GC 20.11.2017/trattanda no. 4: Mozione 6 giugno 2016 presentata da Germano Mattei e cofirmatari “Trasporti pubblici nelle zone periferiche e di montagna: quale strategia intende proporre il Cantone per assicurare e sviluppare un servizio pubblico sostenibile” – Messaggio dell’8 febbraio 2017 n. 7280 – Rapporto del 7 novembre 2017 n. 7280R, relatore: Fabio Badasci
Egregio signor Presidente,
Stimati Vicepresidenti,
Onorevoli Consiglieri di Stato,
Colleghe e Colleghi,
permettetemi innanzi tutto – indipendentemente se sono più o meno soddisfatto delle risposte fornite – di ringraziare il Consiglio di Stato, i funzionari che hanno collaborato ed elaborato la risposta alla mia mozione, la Commissione della gestione e il relatore Fabio Badasci per aver affrontato assai esaustivamente la problematica dei trasporti pubblici nelle zone periferiche e di montagna. Purtroppo ancora una volta le risposte hanno una connotazione di visione urbana delle problematiche e di poca conoscenza delle realtà della periferia e della montagna.
In effetti, quanto leggiamo dal Messaggio 8 febbraio 2016 del Consiglio di Stato e nel rapporto del 7 novembre u.s. del relatore on. Badasci si parla prevalentemente di trasporti nella zona in cui risiedo: l’alta Vallemaggia. La mia Mozione proponeva, in effetti, una riflessione su tutti i trasporti pubblici delle nostre Valli e zone periferiche del Ticino. Infatti, la mancanza di adeguati servizi pubblici tocca ogni zona del nostro territorio marginale: l’86% del territorio cantonale. Questa mancanza di servizi pubblici, ma non solo, limita fortemente lo sviluppo e la ripresa socio economica di quest’importante e rilevante area del nostro Cantone e specialmente penalizza quella delle regioni montane.
Non posso in generale condividere totalmente quanto scrive il Consiglio di Stato, argomentazioni poi riprese dal relatore Badasci e sottoscritte all’unanimità dalla Commissione della gestione.
Tuttavia vi sono due aspetti fondamentali e centrali di cui si prende atto con soddisfazione:
a) Ossia la tesi secondo cui dagli scorsi anni si assisterebbe a un graduale smantellamento dei servizi di trasporto nelle regioni periferiche, non trova riscontro nei fatti. Si prende atto che il Consiglio di Stato continuerà a impegnarsi per assicurare un livello adeguato di prestazioni nelle regioni periferiche, valutandone correntemente l’evoluzione e, se necessario, promuovendo adeguamenti delle linee o nuove forme di servizio per offrire prestazioni commisurate all’uso da parte della popolazione residente, alla domanda turistica e alle risorse disponibili.
b) Si prende pure atto che il Consiglio di Stato intende implementare una nuova organizzazione dei servizi pubblici così prevista:
• nei fondovalle e nelle periferie, si vuole garantire di regola un servizio con corse ogni 30 minuti orientato principalmente agli spostamenti sistematici (pendolari), al turismo e agli spostamenti per acquisti e svago;
• nelle valli laterali e per le località discoste, si vuole assicurare un servizio di base con corse verso i propri centri di riferimento con frequenza massima di una corsa ogni 60 minuti.
NOTEVOLE, una piccola rivoluzione se attuata!
Non si precisano i tempi di realizzazione di questa nuova organizzazione dei servizi pubblici e questo sarà tema per una prossima mozione, poiché in tempi brevi è necessario mettere i paletti necessari. In questo contesto vi sono poi da considerare la riorganizzazione delle Regioni Arcobaleno con l’accorpamento come richiesto nelle Mozioni presentate dal collega bleniese Simone Ghisla no 1128 del 2 novembre 2015 e no 1256 del 18 settembre u.s.. Mozioni tutte ancora in attesa di evasione. Le decisioni a favore del miglioramento dei servizi nelle regioni periferiche sono, in effetti, difficoltose nella loro maturazione!
