In Ticino il 65% ha respinto l’iniziativa, con una percentuale di votanti del 65%, quasi il doppio rispetto le altre votazioni. Il tema televisione e in generale media parlati ha accaldato gli animi dei favorevoli e dei contrari. Sentire ora alcune dichiarazioni dei diretti interessati ci disturba parecchio, ma come non abbiamo mai espresso opinione su questo tema, staremo ancora alla finestra per verificare se tutte le promesse fatte verranno poi mantenute o disattese. Qui di seguito le varie prese di posizione dei vari attori politici e non sul tema. In tutta la Svizzera l’iniziativa è stata respinta. Il famoso piano “R” impone ora che bisognerà rivedere tutto il sistema radio-televisione, anche perché, non dimentichiamolo, radio e televisione private ricevono milioni pubblici, che permettono loro di essere in posizione privilegiata rispetto altri media, che da parte loro garantiscono forse contributi altrettanto equilibrati e formativi, garantendo una vera pluralità del pensiero, in quanto non devono sottostare a delle regole di informazioni ben precise. (Redazione)
Partito liberale radicale:
Si a una forte televisione pubblica anche dal Ticino,
ma non è una cambiale in bianco.
La democrazia svizzera ci confronta frequentemente con quesiti importanti. Con il voto odierno a favore di un media pubblico forte i cittadini ticinesi hanno rinnovato il significato della nostra coesione nazionale. Per il PLRT, la coesione tra le diverse parti della Svizzera non è garantita dal patto del 1291, dobbiamo rinnovarla ogni giorno. La radiotelevisione offre un contributo importante alla consapevolezza svizzera. Non si tratta di negare l’importante ruolo svolto da molti media privati che coprono le peculiarità regionali del nostro territorio. Così come la SSR dovrà certamente darsi una mossa e svestire il comodo abito del monopolista. Avessimo dato retta al consigliere nazionale, municipale di Lugano e direttore del Mattino, servizi di informazione o culturali dedicati alle nostre minoranze e alle nostre regioni periferiche non esisterebbero più e col piffero che a fronte del 4% di contributi ne avremmo ancora ricevuti il 22%.
Ben venga questo risultato. Per amore della Svizzera e del Ticino.
Il No in larga scala alla sciagurata iniziativa “No Billag” sottolinea come la popolazione svizzera e quella ticinese abbiano percepito il messaggio di coesione nazionale a salvaguardia del servizio pubblico nel contesto mediatico. Il PLRT si rallegra in particolare del risultato ticinese, con cui la popolazione ha voluto lanciare un messaggio chiaro a salvaguardia di un media pubblico forte in grado di prestare attenzione alle nostre peculiarità e alla cultura italiana della terza Svizzera. Oltre alla salvaguardia di molti posti di lavoro qualificati con il relativo indotto. Questo è un vero e concreto messaggio da “prima i nostri”.
L’iniziativa ha avuto il merito di promuovere la riflessione sul ruolo della Ssr e, in particolare della Rsi. Un dibattito già avviatosi sul piano federale e che porterà a meglio definire il mandato pubblico richiesto alla SSR. L’azienda sarà certamente chiamata in primo luogo a rispondere alla pressante richiesta di un più efficiente e critico utilizzo delle risorse a sua disposizione.
Per quanto riguarda il secondo oggetto in votazione, il nuovo ordinamento finanziario 2021 della Confederazione, la possibilità per la Confederazione di continuare a riscuotere due importanti imposte come l’imposta federale diretta e l’imposta sul valore aggiunto è essenziale per il corretto funzionamento del sistema-Paese. Nel 2016, queste due entrate hanno assicurato allo Stato oltre 43 miliardi di introiti. Il Si convinto alle urne è quindi particolarmente positivo.
I ticinesi sono stati saggi
Bixio Caprara, presidente del PLRT: “I ticinesi si sono dimostrati saggi e hanno perfettamente capito che con la RSI riceviamo molto di più di quanto versiamo. La difesa del Ticino e dell’italianità della Svizzera si fa con queste decisioni e non con iniziative farlocche e inapplicabili”.
Giovani liberali radicali Svizzeri: (erano favorevoli all’iniziativa)
Un non, qui viabilise la discussion
Le dimanche des votations à montrer un image clair: Une majorité du peuple est contre la suppression des redevances Billag. Les jeunes libéraux-radicaux ont soutenus l’initiative et sont maintenant prêts pour une discussion concernant le service public en Suisse. Les opposants à l’initiative ne peuvent pas se reposer sur ce non. En contraire: les presque six mois de discussion ont montrés qu’un change de système n’est pas seulement désirer, mais c’est utile. La politique et la SRG sont maintenant mis à contribution: les réformes ne devront pas rester un rêve éveillé.
