Un articolo, o meglio analizzati ca. 4 articoli redatti da noi sulla città fantasia nominata Tiggiù, una fotografia negativa su una situazione particolari in cui vive questo paese fantasma, irreale e assolutamente frutto di fantasia dell’editore, dunque che lascia il tempo che trova. Personalmente non mi sono mai arrabbiato con chi ha espresso opinioni differenti, ci mancherebbe, anzi a volte sono state avviate discussioni sui temi interessanti e costruttive, ma la vigliaccheria di contestare su altri blog (sconosciuti per altro) non tanto i temi ma attaccare personalmente l’editore, facendolo oggetto di insulti di bassa lega e poi non avere neppure il coraggio di firmarsi, dimostra come sia facile e vigliacco, porsi dietro ad un computer e nascosti dall’anonimato sputare veleno sulle persone. Va benissimo ci mancherebbe, se questo è contestazione, significa veramente, a comprova di quanto andiamo scrivendo da un pezzo, che il mondo stà perdendo i pezzi. Naturalmente questo è il prezzo da pagare quando si fa opinione, si discutono, magari anche contestando alcune decisioni in ambito strutturale e politico, firmandosi. Da parte mia mai mi sono nascosto dietro le mie opinioni ed ho sempre firmato gli articoli di fondo, assumendomene pienamente la paternità degli stessi. Alcuni, sentitisi offesi personalmente hanno avviato procedure penali nei miei confronti, miseramente naufragate nel nulla. Mi piace fare mia una risposta data dal noto direttore e giornalista de #Il Giornale: definiscono accuse vergognose quelle che scriviamo, ma sono tutte certificate da fatti concreti e documentabili. Ma il problema non è questo. Non siamo invidiosi e non facciamo di conto a nessuno, se non a chi viene a frugare nelle nostre tasche con saccenza. Continuo personalmente nell’affermare che chi attacca le persone a titolo personale e neppure ha il coraggio di firmarsi, non merita nemmeno che si entri nel merito del tema. Noi cerchiamo il confronto, onesto e sincero, non facinoroso colmo di insulti personali, di persone frustrate che magari non hanno mai potuto esprimere una loro opinione e peggio ancora riportano il pensiero di altri che neppure loro si espongono. Li chiamavano in questo ultimo caso “porta borse”. Tanto dovevo.
Roberto Bosia, giornalista affiliato a CH-Media e founder di ETiCinforma.ch nel lontano 11 aprile 2006 (e fanno 13 anni di informazione corretta e di opinioni sui temi che ci toccano tutti da vicino)