Quando si parla di carnevale, chi ha una certa èta corre nel passato dove la memoria fa rimbalzare ricordi stupendi di giornate di festa, nei paesi, dove tutti in ogni maniera contribuivano alla ottima riuscita della festa. Poi, con il passare degli anni, il valore del carnevale è rimasto in alcuni piccoli paesi, per invece esplodere in altri centri più abitati tanto da farci capire che un Rabadan è una macchina da soldi e nulla più.
Con i valori sotto i piedi, oggi come oggi, chi ha figli, deve aver paura a lasciare andare i propri figli ai carnevali grandi, perché dietro ad ogni persona può nascondersi la frustrazione di tutti i giorni ed esplodere con violenza verso i propri simili. In queste battagli inutili che hanno solo il pregio di prestare una spalla ai detrattori del carnevale e nulla più. Ora, dopo i fatti di Parigi, un’altra minaccia aleggia nel cielo: non prendete in giro i mussulmani e il loro Dio. Questi sono i risultati che i terroristi hanno ottenuto con i loro attacchi violenti e gratuiti verso le varie popolazioni occidentali. Potremmo aprire un grande capitolo sulle condivisioni o meno di queste preoccupazioni, ma di fatto siamo costretti a vedere come una festa che tradizionalmente era una semplice festa di allegria si è tramutata in una occasione di potenziale violenza e addirittura bisognerà cercare di non provocare le iree altrui con sana satira ed ironia.
Se nei paesi dove il carnevale vive ancora di tradizione e spensierata allegria, molti altri carnevali che hanno assunto dimensioni più grandi della capacità di gestione da parte degli organizzatori, sono stati costretti o da valutazioni interne dei comitati o dai comuni vari a ridimensionare la festa, proibendo alla sera l’entrata ai minori di 18 anni. Segno di maturità e conoscenza dei propri limiti. Il Rabadan, con un corteo ad immagine di un Ticino festoso e goliardico, è per una settimana una macchina da soldi, dove anche per la sicurezza si impiegano molte risorse economiche ed umane, non abbastanza diciamo noi, senza però riuscire a limitarne i danni. Evidentemente al comitato di organizzazione interessano più i numeri e i record di presenze, come anche la cassa piena, anziché fermarsi a fare valutazioni serie, ridimensionando anche le serate che da un fronte offrono incassi d’oro ma a monte sono causa di spese per la comunità non indifferenti con anche possibili devianze nella violenza e conseguenze penali da una parte e anche sanitarie dall’altra. Vi è la proibizione di vendere bevande alcooliche ai minori di 18 anni e questa disposizione di legge molte volte non viene rispettata, a giustificazione del Dio soldo, che non può essere penalizzato sebbene le conseguenze potrebbero essere gravissime. Ora anche l’invito a non deridere o ironizzare su Maometto e i suoi fedeli, in quanto esiste concretamente la minaccia di attacchi terroristici. Tutto va bene, ma siamo sempre dell’idea che fino quando il soldo avrà la predominanza su tutto il resto, dovremo assistere all’impoverimento sistematico dei valori festaioli del carnevale, subendo sempre più la logica dell’alcoolismo, della violenza e del non valore mettendo a serio repentaglio anche la vita dei nostri giovani. Continuiamo a ribadire i seguenti concetti: violenza appurata, sospensione immediata di tutto l’evento, alcoolismo tra i più giovani, quando appurato e non ci vuole molto per appurarlo (chiaro che i vari comitati fanno prima a volgere lo sguardo altrove per non vedere) si deve procedere alla sospensione immediata di tutto l’evento. I costi dei danni arrecati alle cose e alle persone devono essere pagati dal comitato di organizzazione che non è stato in grado di prevenire questi danni. Ecco per ritornare ai valori del carnevale ci vogliono leggi severe e il rispetto della legge con la certezza della pena. Fino a che continuiamo a non voler vedere il problema, non potremo mai pensare di risolvere tutti i disagi che i carnevali recano alla gente normale, che partecipa ai carnevali e anche a quelle persone che del carnevale non gliene frega di meno !!! In galleria qualche foto di carnevali autentici di una trentina d’anni fa in Leventina.