Il Partito Comunista della Svizzera italiana (PC) invita la popolazione a voler sostenere l’iniziativa “salvate l’oro della Svizzera” in votazione il prossimo 30 novembre. Questa posizione, in controtendenza rispetto all’opinione del fronte progressista svizzero, è in linea con la critica del PC alle sciagurate politiche della Banca Nazionale Svizzera (BNS). Il PC aveva già più volte messo in guardia sui pericoli (poi confermati da vari economisti, nonché dall’ex-CEO di UBS Grübel) della difesa della soglia minima euro-franco.
Per il PC l’iniziativa ha il pregio di rimarcare l’importanza dell’oro come bene rifugio contro le crisi delle valute Euro e Dollaro e degli attuali mutamenti del sistema monetario vigente. Il PC vuole mettere all’erta sull’attuale crisi del dollaro come moneta di riferimento degli scambi internazionali, la quale è causa principale dell’attuale situazione di instabilità e conflittualità su scala mondiale e che potrebbe riportare alla ribalta l’oro come mezzo di scambio almeno in un periodo di transizione verso il formarsi di un nuovo sistema monetario mondiale. E ciò anche in relazione al processo di internazionalizzazione della moneta cinese e la costruzione di un paniere di valute.
Non a caso, mentre la Svizzera ha scelleratamente percorso la strada del dimezzamento delle sue riserve auree svendendo l’oro a prezzi irrisori, gran parte delle potenze economiche mondiali, e i paesi emergenti (i cosiddetti BRICS), stanno acquistando grosse quantità di metallo giallo. È inutile dire che, in una situazione di esasperazione della crisi del dollaro, il 30% delle riserve d’oro svizzere detenute all’estero potrebbero essere bloccate o sottratte. Esperienza che la Svizzera ha già vissuto nel 1941, quando, una volta assunta la posizione di neutralità nel secondo conflitto mondiale, gli USA bloccarono per un certo periodo l’oro svizzero all’estero.
I comunisti non credono nella tanto decantata “indipendenza” della BNS. I vertici strapagati della BNS attuavano una politica d’indipendenza quando svendevano l’oro sotto pressione statunitense, favorendo così un attacco alla sovranità svizzera? Quali interessi difende la BNS quando esegue operazioni creditizie con quelle stesse banche private sempre più invischiate nelle speculazioni finanziarie e avare con le classi meno abbienti? Quali istituzioni europee difende la BNS sostenendo artificiosamente il cambio euro-franco sopra l’1.2? Il PC rivendica che la politica della BNS sia dipendente agli interessi della maggioranza della popolazione.
La critica secondo cui il rapporto del 20% tra oro e attivi nell’iniziativa riduca pericolosamente la diversificazione del rischio del bilancio della BNS è insensata se proveniente dagli stessi ambienti promotori della soglia 1.2 tra euro e franco. Essa non ha fatto altro che allargare il bilancio della BNS aumentando di dieci volte l’esposizione in monete estere, riducendo la “qualità” degli investimenti in monete estere, riempiendo gli attivi per ben il 47% di ben più “rischiosi” euro.
Con il divieto di vendita dell’oro la popolazione si assicura maggiore stabilità durante i futuri mutamenti geo-monetari, e si difende dalle politiche di totale sudditanza agli interessi dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Un asservimento che è riscontrabile in politici come Martino Rossi del Partito Socialista che alla domanda del perché bisognerebbe trasferire l’oro svizzero detenuto in America, risponde che: “è una cosa buffa, un po’ come quelli che mettono i soldi sotto il materasso perché non si fidano a lasciarli in banca ”. A Rossi rispondiamo: “se continuiamo a fare i cani di guardia di Unione Europea e Stati Uniti finiremo insieme a loro senza soldi e materasso per nasconderli”.
Partito Comunista della Svizzera Italiana