Il Comune di Prato Leventina ha ricordato la figura del poeta, critico e traduttore leventinese Giorgio Orelli dedicandogli la piazza del paese. Dopo la breve cerimonia per l’inaugurazione della targa, svoltasi nella piazza di Prato con il discorso del sindaco Eros Hürlimann e alla presenza dei famigliari, Giorgio Orelli è stato ricordato attraverso la testimonianza di amici e colleghi attivi nelle università svizzere.
Giorgio Orelli, nato ad Airolo il 25 maggio 1921, era molto legato al villaggio leventinese in quanto la mamma era originaria di Prato Leventina e qui ha vissuto con la famiglia per alcuni anni, trascorrendovi in seguito regolarmente le vacanze.
Fototesto di Giuliano Giulini
Discorso pronunciato la sera del 25 settembre 2014 dal Sindaco di Prato Leventina all’occasione di intitolare la Piazza del paese al poeta Giorgio Orelli
La Comunità di Prato Leventina vuole oggi ricordare, a quasi un anno dalla scomparsa, la figura del suo grande poeta Giorgio Orelli. E affinché il ricordo possa durare nel tempo e tramandarsi alle future generazioni, il Municipio ha voluto intitolargli la piazza del paese.
Giorgio Orelli manca molto alle estati pratoleventinesi. Ancora ci stupiamo che da un momento all’altro la figura slanciata del professore non si affacci, come sempre ha fatto, dalla salita che giunge dalla sua casa, spingendo la inseparabile bicicletta con il bastone infilato per lungo nel portapacchi; e che, entrando nella piazza, non si fermi a salutare ognuno di noi, informandosi della salute e dei casi dell’esistenza, per poi passare al tempo, ai funghi, quest’anno abbondanti ma troppo bagnati, e ai mirtilli prelibati della Bedrina. Discorsi apparentemente comuni, ma nei quali Giorgio Orelli sapeva mettere il sale della sua sensibilità poetica, e trarne linfe insospettabili che li legavano agli amati poeti, a Dante, a Petrarca, a Leopardi.
Il rapporto di Giorgio con Prato Leventina è stato sempre strettissimo. Un legame profondo e naturale, che è durato per tutta la sua lunga vita. Un legame doppiamente vivo, perché nutrito di affetti, non soltanto famigliari, e di rapporti personali; poi perché fatto rivivere con la sua opera letteraria. E grazie ai suoi versi, la “conca” di Prato “scavata con dolcezza dal tempo”, le nostre montagne, dove “non ronzano i beati”, e gli “ultimi pascoli, che una luce rara accende”, come si legge nelle sue poesie, sembrano ancora più belli e più intensi.
Perciò dedicare a Giorgio Orelli questa piazza che con la sua fontana ha scandito tanti momenti anche della sua vita, rappresenta un piccolo omaggio, frutto naturale di una stima affettuosa per la sua persona, oltre che per la sua opera di scrittore.