I PPD orfani del timoniera da maggio 2015. Irrevocabile sembra essere la decisione del presidente PPD, incapace di gestire una sconfitta dietro l’altra nella sua gestione politica durata 8 anni. Momenti belli pochi se non legati alla sua Mendrisio. Momenti brutti praticamente tutti gli appuntamenti elettorali perché vedevano continua erosione. Anche nelle valli il PPD, suo feudo tradizionale, riesce ancora a fare breccia. E lo abbiamo visto anche in queste ultimi elezioni. L’incapacità di delineare una linea nuova e vincente, puntando su giovani e donne. No i PD vanno avanti a sfide intrecciate di personali veleni, di personalismi che non portano da nulla, nominano candidati che dichiarano di non volere essere eletti, insomma non credono in una linea nuova e coerente. Fa specie come ex- parlamentari stanno gettando bile sul partito che per anni hanno rappresentato. Non vi è la necessaria tranquillità di prendere per mano il partito e condurlo ad una via più tranquilla, meno nervosa. L’annuncio del presidente lo stà a testimoniare, dimissioni presto detto, lasciando il partito in balia di chi, delle colombe bianche o di avvoltoi che trovano il loro terreno ideale per personalismi che nuociono alla politica. Occasione ghiotta per voler dare una svolta decisiva a questo partito che non sa bene il proprio indirizzo; partito di chiesa all’occorrenza, sociale se gli umori lo richiedono, vicino ai padroni per interesse, che non si è mai espresso sui temi veri della gente: forntalierato, lavoro agli over 50, aiuto ai giovani artigiani, disoccupazione, scuola, famiglia… Anche gli elettori non sanno bene la linea politica di questo partito arroccato su valori nascosti da interessi particolari, in fondo con queste premesse la discesa non è di certo terminata !
Aspettiamo anche altri abbandoni tra partiti che pure loro hanno subito sconfitte che chiedono rivisitazioni globali.