E così il Blick ha deciso di scrivere un articolo per esprimere un giudizio sull’accoglienza in Ticino.
Poco importa. Bisogna essere sempre pronti ad accettare le critiche e trovare in esse un motivo per migliorarsi. Perché è vero: possiamo e dobbiamo migliorare tutti.
È da arroganti e presuntuosi pensare di essere già arrivati all’eccellenza.
Non mi interessa puntare il dito contro il Blick per difendere il Ticino. Preferisco piuttosto cogliere l’occasione per approfondire il tema con un sorriso ringraziandoli per la pubblicità fattaci, dedicandoci così tanto spazio.
Io amo le provocazione e non posso far altro che prendere questo articolo come tale.
Tanto per cominciare ho sentito davvero poche persone lamentarsi della cordialità e dell’accoglienza qui in Ticino: perché noi siamo cordiali e accoglienti di natura. Forse un po’ chiusi e legati con i catenacci al territorio e alla cultura locale, ma siamo educati.
Il Ticino sta vivendo una situazione non facile a causa della crisi, anche se c’è chi continua a sostenere che « non c’è alcun problema »… Difficile per chi sta bene economicamente, rendersi conto di cosa significa fare sacrifici.
Insomma il malumore è palpabile e per niente ingiustificato anche perché la politica Cantonale non fa molto per aiutare i cittadini e questo ovviamente si ripercuote sul loro umore.
Non avere un lavoro o averlo ma a condizioni precarie e dover sempre chiedere degli aiuti per alleggerire i conti a fine mese non è certo gratificante.
Come si può pretendere che una persona sorrida sempre ? Ma ripeto, chi non ha pensieri non può capire.
Ad ogni modo penso che queste critiche siano riferite soprattutto alle attività che « accoglono » i turisti.
E qui, cari miei, non posso che dargli ragione per un semplice motivo.
Vi siete mai chiesti chi lavora maggiormente nei luoghi frequentati dai turisti ?
Negli hotel, ristoranti, bar o negozi di quasi tutto il Cantone, ci sono dipendenti che arrivano da oltre confine. Spesso persone che non hanno alcuna formazione nel settore ma che permettono al datore di lavoro di abbassare lo stipendio.
(E non parlatemi dei contratti collettivi perché sappiamo tutti come è facile raggirarli sfruttando il personale a ore!).
Mi spiego meglio : se il gerente di un locale pubblico o negozio assume un dipendente non qualificato, con poca o nessuna esperienza e con appena l’italiano come conoscenza linguistica, per un impiego a contatto con i turisti, non possiamo pretendere che chi arriva da fuori ci faccia i complimenti.
Sappiamo benissimo le esigenze di chi viaggia da un Paese all’altro dove si parlano lingue diverse. Non si pretende chissà cosa, ma un minimo sforzo per capirsi è doveroso.
Conoscere le lingue è fondamentale ed è un valore aggiunto che noi ticinesi abbiamo e questo non dobbiamo dimenticarlo mai. Non parliamo alla prefezione tutte le lingue ma ognuno di noi (o quasi), si sa arrangiare almeno con le lingue nazionali e con l’inglese perché ce le insegnano alle scuole dell’obbligo.
Ecco, forse questo è un tema che andrebbe affrontato ed è compito della politica approfondirlo trovando delle soluzioni.
Vogliamo che si parli ancora meglio del Ticino? e allora comincino i datori di lavoro ad assumere personale seriamente qualificato e soprattutto residente.
E per favore, smettiamola con le favole in cui si narra che i ticinesi non fanno certi lavori : anche loro vogliono e devono lavorare.
Sono certa che i sorrisi non mancheranno e nemmeno i complimenti !
Mara Grisoni
Montagnola