La Svizzera ancora discriminata nei trattati fiscali con l’Italia?
Il PLR continua a fare pressing su Berna
Il PLR non demorde nella sua strategia tesa ad una ridefinizione dei rapporti tra CH e Italia, segnatamente nell’ambito del rinnovo degli accordi fiscali con il nostro importante vicino. Per il PLR è essenziale che i nuovi accordi tengano adeguatamente conto anche degli interessi del Canton Ticino e della sua piazza finanziaria ed economica. Il PLR è preoccupato per le difficoltà di avanzamento dei negoziati e per la tattica temporeggiatrice della controparte italiana. Deludente è stata l’ultima risposta del Consiglio federale all’interpellanza di Giovanni Merlini, nella quale l’Esecutivo dichiarava di non potersi pronunciare su un’eventuale violazione della Convenzione contro la doppia imposizione (CDI) da parte italiana in occasione dell’iscrizione (nel 1999) della CH sulle liste nere del diritto fiscale interno della vicina Repubblica. Intanto, in attesa dell’approvazione della legge italiana sulla “voluntary disclosure”, i tempi negoziali con l’Italia sembrano destinati ad allunarsi pericolosamente per gli interessi svizzeri e ticinesi, come rileva il Consigliere nazionale Giovanni Merlini nella sua interrogazione al Consiglio federale.
Come si legge nell’interrogazione odierna di Giovanni Merlini, “secondo indiscrezioni giornalistiche i negoziati fiscali con l’Italia sarebbero di nuovo bloccati, in attesa dell’approvazione da parte della Camera dei deputati del disegno di legge sul rientro dei capitali (voluntary disclosure), un atto unilaterale dell’Italia; nondimeno, sembra che questo disegno di legge italiano contenga disposizioni discriminatorie per la Svizzera. Se così fosse, il Consiglio federale come intende porvi rimedio?”
A più riprese il PLR si è battuto in questa tematica: è stata inoltrata un’iniziativa cantonale, è stato fatto in modo che il partito federale inserisse la questione dei frontalieri in Ticino nelle sue priorità, è stata consegnata la petizione indirizzata al Consiglio federale, e si continua a fare pressione su Berna assieme ai rappresentanti alle Camere federali.
Il PLR si aspetta che vengano trovate delle misure intelligenti atte a tutelare la Svizzera, e in maniera particolare il Ticino, e mantiene la pressione su Berna. Se le trattative dovessero fallire, il PLR ha già consegnato il 19 di giugno una petizione che esige la disdetta dell’accordo sui frontalieri.