla nascita. Facciamo un sondaggio tra la popolazione delle valli chiedendo loro quali benefici hanno avuto in questi ultimi dieci anni di pazzie finanziarie fine a se stesse? Noi le risposte le sappiamo, basta girare fra la gente, cosa che ai politici non è molto gradita. Infatti loro sono si in mezzo alla gente, ma alla loro cerchia di benestanti ai quali non sarà certo il premio cassa malattia aumentato che porta scompenso economico nei loro budget famigliari. Un politico cantonale anni fa in un suo ultimo discorso, dove poi non si sarebbe più ripresentato al giudizio popolare affermò che era giunto il momento di scendere dal mirtillo…. Ma è poi sceso lui dal mirtillo ? Noi come redazione siamo a disposizione di ogni associazione, ente e fondazione, per promuovere, diciamo comunicare, ogni eventuale sollecitazione che possa arricchire il territorio delle valli, quello montano che in Ticino copre almeno il 70% di tutto il territorio. Basta bussare alla nostra porta; non soldi ma opere di bene !!!