Continuiamo a leggere bollettini di “guerra” sulle statistiche dei pernottamenti che calano, oggi del 2%, ieri dell’1,5% e via dicendo. Si creano gruppi di studi e si assumono specialisti del settore che non portano a nulla se non al mantenimento del regresso del turismo regionale. Allora si studiano le cattedrali nel deserto che lasceranno ai nostri figli debiti milionari e null’altro. Siamo entrati in parecchi ristoranti chiedendo al personale di indicarci una tal località sopra il paese e da quasi tutti abbiamo ricevuto una sola e secca risposta: “Non lo so”. Nessuna voglia di interessarsi, parliamo di essere clienti di quel ristorante che chiedono di visitare un luogo o qualcosa di caratteristico della regione. Almeno prendere una cartina geografica del luogo e guardare, o porla al cliente, nulla di tutto questo. Al nostro paese avevamo qualche anno fa redatto nostre spese un foglio a4 piegato in due con la cartina del paese, la lista dei ristoranti presenti e gli eventi, con anche i numeri telefonici dei vari enti o uffici turistici. Peccato che poi questi di sabato e domenica in piena estate siano chiusi. Abbiamo in mente che tanti anni fa quando gestivamo un albergo facevamo le “passeggiate scolastiche” sul territorio con il nostro personale, proprio per mostrare loro il territorio ed essere poi in grado di rispondere alle richieste dei nostri turisti. Un’altra risposta che ci hanno dato è che pernottano mangiano e vanno e loro incassano. Se è questo il concetto di fare turismo, per favore chiudiamo baracca e burattini e non parliamone più. Stiamo gettando soldi pubblici dalla finestra. Varrebbe forse la pena di riprendere dal piccolo il concetto di accoglienza turistica e lavorare sul personale addetto nei vari locali facendo loro conoscere il territorio o dando loro i mezzi per poter rispondere o quanto meno dare indicazioni dove il turista possa rivolgersi. E’ molto semplice. Questo è il frutto di voler assumere sempre e ad ogni costo personale straniero, magari pagandolo meno, senza interessarsi che servire un buon boccalino di Merlot del Ticino non è l’unico gesto importante. Il salutare, accogliere, saper rispondere alle domande del cliente-turista e quando se ne va, sempre con il sorriso, ringraziare e salutare. Tutto qui. Se mancano questi elementi base è inutile costruire un turismo teorico che va a cozzare con la pratica. Nello sport bisogna conoscere i basilari e poi si diventa campioni. Si salvano da questo marasma i locali gestiti dai locali e con personale del luogo. (ETC/rb)