Se il Lugano era chiamato ad una partita dentro o fuori, e la risposta è stata un Lugano operaio che ha messo sotto il Friborgo, in una partita che valeva moltissimo. Ma nulla è deciso, vi sono ancora tre partite difficili a cui il Lugano deve dimostrare se veramente merita i play-off o i play-out.
Per l’Ambri invece una vittoria che lo mette sulla strada maestra verso i Play-off con una vittoria strappata con forza e sfruttando le lacune degli avversari. Un Konz poi in grande formato ha permesso all’Ambri di stare a galla nel momento difficile. Siamo stufi però di sentire la solita frase tra allenatore e dirigenza: “Non dimentichiamoci da dove veniamo”. Continuano a menarla con stà faccenda di auto commiserazione, denotando mancanza di rispetto verso gli avversari. Tutti i club hanno la loro storia e tutti i club vengono dal basso e non per questo l’Ambri deve continuare a fare del vittimismo per giustificare eventuali sconfitte. Se questa è una strategia, a noi non piace. L’Ambri è un club di serie A e se vuole commiserarsi lo faccia in altre sedi. Se non si sente al suo posto allora che lasci il campionato, altrimenti giochi le sue partite al meglio, come sa fare in questa stagione e la smetta di sempre farsi del vittimismo. E non entriamo nel tema finanze perché allora anche in questo caso molte cose non funzionano. L’Ambri è un club pieno di storia, un club di tradizione, un club di montagna che giostra nella massima categoria e a commiserarsi fa male solo a se stesso. Non è degno delle gesta sportive fantastiche che nel corso della sua storia ha saputo regalare non solo ai suoi tifosi ma all’hockey stesso.