L’espansione a innaffiatoio dell’AVS è stata bocciata dal Popolo
Il PLRT è molto soddisfatto dell’esito delle votazioni
Il PLRT prende atto con grande soddisfazione del risultato delle votazioni odierne. il Popolo svizzero ha chiaramente respinto il progetto di riforma dell’AVS voluto da un’improvvida alleanza di centro-sinistra che rischiava di creare un’AVS a due velocità e favoriva una sola fascia d’età penalizzando le altre. Ora si dovrà proporre una nuova soluzione che permetta di risanare le casse dell’AVS sul lungo termine affinché il patto tra le generazioni possa essere mantenuto. Come già annunciato, il PLR è pronto ad assumersi la responsabilità di presentare una nuova riforma sostenibile in accordo con le altre forze politiche.
Sul piano cantonale, il PLRT prende atto del risultato dell’iniziativa sull’insegnamento della Civica, ricordando come da sempre riconosca l’importanza del suo insegnamento. A tal proposito, il PLRT invita tutta la popolazione, giovani compresi, a partecipare giovedì 28 settembre ai festeggiamenti del Consigliere federale Ignazio Cassis.
UDC Ticino: successo su tutta la linea!
L’UDC Ticino si rallegra dei risultati delle votazioni odierne che hanno rispettato tutte le sue raccomandazioni di voto.
A livello federale, la bocciatura della modifica del sistema pensionistico – e del relativo finanziamento mediante aumento dell’IVA – ha impedito l’adozione di una soluzione pasticciata, iniqua e inefficace che non avrebbe fatto altro che posticipare di qualche anno il problema del finanziamento dell’AVS, rispettivamente dell’ulteriore aggravarsi di una situazione finanziaria sull’orlo dell’abisso. Con il NO popolare, Consiglio federale e Parlamento dovranno ora chinarsi di nuovo sul problema – certamente di non facile soluzione – elaborando delle proposte che riescano a organizzare il finanziamento dell’AVS su una base affidabile e duratura. Ci riusciranno? Non ci riusciranno? Staremo a vedere ma, in ogni caso, oggi è stato respinto un inefficace palliativo.
Sul piano cantonale, la grande incognita riguardava la modifica della legge sulla scuola, con la reintroduzione della civica quale materia a sé stante. Contro la proposta del Gran Consiglio era insorto un certo establishment dell’insegnamento (non tutto, fortunatamente, al contrario di quanto andavano affermando gli oppositori, queste associazioni sono ben lungi dal rappresentare tutti i docenti) calando arrogantemente dall’alto quali indiscutibili dogmi i loro punti di vista. Ebbene, la loro affermazione secondo cui la civica era già possibile insegnarla a sufficienza con il sistema attuale (spalmata sulle lezioni di storia) ha urtato contro l’evidenza che, a distanza di 12 anni dall’introduzione nella legge dell’articolo 23a in tal senso, uno studio della SUPSI (2012) rilevava che tale insegnamento non veniva impartito a sufficienza. Il popolo votante non ha quindi dato loro la fiducia che, decisamente in modo tardivo, gli veniva richiesta e ha accettato la modifica della legge con un più che confortevole 63,4%. La legge esce quindi rafforzata dal voto popolare, e l’UDC Ticino s’attende quindi che sia applicata con rigore.
Gli altri due oggetti in votazione – la sicurezza alimentare a livello federale e il controprogetto all’iniziativa “Uno per tutti, tutti per uno” a quello cantonale – pur non suscitando l’acceso dibattito creatosi attorno agli altri due temi, sono stati accettati a larga maggioranza, come indicato dal partito che può quindi dichiarare legittimamente di aver vinto su tutta la linea.
Partito Comunista: La bocciatura della PV2020 sia un primo passo per superare il sistema dei tre pilastri!
Il Partito Comunista si rallegra della bocciatura della Previdenza 2020 da parte del popolo svizzero.
La tesi del “meno peggio” enfatizzata da una parte della sinistra non ha retto: quello delle pensioni è un tema infatti per cui i cittadini e i lavoratori nel nostro Paese si sanno ancora mobilitare e una tale dinamica andava valorizzata e non bloccata con un compromesso al ribasso, che prevedeva l’aumento della tassa più anti-sociale esistente (l’IVA) e l’aumento dell’età pensionabile delle donne lavoratrici.
Se i partiti borghesi spingeranno per portare l’età pensionabile a 67 anni ci sarà sicuramente una nuova battaglia, perché la soluzione non è quella di ridurre i diritti del lavoro, ma piuttosto quella di rivedere tutto il sistema dei tre pilastri, rafforzando l’AVS e indebolendo il ruolo (fino alla loro scomparsa) delle casse pensioni private.