Liberté au lieu des monopoles
Les jeunes libéraux-radicaux veulent que les arguments du peuple seront écouter et qu’on essaiera d’adapter un concept pour le service public. Les redevances qui sont soulever par l’état devront être utiliser pour l’obligation des informations. Les programmes de l’amusement ont besoin d’une contrôle. Aujourd’hui le service public dans ce sector n’est pas connecter avec la liberté mais avec une monopole de la SSR.
La victoire: Une discussion de fond
Avec leur petit, autonome campagne les jeunes libéraux-radicaux preuves, que c’est leur souhait d’accentuer les faits concernant le débat. Malgré la défaite nous sommes contents avec la discussion qui avait lieu dans les médias et le peuple. Nous espérons que tous les partis intéressées vont de l’avant et qu’on lance des réformes. Pour ce faire les opposants et les défenseur de l’initiative sont mis à demeure de s’agencer et de trouver un consensus.
Inclusione Handicapp Svizzero:
Initiative populaire «No Billag»
Offre médiatique pour les personnes
atteintes d’un handicap sensoriel assurée
Les associations des personnes handicapées sont soulagées que la population suisse a clairement rejeté ce jour l’initiative «No Billag». Ainsi, l’accès à la culture, aux divertissements et à des informations pour se forger une opinion politique est assurée pour les personnes aveugles, sourdes, malvoyantes et malentendantes.
La Fédération suisse des aveugles et malvoyants (FSA), la Fédération suisse Blind (SBb), la Fédération suisse des sourds (SGB-FSS), la Fédération suisse des malentendants Sonos, l’Union centrale suisse pour le bien des aveugles (UCBAVEUGLES), Procap ainsi que la faîtière politique Inclusion Handicap avaient combattu cette dangereuse initiative.
Le financement public des médias garantit le sous-titrage et l’audiodescription (description audio du déroulement du film) d’émissions TV ainsi que canaux de diffusion comme le téléjournal en langue des signes. Un financement solidaire de ces offres, comme c’est le cas aujourd’hui grâce à la redevance Billag, est donc primordial.
Sous-titrage et audiodescription grâce à la redevance
Grâce à la redevance, les médias concessionnaires mettent à disposition de nombreuses émissions accessibles sans obstacle. Les associations de personnes handicapées et la SSR ont conclu l’année passée un accord selon lequel 1000 heures d’émissions TV seraient traduites en langue des signes, 900 heures seraient dotées d’audiodescription et 80 pour cent des émissions seraient sous-titrées. En outre, grâce à la redevance Billag, les chaînes TV régionales sous-titrent une partie de leurs émissions d’informations. En cas d’acceptation de «No Billag», toutes ces offres auraient été supprimées.
Formation d’opinion publique menacée
Des émissions d’informations de qualité à la radio et à la télévision sont essentielles pour les citoyen(ne)s atteint d’un handicap sensoriel: pour pouvoir exercer ses droits civiques, il faut être informé. C’est pourquoi les émissions d’informations de la radio RTS sont particulièrement importantes pour les personnes aveugles qui ne peuvent pas se rabattre sur les médias imprimées. Pour les personnes sourdes, le journal télévisé en langue des signes est la plus source d’informations la plus importante.
SBb, FSA, SGB-FSS, Sonos, UCBAVEUGLES, Procap et Inclusion Handicap se réjouissent de l’attachement de la population suisse à une société solidaire.
Partito Comunista Ticinese:
Ora il canone radiotelevisivo sia inserito nelle imposte!
Il Partito Comunista si felicita per la bocciatura in votazione popolare dell’iniziativa truffaldina “No Billag” che avrebbe privatizzato il servizio pubblico radiotelevisivo spingendolo nelle mani dei grandi oligopoli mediatici europei, mettendo a repentaglio il diritto a un’informazione plurale e numerosi posti di lavoro.
Salvaguardato il servizio pubblico, occorre però ora subito intervenire per migliorarlo. La nostra prima critica riguarda il sistema di riscossione del canone: la somma di oltre Fr. 300.–, riscossa anche ai giovani in formazione che non vivono con i genitori, è iniqua. Essa dovrebbe invece essere progressiva, motivo per cui il canone radio-tv va fatto rientrare nelle imposte e calcolato per nucleo famigliare.
Dal punto di vista dell’informazione invece occorre che la RSI faccia più attenzione al rispetto della neutralità religiosa e alle formazioni politiche minori. Sulla politica estera invitiamo inoltre a rendersi più indipendente rispetto a fonti faziose come “Reporters sans frontiers” e il presunto “Osservatorio siriano per i diritti umani”.
