L’UDC Ticino non ha approvato il consuntivo 2015-2019 malgrado i conti in nero. La ragione è semplice: lo Stato ha 137 mio di franchi in più solamente perché la gente e le aziende ne hanno 137 mio in meno, e il loro disagio cresce. Perché chi viene tassato dallo Stato non è chi beneficia di questi soldi. Alla fine della legislatura in corso, nonostante patti declamatori di ferro fatti per risanare i conti senza più aumentare le spese, si saranno invece spesi 147 milioni di franchi in più rispetto agli impegni solenni presi, e per sanare questa manchevolezza si saranno sottratti già oggi 181 milioni di franchi in più ai contribuenti, e alla fine del 2019 saranno oltre 200 mio. Questo non è fair play. Le spese dello Stato sono cresciute senza potature. Il Ticino è passato dal “tassa e spendi” allo “spendi e tassa”. Basta vedere l’aumento di imposte, tasse e balzelli degli ultimi 10 anni e di quelli previsti per i prossimi 4 anni, con un pacchetto fiscale all’orizzonte che fa solletico.
L’UDC ritiene che il miglior e unico sistema efficace per spendere meno e meglio, è quello di far entrare meno soldi nelle casse statali e lasciarli nelle tasche dei cittadini e delle aziende.
Vista la situazione finanziaria attuale del Cantone, il Gruppo UDC ritiene che sia opportuno e corretto ritornare, dei soldi ai cittadini e alle aziende attraverso il ristorno immediato ai Comuni di 25 mio di franchi, nei sensi dell’iniziativa legislativa di alcuni comuni “Per Comuni forti e vicini al cittadino” del 1 novembre 2018 che chiede lo stralcio di questo contributo annuo. Perché dal 2014, il Cantone ha prelevato ogni anno ben 25 milioni di franchi supplementari dai comuni quale contributo al risanamento dei conti pubblici. L’UDC presenterà un’iniziativa legislativa elaborata da aggiungere al Preventivo 2020 per chiedere, con la modifica del decreto legislativo del 2014, la restituzione immediata dei soldi ai Comuni in caso di finanze positive.
UDC Ticino
Sergio Morisoli, capogruppo UDC