Si apprende dai media della vicenda di un 42enne, cittadino italiano, con vari precedenti penali e un ordine di carcerazione emesso dalla procura di Chieti, estradato negli scorsi giorni in Italia dal Ticino.
Sul nostro territorio il 42enne ha soggiornato in tutta tranquillità per un periodo non ben definito. Da quanto riferiscono i media sembra addirittura che la persona in questione, per almeno un anno (tra il 2017 e il 2018), abbia beneficiato dell’assistenza in Ticino.
Per ottenere gli aiuti sociali però, si sa, è necessario essere in possesso di un permesso di soggiorno rilasciato dopo i dovuti controlli.
Ciò premesso i sottoscritti deputati chiedono al Consiglio di Stato:
1. Il 42enne cittadino italiano, di cui sopra, era in possesso di un permesso di soggiorno? Se sì, di che tipo?
2. Quale è stato l’iter (date incluse) che ha portato alla concessione del permesso di soggiorno?
3. Vi sono state delle segnalazioni all’attenzione del Dipartimento delle istituzioni (DI) quando il 42enne ha fatto richiesta per ottenere gli aiuti sociali? Se sì, come sono state trattate?
4. Quali uffici sono stati coinvolti nelle varie procedure?
5. Quali controlli incrociati vengono – o andrebbero – fatti per evitare casi del genere?
6. Non ritiene il Consiglio di Stato che, vista questa e altre casistiche gravi, sia opportuna una revisione delle procedure?
7. Nel 2015 il Consiglio di Stato ha deciso di abbandonare la richiesta del certificato dei carichi pendenti per il rilascio o il rinnovo dei permessi B e G. Visto l’episodio in questione, il Consiglio di Stato intende reintrodurre la richiesta dei carichi pendenti?
Con ossequio
Fiorenzo Dadò e Giorgio Fonio