MOZIONE: “Sosteniamo le destinazioni turistiche estive ticinesi con impianti a fune”: definizione di un contributo forfettario alla gestione ordinaria – vincolato alla corretta manutenzione degli impianti di risalita ai sensi dell’Ordinanza federale sugli impianti a fune.
In data 27 giugno 2017 il Consiglio di Stato con il Messaggio 7337 sottoponeva al Gran consiglio una “richiesta di un credito complessivo di 5’400’000 franchi quale contributo forfettario alla gestione ordinaria – vincolato alla corretta manutenzione degli impianti di risalita ai sensi dell’Ordinanza federale sugli impianti a fune – di Airolo, Bosco Gurin, Campo Blenio, Carì e Nara per le stagioni invernali dal 2017/18 al 2020/21.”. Il messaggio veniva evaso dal Gran consiglio in data 12 dicembre 2017.
Nel testo del Messaggio governativo si leggono alcune considerazioni interessanti circa l’impatto economico delle varie stazioni di risalita sul territorio regionale e cantonale, in particolare nelle conclusioni “Malgrado durante l’intero periodo 2011/12 – 2015/2016 tutte le entità proprietarie e che gestiscono i cinque impianti di risalita al beneficio di contributi cantonali hanno generato complessivamente più di 10 mio di franchi di perdite (al netto dei sussidi), uno specifico approfondimento in merito all’impatto economico degli stessi ha dimostrato come per ogni franco dato alle stazioni sciistiche sotto forma di sussidio cantonale venga generata (in Ticino) una produzione lorda di 14 franchi (effetto moltiplicatore).”
L’offerta turistica ticinese è molto articolata e caratterizzata da molte destinazioni con impianti di risalita gestiti da aziende parapubbliche, associazioni o società anonime spesso e volentieri composte da azionisti pubblici. Dietro queste organizzazioni c’è spesso sacrificio, volontariato e l’obiettivo di voler mantenere un’offerta turistica anche di nicchia, che però nel complesso permette di proporre una variegata panoramica cantonale.
Anche per quanto attiene le destinazioni con impianti a fune che operano prevalentemente nella stagione più calda – perché per tradizione sono così state concepite o perché negli anni hanno limitato all’estate le attività che un tempo erano invece prevalentemente invernali – soffrono per gli elevati costi di manutenzione sugli impianti a fune per rispettare le direttive imposte dall’Ufficio Federale dei Trasporti (UFT).
I costi di manutenzione di questi onerosi impianti raggiungono facilmente il 30-45% del totale dei costi imputabili agli impianti di trasporto a fune e nella maggior parte dei casi, soprattutto per quelle destinazioni che non godono di un numero di clienti particolarmente alto (numero passaggi) principalmente per il fatto di essere discosti dai centri urbani, non generano abbastanza cash flow per coprire questi costi.
Anche a seguito della diminuzione generale del turismo ticinese, diverse destinazioni con impianti a fune hanno lamentato forti difficoltà nel far quadrare i conti, in particolare proprio per i costi elevati generati dagli impianti di trasporto.
Il valore aggiunto fornito da queste destinazioni al turismo ticinese è di difficile quantificazione, ma è piuttosto scontato che se dovessero venire a mancare alcune attività di trasporto persone sulle varie vette ticinesi (seggiovie, teleferiche, funivie, ecc.), verrebbe meno un prezioso introito a tutto quanto ruota attorno all’attività turistica, quali alberghi, ristoranti, B&B, piccoli e medi commerci e artigiani.
Per evitare una riduzione dell’offerta turistica cantonale, generata anche dalle destinazioni di montagna con impianti di traporto persone a fune, è utile fare una riflessione sulla necessità di un sostegno da parte dello Stato atto a coprire una parte dei costi legati alla manutenzione degli impianti di trasporto, così da garantirne la continuità dell’esercizio e la sicurezza degli stessi.
