Premetto di far parte di quella cerchia di incorreggibili fumatori che dopo il verdetto popolare del 12. marzo 2006, rispetta a puntino la decisione dei concittadini aggiungedosi senza brontolare alla massa dei «notorici tossicomani» all’esterno dei ristoranti. In questo caso, come capita spesso quando si tratta di far rispettare cio’ che riguarda la popolazione indigena, le autorità sono state particolarmente solerti mettendo in atto a tempo record la nuova legge. Per le altre volontà del sovrano concernenti «tutti gli altri di questo mondo» come l’espulsione dei criminali stranieri e l’immigrazione di massa, ecco che di colpo vengono a galla le piangenti storielle sui diritti dell’uomo (e della donna) aggeggiate da profittatori con i piedi bene al caldo in quel di Strasburgo e attivamente spalleggiate dai cronici puntatori di dito nostrani. Lo stesso vale anche per la votazione sul divieto della dissimulazione del viso, pure nota come iniziativa antiburqa, approvata democraticamente e con grande maggioranza dal popolo ticinese ma sino ad oggi altrettanto deposta nel famoso cassetto. Come cittadino ho purtroppo sempre piu’ la legittima sensazione di essere l’ormai eterno imbrogliato in casa mia. Il prossimo 18. ottobre ho finalmente la reale possibilità di decidere assieme ad altri ticinesi chi nel prossimo quadriennio abbia a rappresentarci nel Consiglio agli Stati. Lasciando da parte i corteggiamenti da campagna elettorale in corso e analizzando le prestazioni delle diverse banderuole del vento proposte, la mia scelta è stata molto rapida e già realizzata: 1 crocetta per Battista Ghiggia e 1 crocetta per Demis Fumasoli, due nuovi e credibili rappresentanti a prova di vento federale e con spine dorsali tuttora diritte e immalleabili.
Flavio Laffranchi, Losone