Era l’altro giorno alla Valascia davanti ai tifosi, durante la presentazione ufficiale della squadra che ad oggi ha ancora qualche tassello mancante; uno straniero e un secondo portiere forte. Una squadra che non sa bene quale sarà la sua casa futura, ammesso che ci sia. Una squadra che ha voluto fare un passo indietro e rivolgersi ai propri giovani talenti per cercare un cambio di strategia e pensiero. Una squadra che ha scommesso su un direttore teccnico ex-giocatore, Paolo Duca alle prime armi in questo mestiere e su un allenatore di casa, che in B ha fatto tanto bene, quel Luca Ceresa che con il Biasca ha compiuto il miracolo. Una scommessa, o meglio tante scommesse che sanno di sfide per la vita. E Lombardi, per la prima volta ha risparmiato i tifosi di quegli slogan che fanno vibrare la tifoseria ma che alla luce dei fatti sono sempre stati smentiti. L’Ambri i play-off non sa più cosa sono, in parte per colpa propria e in parte per l’oggettiva fragilità che negli anni la squadra ha sempre dimostrato. Di certo lo spirito di vittimismo l’Ambri se lo porta con se; sempre a piangere verso gli altri, sempre a pensare che l’Ambri sia tutto nella vita, sempre a pensare che l’Ambri debba essere salvato sempre e comunque, anche con soldi pubblici se del caso perché istituzione. Ma le parole del presidente quest’anno sono state differenti, vuoi anche perché economicamente questa squadra traballa in acque agitatissime, vuoi perché dopo i vari proclami sulla nuova pista, da 75 milioni iniziali si è scesi a 43 e ne mancano una ventina di privati…. Insomma quest’anno il presidente è volato basso e ha fatto bene. E’ sbagliato mettere in testa ai tifosi falsi obiettivi, solo perché a inizio stagione bisogna vendere tessere, è meglio dire come stanno le cose, prendere coscienza che l’Ambri per salvarsi dovrà compiere l’ennesimo miracolo, e sperare magari che i giovani, come per incanto si gasano talmente tanto che porteranno questa squadretta di montagna a disputare i Play-off. Insomma quest’anno sarà dura, molto più dura anche perché, l’Ambri il campionato non lo gioca da solo ma vi sono altre 11 squadre ben attrezzate che non si lasceranno di certo intimorire dai leventinesi. Ma tanté, i tifosi una cosa di certo la sanno: dura o non dura, riconoscono al comitato il cambio di strategia e la voglia di voler riprendersi l’identità vera di valle. Ai giovani ora dare le risposte e anche se si perderà molto, almeno si dovrà riconoscere che il comitato ha avuto coraggio (anche se in parte obbligato dalle risorse finanziarie esigue) nel voler dare una svolta. Giochiamo in valle, per la valle e con i giovani della valle. E di questo, comunque vada a finire, bisogna darne atto.
La nostra vuole essere un’analisi razionale, senza condizionamenti dal tifo o dalle emozioni! (ETC)