Il Partito Comunista condanna fermamente i continui attacchi del regime sionista di Israele contro il Libano: essi hanno l’obiettivo di destabilizzare tutto il Medio Oriente facendo scivolare tutto il mondo, repentinamente, in una pericolosa guerra su larga scala, estendendo i conflitti già ora in corso.
L’attentato a Beirut tramite l’esplosione di cercapersone, così come gli attacchi missilistici e gli attenti che intendono eliminare la leadership del movimento politico Hezbollah, coinvolgono civili in maniera indiscriminata e sono pertanto classificabili come atti gravi di terrorismo. Il Libano sta subendo le conseguenze della sua contrarietà al genocidio del popolo palestinese che Israele commette da 70 anni, bombardando la popolazione palestinese senza tregua e senza che l’Occidente muova un dito per fermare questi crimini. Anche la Svizzera ha rinunciato alla neutralità e si è schierata unilateralmente con il regime sionista e con la NATO che lo sostiene.
Il mutismo dei nostri media e dei governi occidentali di fronte a questi attacchi terroristici in Libano e al brutale genocidio contro il popolo palestinesi, di cui il sionismo si sta sporcando le mani non può che interrogarci sulla complicità che il sistema atlantico ha nei confronti di Israele. Il sostegno militare, politico e mediatico ai sionisti è da sempre una conditio sine qua non dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, la guerra in Medio Oriente è infatti da leggere nel contesto dello scontro geopolitico in atto per frenare l’integrazione eurasiatica, ostacolare la Nuova via della seta promossa dalla Cina e impedire l’emergere del multipolarismo.
Il Consiglio Federale deve finalmente prendere posizione e distanziarsi definitivamente da Israele e dai suoi atti criminali. La neutralità ci impone in questo caso di essere al servizio della pace e prestare i nostri servizi diplomatici per le risoluzioni dei conflitti, questo però non può avvenire con il sostegno attivo ad uno Stato che uccide civili in Libano e in Palestina attraverso attentati terroristici nel primo caso e una politica di sterminio nel secondo caso. È necessario quindi che la Svizzera prenda una corretta posizione per giocare un ruolo importante nella stabilità del Medio Oriente.
Il Partito Comunista denuncia la linea politica contraria alla nostra tradizione di neutralità del governo svizzero e della maggioranza parlamentare. Il continuo avvicinamento all’UE e alla NATO mette a repentaglio la nostra sicurezza nazionale, poiché inserisce il nostro Paese in un campo geopolitico guerrafondaio inserito in una spirale del riarmo che rischia di finire fuori controllo.
Rivendichiamo la fine della cooperazione accademica con le università israeliane direttamente legate alle forze armate sioniste e l’immediata sospensione di ogni forma (anche indiretta) di collaborazione militare fra l’esercito svizzero e quello di Tel Aviv. Ne va della sicurezza dei nostri stessi soldati di leva che a Berna qualcuno vorrebbe spedire in scenari bellici esteri.
Esprimiamo infine solidarietà al Partito Comunista del Libano e alle forze patriottiche libanesi vittime della brutalità sionista.