1) Premessa
Recentemente l’istituto agrario cantonale di Mezzana ha festeggiato il primo secolo di vita. Per tanti anni questa struttura è servita principalmente per l’agricoltura mentre a partire dall’anno 2000 è diventato un centro di competenza per tutte le professioni legate al “verde”.
Questi festeggiamenti si sono svolti in un ambiente gioioso e con le opere di risanamento quasi tutte concluse tranne per l’impianto di riscaldamento che è tutt’ora provvisorio e non in linea con quanto previsto dal messaggio 6462 del 19 febbraio 2011 con il quale il lodevole Consiglio di Stato richiedeva un credito di costruzione complessivo di 13’678’300.00 franchi per la seconda fase dei lavori di risanamento e di ristrutturazione del complesso agrario cantonale di Mezzana suddiviso in:
a) 7’693’000.00 franchi per la ristrutturazione e trasformazione del comparto vecchia masseria in dormitorio, ristorante scolastico e spazi seminariali;
b) 4’645’300.00 franchi per la progettazione e la costruzione delle opere di contorno (posteggi, accessi viari, risanamento e ristrutturazione della cantina, ristrutturazione parziale di Villa Cristina, Officina, Orticola e deposito dei concimi);
c) 1’040’000.00 franchi per l’aggiornamento del credito per l’edificio scolastico;
d) 300’000.00 franchi per il concorso di progettazione relativo alla ristrutturazione di Villa Cristina
Per la nuova centrale termica il messaggio prevedeva testualmente che:
“la centrale termica, pensata per alimentare la nuova scuola e Villa Cristina, è stata in un primo tempo prevista all’interno della nuova struttura scolastica e avrebbe dovuto essere alimentata con il gas naturale. Nel contesto agrario di Mezzana è parso ragionevole riconsiderare la collocazione della centrale per approfondire il concetto che prevede di alimentare tutti gli edifici della cittadella attraverso il calore prodotto da una centrale separata a legna, posta possibilmente fuori dal nucleo di tale cittadella e facente parte di una zona “servizi” chiaramente distinta dalla zona dove si svolgono le attività seminariali, di formazione, alloggio e ristoro.”
Con la recente discussione e decisione del Gran Consiglio inerente il messaggio 6959 (allacciamento e cessione, con probabile dismissione di 2 centrali termiche a cippato a Teris) il Dipartimento delle finanze e dell’economia ha rassicurato i presenti “che con questa manovra non si vuole procedere in direzione di una dismissione del legno” e come citato dal rapporto della commissione della gestione:
« A seguito di questi incontri il Consiglio di Stato con lettera 1 giugno 2015 ha informato la Commissione di aver incaricato i servizi che fanno capo alla Sezione protezione aria, acqua e suolo, e alla Sezione della logistica, di valutare complessivamente la questione dell’approvvigionamento energetico degli stabili di proprietà dello Stato, con l’obiettivo di diminuire il consumo di combustibili fossili ed accelerare nel contempo il passaggio ad energie rinnovabili. A tale scopo è stato dato mandato di costituire un Gruppo di lavoro per “elaborare un concetto di progressiva dismissione del riscaldamento tramite combustibili fossili degli stabili di proprietà dello Stato con il passaggio a vettori energetici rinnovabili, possibilmente di produzione indigena, favorendo l’allacciamento a reti di teleriscaldamento esistenti o previste, in particolare alimentate con centrali a legna”. Questo Gruppo è stato nel frattempo costituito ed è operante.
Gli intendimenti del Consiglio di Stato sono volti a rafforzare l’importanza del settore della filiera bosco-legno. Grazie alla promozione degli impianti di riscaldamento a legna in Ticino, avviata alla fine degli anni 90, unitamente alla promozione dei progetti di cura del bosco di protezione, le utilizzazioni legnose hanno subìto in Ticino, negli ultimi anni, un incremento importante, passando da ca. 50’000 m3 di legname tagliato all’inizio degli anni 2000 agli attuali 100’000 m3, di cui ca. il 70% è costituito da legname d’energia.
Questo incremento delle utilizzazioni legnose sta avendo un effetto positivo sull’economia forestale in generale (occupazione nelle aziende forestali, situazione economica dei proprietari di bosco pubblici e privati), come pure sulla cura del patrimonio boschivo cantonale. La promozione degli impianti a legna permette inoltre lo smercio di un assortimento di legname altrimenti difficilmente commerciabile, per cui di riflesso si migliorano in modo importante le condizioni quadro del settore forestale del legno.
