Non è ancora l’ora di pranzo quando arrivo allo storico ristorante hotel da Da Ö Vittoriö di Recco a pochi passi dalla bella Genova. Storico, si perché ormai la famiglia Bisso, giunta alla quarta gene-razione, sta crescendo la quinta che promette molto bene. Storico, perché la sua storia è affasci-nante e risale a quando all’inizio del secolo scorso altro non era che un’osteria di campagna con tanto di pergolato e gioco delle bocce. Allora Vittorio, con sua moglie Mirinin, servivano piatti dall’antico sapore oggi probabilmente dimenticato. Dopo Vittorio entrò in scena il figlio Luigi e il lo-cale venne ampliato così come lo troviamo oggi. Fu poi la volta dei figli di Luigi, i gemelli Vittorio e Gianni, e poi i loro figli e i giovani nipoti.
Oggi si contano 29 stanze, il salone delle feste e sale per ben 200 coperti. Il pesce fresco è di casa e le primizie non mancano mai. Sulle pareti del locale centinaia di foto dei tanti personaggi famosi che qui hanno trascorso serate indimenticabili.
Prendo possesso della mia stanza, mi sciacquo il viso e preparo la macchina fotografica per il po-meriggio. Ad invitarmi questa volta è stato il Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio per presenziare ad un evento denominato “Fattore Comune”.
La Focaccia di Recco col formaggio ha ottenuto il 15 gennaio 2015 il riconoscimento comunitario I.G.P. dopo un iter durato oltre 10 anni. Nel pomeriggio presso il teatro del Comune di Sori, a pochi chilometri da Recco, ci sarà un incontro mirato alle eccellenze agroalimentari nostrane tutelate dall’Unione Europea che mettono in risalto il Comune di appartenenza dai cui il prodotto prende l’identificazione.
Motivo per cui la Focaccia oggi sarà in buona compagnia con il Lardo di Arnad DOP (Valle d’Aosta), la Robiola di Roccaverano DOP (Piemonte), i Maccheroncini di Campofilone IGP (Mar-che), il Prosciutto di Norcia IGP (Umbria) e il Pane di Genzano IGP (Lazio). A condurre l’incontro con relativo “talk show” sarà il giornalista Edoardo Raspelli coadiuvato da Liubetta Novari.
Arrivo in teatro e ascolto i tanti interventi sul palco degli uomini e delle donne delle istituzioni e delle produzioni presenti all’incontro. I lavori vengono aperti da Lucio Bernini del Consorzio della Fo-caccia di Recco e a seguire gli altri ospiti al fine di evidenziare il vero valore di una eccellenza a-groalimentare DOP e IGP per il proprio territorio. Un piacevole susseguirsi di informazioni e consi-derazioni. E la celebre Focaccia? Ora vi racconto qualcosa in merito.
La Focaccia di Recco col formaggio è un prodotto da forno che si ottiene lavorando un impasto di farina di grano tenero, olio extra vergine di oliva, sale e acqua. Non viene lievitato e si lavora in due sfoglie molto sottili che a loro volta vengono farcite con formaggio fresco a pasta molle di latte vaccino fresco pastorizzato. L’impasto ottenuto deve risultare molto morbido e riposare a tempera-tura ambiente per 30 minuti. La sfoglia sottile dovrà essere al di sotto del millimetro. La si adagia sulla teglia di cottura precedentemente unta con olio extra vergine di oliva e si procede con la farci-ta. Il formaggio (crescenza o stracchino) lo si posiziona in piccoli pezzetti della grandezza di una noce fino a raggiungere l’intera copertura della sfoglia. Una seconda sfoglia di impasto verrà dun-que sistemata sopra il formaggio. Le due sfoglie devono essere saldate ai bordi al fine di impedire la fuori uscita del ripieno durante la cottura. Si praticano dei fori al di sopra in modo tale da consentire gli sfoghi dei vapori di cottura del formaggio, si aggiunge ancora olio e sale.
La cottura della nostra Focaccia avviene in forni ad una temperatura tra i 270 e i 320 gradi per 4-8 minuti sino a quando il colore della Focaccia sarà dorato, con stirature marroni sulla parte superiore. Vengono esclusi trattamenti di pre-cottura, surgelazione, congelazione o altre tecniche di con-servazione. La forma della Focaccia può variare, circolare, quadrata o rettangolare ma mai più alta di un centimetro. Al palato risulta friabile nella parte superiore e decisamente morbida all’interno. La zona di produzione comprende i Comuni di Recco, Sori, Camogli ed Avegno tutti in provincia di Genova.
La sua storia sembra risalire ai tempi delle invasioni saracene quando il popolo per scappare si ri-fugiava nell’entroterra e l’olio, la farina e il formaggio erano gli ingredienti più presenti. Alla fine del 1800 l’azione di gruppo di alcuni ristoratori e panificatori recchesi ne estese il periodo di consumo, un tempo limitato alla festa di Ognissanti, quando la Focaccia veniva anche distribuita gratuita-mente alla popolazione, a tutto l’anno.
Ma la giornata “Fattore Comune” prevede un secondo interessantissimo momento. Terminati i la-vori di incontro al teatro di Sori si ritorna a Recco dove, forse non tutti sono a conoscenza, non e-siste un centro storico. Recco subì più di 25 bombardamenti durante la seconda guerra che ne di-strussero gli edifici datati. Ci si riposa un attimo. Mi godo le foto dei volti noti appese alle pareti dell’hotel e penso a quanto siano cambiati i tempi in pochi decenni. Mi preparo al secondo momento della giornata: alla serata degustazione.
Raggiungo con altri colleghi il ristorante Manuelina associato al Consorzio della Focaccia dove sono stati allestiti degli spazi dedicati ad ognuno dei prodotti DOP e IGP presenti. Si aprono le danze del gusto. Mi godo il pane, il formaggio, il lardo e il prosciutto. Mi delizio con porzioni di Focaccia e assaporo i maccheronici rigorosamente conditi con il ragù sull’asse di legno come da tradizione. Penso alle volte che per vie dei servizi giornalistici che ho realizzato per la televisione ho gustato queste eccellenze direttamente sui loro territori; scusatemi: sui loro Comuni. Mi godo la serata co-me l’ennesima preziosa occasione per conoscere, capire e apprezzare queste realtà del patrimonio gastronomico del mio paese.
Domani prima di ripartire faremo tappa a Camogli, delizioso borgo marinaro dalle case color pa-stello. Gusteremo ancora la Focaccia e magari un Camogliese un dolcino tipico del luogo.
Rientrerò soddisfatto cosciente di poter scrivere ancora dei miei appunti di viaggio del gusto.