La raccolta firme, ignorata dalla stampa confederata, sta raccogliendo importanti e significative adesioni in Svizzera
Già CIRCA 650 persone hanno firmato la petizione che il movimento del Guastafeste ha lanciato un mese fa a livello nazionale e che chiede alle Autorità federali di proibire in Svizzera i movimenti islamisti (salafiti) e di chiudere i loro centri di indottrinamento che favoriscono la radicalizzazione dei musulmani. Importante : la petizione può essere sottoscritta solo “online” al seguente indirizzo : www.change.org/p/proibire-i-movimenti-islamisti-in-svizzera .
Una settimana fa avevo inviato a una cinquantina di giornali della Svizzera tedesca e francese un comunicato per informare del lancio di questa petizione, ma per quanto mi risulta tale comunicato è stato boicottato oltre Gottardo (viva la pluralità dell’informazione !) , e anche la stampa ticinese non è che vi aveva dedicato un gran spazio. Però la petizione sta ugualmente raccogliendo importanti e significative adesioni, di cui riporto qui sotto tre esempi :
1) Due associazioni romande hanno deciso di sostenerla in modo ufficiale , tramite anche i loro siti internet : si tratta del Movimento Svizzero Contro l’Islamizzazione (www.mosci.info) , che ha sede nel Canton Vaud, e dell’Associazione Svizzera Vigilanza Islam (www.vigilanceislam.com) , che ha sede nel Canton Ginevra.
2) Pure il dr. Sami Aldeeb (*) ha firmato la petizione dicendo di appoggiarla “ pienamente” e l’ha pubblicata sul suo blog (www.blog.sami-aldeeb.com/) al seguente indirizzo : https://goo.gl/KWAJza . Egli ha deciso di appoggiare la petizione con la seguente motivazione : “Gli islamisti sostengono un’ideologia di odio e di violenza che ha trasformato molti paesi arabi e musulmani in un campo di rovina, e ora diffondono questa ideologia in tutto il mondo. Con il loro atteggiamento troppo compiacente nei confronti degli islamisti, i paesi occidentali diventano veri e propri incubatori di terroristi che seminano la morte e la distruzione ovunque senza confini. È il dovere di questi paesi a cambiare il più presto possibile questo atteggiamento se non vogliono diventare loro stessi un campo di battaglia e rovina come la Siria o l’Iraq “.
(*) Sami Aldeeb, nato nel 1949, è un giurista cristiano di origine palestinese e di nazionalità svizzera. Ha conseguito il dottorato in diritto all’Università di Friburgo. Dal 1980 al 2009 è stato responsabile di diritto arabo e musulmano all’Istituto svizzero di diritto comparato, e attualmente è direttore del Centro di diritto arabo e musulmano che ha sede a Saint-Sulpice, nel Canton Vaud. E’ autore di numerose pubblicazioni sull’Islam, fra cui un Corano che riporta le “Sure” in ordine cronologico, e che prossimamente uscirà anche in versione italiana. Sami Aldeeb fa parte del comitato che nel gennaio del 2017 ha lanciato nel Canton Vaud un’iniziativa popolare contro l’integralismo religioso (http://www.contre-integrisme-religieux.ch/comite-initiative.html ) e ha scritto le argomentazioni riguardanti l’islam (http://www.contre-integrisme-religieux.ch/pdf/argumentaire2016.pdf (p. 7).
3) In Ticino la petizione ha ricevuto il sostegno dell’esperto di sicurezza Stefano Piazza, autore del libro sul fondamentalismo islamico nella nostra società intitolato “Allarme Europa” e presentato a Lugano lo scorso 17 marzo. Piazza è stato il primo ad aderire alla petizione, con la motivazione che “e’ ora di smetterla di illudersi che si possa integrare e convivere pacificamente con chi riconosce solo il monoteismo teocratico e non accetta la società occidentale democratica e politica. Si azzeri tutto, poi a bocce ferme si vedrà chi e’ meritevole di essere legittimato. All’epoca della votazione popolare che impedì la costruzione di minareti nel nostro paese la Svizzera venne tacciata di razzismo e di xenofobia ma oggi in molti si sono rimangiati i giudizi o fingono di non aver mai accusato il nostro paese. A volte nella vita di un paese occorre mettere un punto, fermarsi per evitare di essere travolti da fatti a noi totalmente estranei”.
