Non si vincono i titoli o non si arriva ai vertici se non vi è professionalità. I club blasonati, quelli che di titoli ne hanno vinti parecchi e lottano ogni anno per vincerlo, pensiamo a Zurigo, Davos, Berna e Lugano per esempio, sono club aziende dove l’impiegato se non rende o non si impegna non gioca. Si parla chiaramente di meritocrazia e come non approvare questi metodi con le paghe che questi impiegati privilegiati percepiscono ogni anno. I club invece che hanno ogni anno difficoltà, quando il loro pupillo fa le bizze, lo accettano e il “reuccio” è certo che giocherà sempre. Ritorniamo indietro di 25 anni dove un certo Sletwoll faceva fare panchina anche ai pezzi da 90 se non soddisfa vano le sue aspettative. A costo di perdere le partite, ma ad una finalità ultima di vincere il titolo. E così succede che reucci su certe piste si ritrovano a non capire che quando vanno in squadre blasonate dove vi è un solo obiettivo, vincere il titolo, se non rendi sei fuori. D’altra parte l’operaio di fabbrica che percepisce fr 4000 al mese di stipendio se non rende viene licenziato, senza buona uscita o con pagamento di cifre folli per rotture di contratto. Ma nel passato ne abbiamo visti di giocatori andare in squadre blasonate e fare panchina e panchina perché non avevano capito che il gioco dell’hockey è un lavoro e se qualcuno ti paga tanto, anzi troppo, pretende da te almeno il massimo impegno. E a chi fa questa scelta, andare via da piste ovattate, tanto di cappello. Apprenderà a sudare, soffrire e giocare e anche vincere! Una vera scuola di vita. Ammesso che non si sia così tanto viziati che si preferisce tornare nella bambagia e restare sempre a un livello discreto ma giocare sempre. Forse meglio salpare verso altri lidi e toccare ocn mano le realtà di club seri e professionali dove l’obiettivo è uno solo vincere. Questi grandi club non sono uffici socialmente abilitati a risolvere questioni personali. Sono aziende dove ogni franco deve essere speso mirato e deve portare riscontro.