Potenziale, soldi, struttura, giocatori non stanno garantendo punti e solidità della squadra. I ferimenti, tantissimi penalizzano questa squadra. Ma se vi sono tanti ferimenti, magari le colpe vanno attribuite proprio all’allenatore, che spreme unicamente i suoi pupilli. Spremere troppo i giocatori, potrebbe anche indebolirli e favorire infortuni. Il problema del Lugano non è certamente il portiere, anche se Elvis non è stellare come l’anno passato. I giocatori che dovrebbero garantire i gol e dunque i punti, sono all’asciutto e solo Klasen realizza qualcosa. Il Lugano non è squadra ma è Klasen dipendente e questa situazione porterà inevocabilmente al fallimento sportivo totale di questo Lugano. L’anno scorso si è perso il titolo per aver visto giocatori bianconeri in ginocchio con il fiato, e quest’anno siamo alle solite. Dove è la quarta linea, dove sono i giovani, dove stà di casa il gioco? A differenza di altri club, probabilmente l’allenatore è il punto debolissimo di questo Lugano. Shedden, che non ha mai vinto nulla neanche in passato, si stà rivelando un perdente e permetteteci pure un arrogante e peino di se stesso. Sarebbe sufficiente un esame autocritico dello stesso per cambiare direzione e ritrovare quel Lugano che sulla carta è stellare. Ma non serve essere stellari in teoria se poi alla guida tecnica non vi è umiltà e analisi razionale del gioco. Se guardiamo dal profilo pessimismo questo Lugano guidato da Shedden subirà l’umiliazione dei Pay-out. Se invece Shedden si ravvede (impossibile troppo presuntuoso) o se il club decide per un cambio volante di allenatore (auspicato) tutto l’ambiente avrà beneficio e con il roaster a disposizione fialmente si potrà assistere al vero Lugano quello che lotterà fino in fondo per la vittoria del titolo.