Lugano, 4 maggio 2019 – Si è svolto questa mattina presso il campus di Lugano il ventitreesimo Dies academicus dell’Università della Svizzera italiana (USI). Dopo il saluto della Presidente del Consiglio dell’Università Monica Duca Widmer, dedicato all’importanza dell’USI nel contesto regionale e al percorso di consolidamento intrapreso dall’ateneo in un momento che pone alcune sfide, il Rettore Prof. Boas Erez ha messo in luce come l’Università possa essere fonte di speranza, con i suoi studenti e le loro idee, con le sue iniziative sul territorio, con i suoi progetti capaci di offrire un’alternativa alla sfiducia e contribuire a proporre una società più inclusiva e plurale.
Nel suo saluto di benvenuto, la Presidente del Consiglio dell’Università Monica Duca Widmer ha voluto sottolineare in particolare l’importanza strategica dell’operato dell’USI per lo sviluppo economico e sociale del Cantone. L’USI ora è concentrata sul consolidamento di quanto è stato creato, puntando sempre al massimo di qualità e rigore e cercando il miglioramento continuo dell’efficienza nel proprio operato. Monica Duca Widmer ha ringraziato enti pubblici e privati per il sostegno e la fiducia mostrata negli anni e auspicato che anche in futuro l’USI possa contare su di un appoggio atto a garantire una sostenibilità anche finanziaria dell’istituzione.
Il Rettore dell’USI Boas Erez ha incentrato il suo intervento sul tema della speranza: quella riposta nei giovani studenti che con le loro idee e il loro impegno muovono iniziative nuove per lo sviluppo sia del mondo intorno a noi sia delle regioni meno fortunate del pianeta; speranza della Svizzera italiana nei confronti della sua Università, che oltre a offrirsi quale luogo aperto dove conoscere e capire il mondo, si sta facendo promotrice di numerose iniziative volte a sostenere l’innovazione del tessuto economico e sociale della regione. Speranze che alimentano la presenza crescente dell’USI nella vita del Cantone, con progetti volti al radicamento che spaziano da Airolo a Mendrisio, da Lugano a Locarno, nella visione di un’università distribuita e attenta al suo territorio.
A seguire, Lars-Erik Cederman, Professore al Politecnico federale di Zurigo (ETH Zürich) ed esperto nell’ambito dei conflitti internazionali, ha presentato durante la propria prolusione un’analisi del fenomeno dei nazionalismi etnici a livello globale. Le considerazioni proposte sono basate su un’imponente ricerca quantitativa capace di fotografare – grazie a una piattaforma digitale fondata su mappe interattive – l’evoluzione del fenomeno in oltre 100 Paesi nel mondo. Gli studi del Prof. Cederman sulla costruzione politica della pace e sul coinvolgimento delle minoranze etniche gli sono valsi l’anno scorso il Premio scientifico Marcel Benoist, considerato il “Nobel svizzero”.
Al termine della cerimonia, come da tradizione, sono state conferite le onorificenze. Boris Andreevič Uspenskij, semiologo e linguista di rilevanza internazionale, è stato nominato Dottore honoris causa in Scienze della comunicazione – su proposta dell’omonima Facoltà – “per aver contribuito in modo decisivo alla comprensione del legame organico tra cultura e comunicazione, sviluppando, insieme a Jurij M. Lotman, una concezione semiotica della produzione e trasmissione culturale, e per aver dato corpo a questa concezione attraverso una pratica inesausta di analisi, esercitata con rigore filologico sulle arti figurative, sui simboli religiosi e politici, sul significato culturale degli eventi storici”. Il Credit Suisse Award for Best Teaching è andato a Laurent Frésard, Professore di finanza presso la Facoltà di scienze economiche, “per la qualità dell’insegnamento”.
Il Dies di quest’anno è stato l’occasione anche per dire grazie ad Albino Zgraggen, Segretario generale dell’USI dal 1999, che ha di recente compiuto 70 anni e che dal primo luglio lascerà la sua funzione. Con l’aiuto di Fabio Capello e Franco Baresi, ospiti in videomessaggio, l’Università ha voluto esprimere pubblicamente la propria gratitudine a una persona che è stata ed è una vera bandiera dell’Università, un capitano e allenatore esemplare di una squadra di collaboratori, che ha portato avanti per oltre 20 anni un lavoro decisivo e instancabile a favore dell’USI, con entusiasmo, dedizione, empatia e generosità. Albino Zgraggen, concluso il suo mandato di Segretario generale, continuerà a occuparsi di due dossier importanti: l’accompagnamento della crescita della Facoltà di scienze biomediche e quello dei lavori per il Campus est a Lugano.
La cerimonia è stata accompagnata dagli intermezzi musicali a cura del Wise Monkey Lab.