Se l’Ambri ieri sera ha commesso alcune leggerezze che sono costate la partita alla Valascia contro il Davos, esce consapevole che è una squadra con carattere e voglia di giocare da vendere. Hai i suoi schemi, ha la voglia di lottare e queste sono le premesse per la consapevolezza di essere squadra a tutti gli effetti e di poter vendere la propria pelle ad un prezzo molto caro contro chicchessia. Il fatto che il Davos abbia vinto ieri sera per 5:4 con golletto rapina negli ultimi minuti denota come l’Ambri sia stato in partita per tutta la partita.
Se a Lugano pensavano che senza Fischer la polmonite sarebbe guarita hanno commesso l’ennesimo errore di una dirigenza poco affine a risolvere i problemi. Di certo i giocatori anche ieri sera hanno dimostrato assoluta abulia, per non dire menefreghismo a tutti gli effetti, con le dichiarazioni a fine partita del capitano Hirschi che lasciano poco margine di interpretazione. Si sentono bene, e la carica era quella giusta. Forse proprio da questi giocatori “mammasantissima” bisognerà ripartire e lasciarli a casa, altro che rinnovo di contratto. Sono gente che perché da lustri a Lugano, con un palmares non indifferente pensano che sono degli intoccabili. Tutta gente, non va dimenticato, assunta dal ds, quella persona che mai si mette in gioco magari pensando che forse anche lui è una delle concause della disfatta bianconera e che disfatta. Qui ci vuole la mannaia e fare pulizia a partire dai senatori locali che non danno più nulla in pista (anagrafe) e non danno più alcuno stimolo ai compagni, anzi sono il peggiore degli esempi per i giovani. Gli stranieri sono a Lugano a loro pensiero in villeggiatura e ogni tanto devono scendere sul ghiaccio a giochicchiare con un disco nero. Filippula e Mortesson sono il nulla del nulla. Petterson ha qualche guizzo e nulla più per non parlare di Klasen che è l’ombra del giocatore che conosciamo. Ma dove si vuole andare con un team così malconcio e assolutamente scaricato e senza mordente. La posizione in classifica non è un caso ma il frutto del fallimento, clamoroso diciamo noi, di una compagine che si è guardata allo specchio e si è dette “Dio mio come siam belli”.
Il derby di questa sera vede un solo favorito, comprovato dall’attitudine della pista e si chiama solo Ambri Piotta. Per i bianconeri occasione ghiotta per sementire quello che noi pensiamo di loro, ma se non vi è quel fuoco sacro che si chiama amore per la maglia, questo Lugano si avvia miseramente ai play-out con enorme disonore e imbarazzo per una dirigenza, pensiamo alla presidentessa, che dà l’anima e non solo per vedere il suo Lugano primeggiare. I tifosi bianconeri si stanno dimostrando veri tifosi, in situazioni simili, nelle passate stagione avrebbero già contestato e abbandonato la pista.