Tuttavia si deve considerare che le risposte sopra citate, nel limite che seppur ci soddisfano, lasciano dei lati d’interpretazione sibillina.
L’analisi delle frequenze e occupazione delle corse in Alta Valmaggia è interessante, ma non analizza che appunto la mancanza di un servizio efficiente, vicino alle esigenze effettive della popolazione limita l’utilizzo dei servizi proposti. Figli che arrivano a Locarno – o a Cevio o Bignasco – in provenienza dagli studi e dalle scuole d’apprendistato che non possono rientrare a casa perché manca il servizio pubblico e in famiglia ci si deve organizzare per andare a prenderli con l’auto, sobbarcandosi lunghe trasferte. E così succederà anche in altre zone del Cantone, come nelle Terre di Pedemonte ove dopo un certo orario non vi sono più servizi metropolitani della Centovallina. Non è raro prendere a bordo delle nostre auto giovani autostoppisti che lamentano questo disservizio.
O come succede per i ragazzi della Lavizzara, e non solo, che si recano alla Pista di pattinaggio di Sornico. Si devono portare e andare a prendere con, siccome non vi è nessun servizio pubblico disponibile. Tutte queste situazioni creano disagi e scombussolamenti nelle famiglie e non incoraggiano in alcun modo il domiciliarsi in valle e nelle regioni marginali.
Questi sono problemi che vanno risolti e che il Consiglio di Stato non valuta in alcun modo, probabilmente non conoscendone nemmeno le problematiche specifiche. Infatti, i Consiglieri di Stato, eccetto uno, non risiedono in queste nostre zone discoste.
Tenuto conto di quanto ci dice appunto il Consiglio di Stato di servizi “commisurati all’uso da parte della popolazione residente, alla domanda turistica e alle risorse disponibili”, non dobbiamo farci tante illusioni per il futuro.
Per questo avevo posto la domanda “di valutare se non siano da adottare misure di agevolazione del costo dei carburanti a favore degli abitanti delle zone periferiche e di montagna, popolazioni che oggettivamente sono sfavorite da un servizio di trasporto pubblico non adeguato e che obbligatoriamente devono far capo al trasporto motorizzato privato”.
Si è dato a questo quesito, che ammetto pone problemi assai complessi, ma tuttavia realtà che va affrontata una volta per tutte, è stato dato un tranquillo, un tranquillo mena via: stupore per la domanda si è detto!
Tengo ad affermare che vivere in una Valle e in montagna ha dei valori singolari e che sono importanti per la qualità di vita. Sono comunque scelte difficili e onerose per le famiglie. La talvolta notevole distanza dai Centri attrezzati, dai servizi sociali e sanitari di base e di specializzazione, dalle scuole – ragazzi che partono dal fondo delle Valli che devono recarsi a scuola a Lugano, e persino a Mendrisio, Balerna o Chiasso, cosa inaudita -, ci porta a concludere che probabilmente mai l’Ente pubblico potrà proporre servizi veramente adeguati, comparabili a quelli della zona urbana (il 14% del territorio cantonale) e a misura di un vero ed efficiente servizio pubblico agli abitanti di queste zone.
Quindi in queste situazioni contingenti il mezzo di trasporto privato su gomma non è un lusso, ma una soluzione necessaria per poter vivere in queste zone.
Recentemente anche dal lato fiscale, invece di incrementare le riduzioni in rapporto alla distanza dei servizi o dai posti di lavoro, si è decurtato l’importo di detrazione.
Quindi anche la proposta di agevolazioni sul prezzo dei carburanti è una misura da valutare attentamente e con serietà per promuovere il risedere in valle e nelle zone di montagna. Creare dei punti franchi è una soluzione da pensare e da valutare, probamente coinvolgendo anche la Confederazione.