Comitato Ticinese di sostegno a “No Billag”
Il Comitato ticinese di sostegno all’iniziativa No Billag esprime una parziale delusione per l’esito della votazione odierna.
Parziale perché se da un lato l’iniziativa è stata respinta, dall’altro un piccolissimo comitato come il nostro, confrontato con l’intero establishment in assetto di guerra, ha ottenuto l’appoggio di 48’881 cittadini ticinesi. Un sostegno che, se confrontato con il risultato negli altri Cantoni, si pone sopra la media nazionale.
Negli scorsi mesi il Comitato ticinese si è dovuto, infatti, confrontare con una campagna virulenta da parte del fronte contrario. Una campagna infarcita di ricatti, catastrofismi, fake news e denigrazioni personali, a cui ha attivamente partecipato la stessa TV di Stato, del tutto immemore del proprio mandato di servizio pubblico. Un simile clima d’isteria non ha precedenti: segno evidente che l’iniziativa ha toccato nervi scoperti.
Il Comitato ricorda inoltre che, senza l’iniziativa No Billag, non ci sarebbe stato un dibattito così approfondito sul ruolo del servizio pubblico radiotelevisivo in Svizzera e sui mezzi a sua disposizione, poiché le maggioranze politiche hanno sempre rifiutato di discutere il concetto stesso che regge ora il sistema mediatico svizzero. Senza questa iniziativa, inoltre, il canone radiotelevisivo non sarebbe mai stato portato a 365 Fr. all’anno oppure, come dichiarato da Doris Leuthard, a 300 Fr. in futuro: dunque, l’iniziativa ha già portato dei vantaggi concreti ai cittadini.
Va comunque rilevato che i vertici della RSI e la CORSI sono stati sfiduciati da una fetta importante della popolazione e dovranno tenerne conto in futuro. Il Comitato si aspetta in particolare che le promesse di riforma fatte negli scorsi mesi siano prontamente mantenute, e rimarrà vigile.
Il Comitato ringrazia infine tutti i cittadini che hanno avuto il coraggio di depositare nell’urna il proprio Sì a No Billag malgrado il clima clamorosamente ostile ed intimidatorio creato ad arte dagli avversari. Il Comitato continuerà a battersi per una sostanziale riduzione del canone radiotelevisivo in futuro e per una maggior pluralità mediatica in Svizzera.
Per il comitato
Alain Bühler
Copresidente No Billag Ticino
Vicepresidente del comitato nazionale
Lorenzo Quadri
Copresidente No Billag Ticino
Consigliere nazionale Lega dei Ticinesi
MontagnaViva:
MontagnaViva sin da sempre ha sostenuto il NO a NO BILLAG. Dalle Valli e zone periferiche e di montagna è giunto un massiccio e inequivocabile NO. Suntuosi e responsabili i miei convallerani: soddisfatto! È giunta anche l’ora che alla RSI sia istituita la figura del referente per le regioni marginali, una rivendicazione che dura da decenni.
Un montanaro abbraccio.
Germano Mattei, coordinatore del Movimento di MontagnaViva.
Partito Popolare Democratico
NO a NoBillag: respinto nettamente l’attacco alla coesione nazionale
L’odierno risultato, chiaro e indiscutibile, dice che i ticinesi e gli svizzeri hanno a cuore il servizio pubblico. Un servizio fondamentale in una nazione come la nostra, dove coabitano diversità linguistiche e culturali. Il servizio pubblico rappresenta un irrinunciabile quanto prezioso collante in grado di far coesistere, discutere, conoscere e incontrare le diverse componenti del paese. I ticinesi e gli svizzeri si sono così opposti allo scenario, poi nemmeno tanto sconosciuto alle nostre latitudini, di un’informazione dettata e condizionata dalle disponibilità finanziarie di gruppi privati.
Se i due terzi dei votanti hanno detto NO a NoBillag, un terzo ha comunque fatto altre valutazioni optando per il SI. In questi mesi di campagna non sono infatti mancate critiche e perplessità che i vertici della SSR hanno affermato di voler prendere sul serio. Quanto uscito oggi dalle urne rappresenta dunque un credito di fiducia nei confronti dei processi di riforma promessi dai dirigenti di SSR e RSI. Le criticità non dovranno di conseguenza finire, dimenticate, in un cassetto. Vincitori e vinti, così come nella migliore tradizione della Svizzera e per evitare di stuzzicare appetiti esterni, anziché regolare i conti e magari arroccarsi su posizioni sempre più distanti, dovranno lavorare assieme per rafforzare e migliorare ulteriormente il servizio pubblico. Il paese e la sua coesione ne trarranno grande beneficio.