Va pure ricordato che il Parlamento aveva concesso il credito quadro alle stazioni invernali vincolandole però ad offrire anche attività nella stagione estiva. Le stazioni che invece operano solo in estate, o che hanno invece già convertito le stazioni invernali in estive, non beneficiano di alcun sostegno, seppur anch’esse debbano sostenere degli importanti costi per la manutenzione e la messa in sicurezza degli impianti di risalita.
Atti parlamentari precedenti sul tema:
I Deputati Cedraschi e Schnellmann in data 16 luglio 2018 presentavano un’interrogazione dal titolo “Il Cantone non vuole eccezionalmente aiutare la Monte Lema SA?” perché la società, che è per circa l’80% di proprietà pubblica, in quel periodo aveva avuto importanti problemi di liquidità rendendo necessario un intervento di sostegno immediato da parte dei Comuni del Malcantone. A quell’interrogazione il Consiglio di Stato in data 12 settembre 2018 forniva risposta.
Si ripropone una in particolare:
Domanda: “II Cantone intende farsi carico di un aiuto finanziario straordinario che aiuti in questo particolare momento la Monte Lema SA nonché valutare per gli anni a venire un regolare sussidio annuo così come avviene già per analoghi impianti?”
Risposta del CdS: “Il Cantone è volentieri pronto a valutare il sostegno a uno studio d’approfondimento che miri alla messa in rete e l’integrazione di tutte le attrazioni del comprensorio al fine di creare un prodotto turistico di qualità capace di generare ricadute positive sul territorio, e in particolare anche sulla Monte Lema SA. In seguito sarà possibile sostenere finanziariamente la realizzazione e implementazioni delle principali misure identificate.”
La risposta del Consiglio di Stato era scaturita da domande generiche su un caso specifico e il Consiglio di Stato si era limitato a ricordare che il Cantone sostiene in modo diretto i progetti per la creazione di prodotti turistici.
La presente mozione chiede invece di valutare un sostegno finanziario a tutte le stazioni di risalita estive, che diversamente da quelle invernali, non beneficiano di alcun sostegno da parte del Cantone per la manutenzione e la messa in sicurezza degli impianti tecnici.
Alcuni dati sul settore degli impianti a fune:
Frequenze degli impianti di risalita (funivie, funicolari, scilift), nel Canton Ticino, dati 2013 (“L’impatto economico del turismo in Canton Ticino” eseguito nel 2014 da Rutter – Soceco, Tiresia e Line@Soft) https://www3.ti.ch/CAN/cartellastampa/pdf-cartella-stampa 808244173670.pdf
Questi dati dimostrano che l’impatto legato a questi impianti non è per nulla trascurabile. 3,2 milioni di frequenze annue totali, tra turisti e clienti locali, hanno certamente un impatto positivo per il PIL cantonale, per l’occupazione e per il valore aggiunto fornito al turismo cantonale. Un Cantone con una buona offerta turistica legata anche alla montagna permette a tutti gli operatori del settore, spesso anche quelli più periferici, di beneficiare di questo richiamo.
Per questi motivi si chiede al Lodevole Consiglio di Stato di voler:
1. Elaborare un credito quadro di almeno 4 anni per il sostegno finanziario alle varie stazioni di risalita ticinesi che operano a scopi turistici nella stagione estiva adottando il principio di sussidiarietà e le condizioni definite nel Messaggio governativo 7337 e alle stesse condizioni per le attribuzioni del sussidio alle varie destinazioni.
2. Al termine del credito, prima di chiedere un eventuale rinnovo, presentare un rapporto che permetta di valutare l’efficacia del sostegno.
Piero Marchesi (primo firmatario),
Eolo Alberti, Giovanni Berardi, Alessandro Cedraschi, Tiziano Galeazzi, Sergio Morisoli, Edo Pellegrini, Daniele Pinoja, Fabio Schnellmann e Roberta Soldati,.