Saida Keller-Messhali e l’islamismo in Svizzera
Per vostra informazione vi segnalo anche l’intervista rilasciata dalla signora SAIDA KELLER-MESSHALI al Telegiornale di LA 1 del 18 aprile scorso. La signora Keller-Messhali , di origine tunisina, vive in Svizzera ( a Zurigo), dove ha fondato il FORUM PER UN ISLAM PROGRESSISTA ( da lei presieduto) . La coraggiosa donna, vincitrice lo scorso anno del Premio svizzero per i diritti umani, sta scrivendo un libro (che uscirà in agosto) dedicato all’ISLAMISMO in Svizzera : a dimostrazione del fatto che la petizione lanciata un mese fa ha colto nel segno…
A proposito di islamismo la signora Keller-Messhali ha detto che nel nostro Paese vi sono almeno 70 moschee che dipendono direttamente da Ankara, e i cui imam spesso sono funzionari dello Stato turco mandati qui con una missione precisa (“anche la preghiera del venerdì in queste moschee – ha aggiunto – è filtrata da Ankara, e dunque non c’è nessuna indipendenza. E ciò è un problema!”). Poi ha ricordato che finora ben 81 giovani radicalizzati in Svizzera sono partiti a combattere in Siria per l’ISIS, e ha precisato che “non tutti i musulmani sono jihaddisti ma tutti i jihaddisti sono musulmani, e solo i musulmani possono risolvere questo problema. In Svizzera la grande maggioranza dei musulmani vive un Islam compatibile con i valori che caratterizzano la società, ma purtroppo spesso anche questa maggioranza moderna, aperta e umanista ha PAURA dell’Islam politico e violento, e per questo non si esprime, e non articola il suo pensiero. Il mio appello – ha concluso – è che questa maggioranza di musulmani ESCA DAL SILENZIO e alimenti il dibattito per mostrare che vi sono interpretazioni diverse nelle religioni e che anche l’Islam può essere vissuto in modo armonioso”.
Le parole della signora Keller confermano quanto esposto nel testo della petizione, soprattutto laddove (vedi frasi scritte in rosso) si fa cenno alla paura che i movimenti islamisti suscitano fra i musulmani “moderati”, quelli che la signora Keller definisce “moderni, aperti e umanisti”
Il testo della petizione
Ricordo che il testo della petizione, tradotto anche in francese e in tedesco sul sito Change.org , è il seguente : “La radicalizzazione dei musulmani moderati in Occidente è opera specialmente dei movimenti islamisti integralisti, come quello dei salafiti-wahabiti e dei Fratelli Musulmani, i quali per raggiungere il loro scopo di colonizzare l’Europa e di sostituire la democrazia con la sharia (facendo proselitismo e cercando di reislamizzare i musulmani laici e progressisti impedendo così la loro integrazione nella società occidentale) dispongono di mezzi finanziari ingenti per costruire e gestire moschee, centri “culturali” islamici e una fitta rete di associazioni. In questi ambienti di fanatismo religioso si crea l’humus che dà origine a violenze e terrorismo (come in quella moschea di Winterthur dove qualche mese fa l’imam invitava i “fedeli” a uccidere i musulmani non praticanti). Quindi, nell’interesse degli stessi musulmani moderati, che hanno paura di questi movimenti islamisti, occorre proibire la residenza e l’attività in Svizzera di questi movimenti integralisti che costituiscono un pericolo per la sicurezza del Paese e minacciano la pace religiosa e sociale, e occorre pure chiudere le moschee ed i centri “culturali” da essi gestiti e dichiarare fuorilegge le loro associazioni. Già nella Costituzione federale del 1848 vi era un divieto di residenza in Svizzera per i gesuiti, in quanto dopo la guerra del Sonderbund erano ritenuti a torto o a ragione un pericolo per la pace religiosa . Tale divieto venne tolto dal popolo solo nel 1973. A maggior ragione , se non si vuole che il terrorismo e il fanatismo religioso si diffondano anche nel nostro Paese, si dovrebbe dunque emettere un divieto di residenza in Svizzera per i movimenti islamisti che sfruttano la libertà di religione per perseguire scopi politici e diffondere un’ideologia totalitaria e antidemocratica ».
Giorgio Ghiringhelli, fondatore del movimento “Il Guastafeste”