Il potenziale annuo previsto dal Piano forestale cantonale è di 150’000 m3, di cui ca. 110’000 m3 da valorizzare quale legname d’energia. Il potenziale a disposizione è quindi enorme, e oggi solo una minima parte del legname che viene abbattuto nei boschi ticinesi viene utilizzato negli impianti presenti in Ticino, mentre il resto dei quantitativi viene esportato, a prezzi irrisori, sia nel resto della Svizzera che in Italia.
La promozione di nuovi impianti sul territorio cantonale ha quindi il vantaggio di valorizzare in proprio, alla distanza zero, questa preziosa risorsa, a prezzi inoltre più interessanti, e quindi con un valore aggiunto a favore di tutto il settore forestale. Per ulteriori informazioni si rimanda alla Scheda P7 del PEC, che tratta l’energia del legno.
Recentemente il Consiglio di Stato ha inoltre pubblicato uno studio elaborato dalla SUPSI, attraverso il quale sono state approfondite le conoscenze sulle reti di teleriscaldamento e sulla loro effettiva convenienza energetica ed economica in Ticino, individuando soluzioni ottimali per reti di teleriscaldamento nella nostra regione e gettando le basi per incoraggiare la promozione e la diffusione di questa tecnologia”.
Le promesse, PEC in primis, sono per il settore forestale sicuramente incoraggianti mentre la realtà è attualmente più cupa.
Nel 1910 il legno copriva ca. il 15% del fabbisogno energetico svizzero. L’interesse per l’energia del legno si risvegliò con l’avvento della crisi petrolifera del 1973 e con il conseguente aumento del prezzo del petrolio. Dal 1990, grazie a provvedimenti mirati della politica energetica svizzera e all’aumento della sensibilità della popolazione per le questioni ambientali il suo impiego è tornato ad aumentare. Nel 2012, in Svizzera, l’energia del legno ha coperto il 4,2% del fabbisogno energetico totale utilizzando 4,29 milioni di m3 di legna, sostituendo ca. 880’000 tonnellate di olio di riscaldamento evitando l’emissione di oltre 2,7 milioni di tonnellate di CO2.
Come si evince dalla tabella 2 il bosco ticinese rappresenta ca. 11% del bosco Svizzero mentre per il totale degli impianti a cippato/biomassa quelli presenti in Ticino rappresentano un misero 0,84% e questo malgrado il forte sviluppo degli ultimi anni evidenziato dalla tabella 1.
Così come ben riportava il rapporto della gestione in merito al messaggio 6959 attualmente dalla cura del territorio e del bosco ticinese abbiamo un quantitativo di legname d’energia di ca. 70’000 m3 (tondo) che corrisponde a quasi 200’000 m3 di cippato che sfortunatamente non può venir smerciato sul mercato locale ed indigeno perché gli attuali impianti presenti sul suolo cantonale hanno una capacità annua di 50’000 m3 cippato (ca.18’000 m3 tondo).
Con l’abbandono del cambio fisso euro-franchi a 1.20 da parte della Banca Nazionale il mercato di esportazione della pregiata biomassa ticinese verso l’Italia non risulta praticamente più sostenibile economicamente.
A partire del 1 gennaio 2015 la grossa centrale Alpiq di Domat-Ems ha ridotto, causa cessazione del versamento degli incentivi per la produzione di corrente elettrica da fonti rinnovabili, del 80% la propria attività passando da un consumo di ca. 50’000 m3 mensili di cippato a delle quantità tra i 7-10’000 m3 mensili chiudendo immediatamente il mercato alle aziende forestali ticinesi.
2) Domande
Con la presente interrogazione chiediamo al lodevole Consiglio di Stato:
1. Il progetto di riscaldare il centro di Mezzana a legna/biomassa così come descritto nel messaggio 6462 è ancora attuale?
2. Se affermativo come spiega il Consiglio di Stato il lampante ritardo della realizzazione già decisa anni fa?
3. In ambito delle realizzazioni previste da questa richiesta di credito risulta che alcune opere siano state più onerose rispetto al preventivo e vi è il sospetto che i crediti per la centrale termica a legna siano stati sacrificati per altre opere. Corrisponde al vero?
4. Non reputa il Consiglio di Stato che con la realizzazione di una centrale termica a biomassa, egli, possa contribuire a dare un segnale concreto di fiducia al settore forestale?
Cordialmente Bellinzona 12 ottobre 2015
Henrik Bang (primo firmatario)
Franco Celio
Gianrico Corti
Michela Delcò Petralli
Jacques Ducry
Cleto Ferrari
Raoul Ghisletta
Andrea Giudici
Tatiana Grassi Lurati
Gina La Mantia
Saverio Lurati
Germano Mattei
Tamara Merlo
Mauro Minotti
Paolo Peduzzi
Giorgio Pellanda
Matteo Pronzini
Paolo Sanvido
Sergio Savoia
Giancarlo Seitz
Bruno Storni
Andrea Zanini