(articolo scritto da Roberto Bosia e pubblicato su “L’Agricoltore”) Ormai siamo in clima natalizio e tutti a pensare a regali e gesti che possano compiacere chi li riceve. Una rincorsa già iniziata da metà novembre e che si protrarrà fin dopo Natale. Una rincorsa verso il regalo unico, speciale forse vistoso che a volte non viene apprezzato e addirittura viene poi ridato come regalo riciclato ad altri. I regali vengono quasi fatti per obbligo e autonomamente perché è tradizione e così si ha da fare. In particolare parliamo di regali tra adulti, noi che abbiamo già tutto, noi che non sappiamo più apprezzare la delicatezza del gesto del regalo. Perché devo fare regali a tutti, solo per evitare che dicano che non faccio regali e per obbligare altri a farli a noi. Regali molte volte inutili e di puro consumismo che non portano nulla se non spendere soldi, malamente, e dunque nessun beneficio post-regalo. Noi, a casa nostra, cerchiamo di farci regali utili, magari durante l’anno, in particolare ai figli grandi, se necessitano qualcosa lo comperiamo dicendo che vale per Natale. Il gesto del Natale, senza voler entrare nella tematica religiosa, è una pausa dove stare con la famiglia e cercare per un giorno almeno di non trascinarsi i soliti problemi giornalieri. Vivere il Natale è la gioia dello stare insieme, del donare se stessi con il cuore prima che regalare la pelliccia o il gioiello, che potrebbe essere un gesto obbligato, sempre più costoso per non fare peggio dell’anno passato o degli amici di famiglia.
Cerchiamo di fare un passo indietro e su cosa veramente ci piace: stare in famiglia, stare in compagnia, scambiarsi opinioni magari davanti un caminetto acceso, insomma vogliamo e ci piacciono cose semplici. Pensate che effetto farebbe regalare un pezzo di formaggio dell’alpe, quello fatto dalle vacche che mangiano l’erba e dove il contadino trasforma il latte in formaggio. Un pezzo di formaggio non è solo un semplice pezzo di formaggio. E’ una tradizione che si rinnova di anno in anno, è il sapore sempre diverso di questo “oro giallo” che in base alle erbe che mangia, lascia un sapore di territorio, un sapore unico ed irripetibile. Vogliamo mettere un pezzo di formaggio d’alpe, un buon bicchiere di vino ticinese e una compagnia vera e sincera … significherebbe passare una serata spensierata dove i sapori e anche i saperi di questi uomini che faticano per darci queste sensazioni di papille uniche e assolutamente indescrivibili. Chiudete gli occhi mentre si scioglie in bocca un pezzo di formaggio di quello buono, immaginate in estate le vostre passeggiate, gli incontri nelle capanne con questi uomini di montagna, che faticano ma che con gioia ti fanno assaggiare il loro prodotto. Ecco un regalo valido con valore aggiunto per Natale. Qualcosa che permette di socializzare. Lo sappiamo tutti che di fronte a queste prelibatezze ci si lascia andare e i pensieri scivolano verso la bontà e l’amicizia. Un regalo del territorio è un modo di dire grazie a chi ci permette ancora, in un mondo dove tutto è appiattito, anche i sapori, di gustare diversamente delle prelibatezze di casa nostra. Grazie. Noi regaleremo questi regali, perché vogliamo valorizzare i nostri prodotti, il lavoro dei nostri contadini e dare gioia ai palati che non sempre hanno la fortuna di potersi “pappare” queste eccellenze. Buon Natale e Buone feste anche da parte di ETiCinforma e tutti i suoi collaboratori.