Certo dirsi sorpresi e dicendo che potrebbe essere vista come soluzione che indebolisce il servizio pubblico, è affermazione miope e conclusione che denota poco visione prospettica. Per il turismo va bene e da sostenere l’incremento dei servizi pubblici. Per i residenti l’uso dell’auto rimarrà una soluzione inevitabile, non ci si deve fare illusioni. Si parla anche di ticket turistici, introdotti dall’anno corrente. Infatti, vi è incremento di passeggeri con quest’offerta, ma poi, in effetti, cosa lascia nelle Valli quest’aumento di visitatori. Vi è già stata un’analisi dell’indotto economico effettivo? Nel corso dell’estate mi è successo di dare il passaggio ad autostoppisti che da Bignasco volevano andare a visitare la Chiesa di Mogno, ma non vi erano corse di autobus! Tutti questi temi saranno ripresi prossimamente con un atto parlamentare.
Ritornando per finire sulla riorganizzazione dei servizi pubblici, personalmente non mi disdegno il servizio del “bus su chiamata” e/o di “taxi-bus”. Per determinate zone e realtà può essere una buona soluzione se ben studiata e ben elaborata. Sicuramente non com’è stata proposta per la Valle di Peccia. Vi sono dei modelli da valutare, ma si deve avere la volontà di impegnarsi in questo senso.
Per quanto riguarda il test per la Valle di Peccia vi leggo quel che mi scrive l’Assuntore postale cui ho chiesto un bilancio dell’esperienza dopo un anno:
“Il servizio su chiamata diciamo che funziona per i residenti, in quanto ci hanno fatto l’abitudine. Alcuni all’inizio si facevano scrupoli a chiamare pensando di “dare fastidio” invece noi siamo ben contenti di effettuare i trasporti.
Il problema è l’utenza di passaggio, che non pensa prima di verificare se le corse ci sono e quindi non chiamano. Alcuni sono fortunati perché passiamo per una chiamata effettuata da altri… alcuni sicuramente rimangono a piedi.
In generale comunque la richiesta c’è”.
Questo dimostra che la soluzione è fattibile, ma da organizzare meglio anche in vista della sua applicazione per altre zone. La tecnica di oggigiorno per mezzo di telefonini e altri mezzi moderni di telematica dovrebbero aiutare a proporre delle soluzioni moderne e all’avanguardia. La presenza di un telefono alle fermate sarebbe cosa auspicabile. Il collegamento di queste nostre zone con l’auspicata fibra ottica aiuterebbe ogni soluzione tecnica e pratica in questo contesto.
Si può terminare affermando che il messaggio del Consiglio d Stato ha portato qualche proposta e conclusione che lasciano aspetti favorevoli, ma nello stesso tempo anche pone tanti altri quesiti sulla politica che s’intende, in effetti, promuovere nelle regioni periferiche e di montagna. Nella mozione scrivevo che “…sarebbe da dire che la mano sinistra del Cantone non sa cosa fa la sua mano destra…”. Infatti, tante sono le misure discordanti che ci concernono, misure che da una parte danno e dall’altra tolgono o peggio, intralciano.
Per coordinare tutto questo complesso settore con il mio Movimento di MontagnaViva vi è a tutti noto ho proposto di istituire il Dipartimento della Montagna. Formalmente la richiesta non è ancora stata formalizzata. Sarebbe bello se voi stessi Gruppi parlamentari vi attivaste in questo esercizio.
Concludendo considero che questo Parlamento approverà il rapporto della Commissione della Gestione che all’unanimità invita a respingere la mia mozione.
Da parte mia, anche per aprire una nuova prospettiva di sviluppo delle regioni di Montagna, in forza delle argomentazioni che ho presentato, v’invito di voler respingere il rapporto della Commissione della Gestione.
Vi ringrazio dell’attenzione.
Germano Mattei, Deputato di MontagnaViva