Il governo svizzero sta attualmente esaminando la possibilità di aderire al Centro di eccellenza di cyberdifesa cooperativa della NATO (Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence – CCDCOE) con sede a Tallinn, in Estonia, a ridosso – guarda caso – della Russia. Il Dipartimento federale della difesa conferma inoltre che vi sono studenti universitari svizzeri che a Tallinn stanno svolgendo degli stage sotto la supervisione di Berna.
E’ una decisione strategicamente sbagliata, che mina la credibilità del nostro statuto di paese neutrale – e fautore attivo della pace e della distensione internazionale! – e ci rende di fatto complici della spinta verso Est della NATO, che con la scusa dei cosiddetti “cyberattacchi” russi sta giustificando la sua politica espansionistica con continue provocazioni.
Il Partito Comunista chiede anzitutto che le università svizzere cessino immediatamente la collaborazione con questo centro e ritirino qualsiasi stagista, poiché si tratta di un programma che di accademico non ha nulla, ma che al contrario è inserito esplicitamente in una dinamica bellicista. Nel contempo il Partito Comunista invita il Consiglio federale a fare marcia indietro e rinunciare a presentare la domanda di adesione. Non è infatti nell’interesse nazionale della Svizzera omologarci ad una struttura di attacco (e non di difesa!) come la NATO: in questo momento in cui persino un personaggio come Donald Trump la definisce “obsoleta” è peraltro anche fuori tempo massimo.
Una Svizzera che accetta di inserirsi organicamente nel campo atlantico non solo insulta la propria neutralità, ma accetta di entrare in contrasto con la Russia e i paesi emergenti dell’aerea euroasiatica. Non ha alcun senso né dal punto di vista della sicurezza, né dal punto di vista economico e commerciale. La Svizzera riconquisti piuttosto la propria sovranità e la propria neutralità, rifiuti l’allineamento con la politica bellicista e aggressiva della NATO e riconfiguri il proprio ruolo geopolitico quale ponte di dialogo e cooperazione fra l’Occidente e l’Oriente.
Partito Comunista
M. Ay, segretario
www.partitocomunista.ch