Assegnare colpe di questo insuccesso è molto difficile. Ricordiamo che la macchina HCL stà in piedi per una dirigenza, in particolare non dimentichiamo la famiglia Mantegazzi, per la direzione sportiva, per il coaching e per i giocatori, passando dai vari responsabili psicologici, fisici, atletici e del materiale. Insomma tutti in causa per una stagione in cui poco ha funzionato. Si arrivavano da tre stagioni esaltanti, due finali ad un niente dal titolo e una semifinale… con gli stessi giocatori. Tutti davano forse per scontato che una squadra finalista l’anno successivo avrebbe giocato sull’onda di quella passata. Ci si è dimenticato anche che in pista vi sono due squadre, affamate di gloria e che giocare contro il Lugano è per tutti uno stimolo ulteriore a dare il meglio di se stessi. Diciamola tutta, un rilassamento da parte di ogni componente è certamente avvenuto. Un Lugano che quasi tutta la stagione si è trovata sotto la riga, dunque a rincorrere e alcune star, o dette tali, con molta supponenza, in cuor loro hanno certamente pensato che i Play-off sarebbero arrivati facilmente e poi vi sarebbe stata la trasformazione. Con un secco 4:0 nella serie da parte di un fortissimo Zugo il Lugano abbandona mestamente il campionato Svizzero. Incredibile come in alcune partite il Lugano ha dimostrato il suo vero talento ed in molte invece a mostrato il peggio di se stesso. Non ci inoltriamo ad affermare una mancanza di impegno, ma poco ci manca. Tre grandi professionisti si sono dimostrati tali e li citiamo, a nostro modo di vedere: Julien Vauclair, Gregory Hoffmann e Elvis Merzlikins. Questi tre hanno mostrato la via da seguire, un Hoffmann che ha firmato a metà stagione per lo Zugo, ha continuato a dare il meglio di se stesso e Elvis, non certo nella sua migliore stagione ha dato comunque molti contributi permettendo di annullare le debolezze mostrate dalla difesa e anche da altri giocatori. Ma questo non basta. Ireland ha una sola colpa a nostro modo di vedere; non aver creduto in Klasen a vantaggio di Haapala, una vera schiappa e con Chorney impalpabile. La più grande delusione è arrivata da Maxime Lapierre, assolutamente invisibile per l’ultima metà della stagione. Dopo aver firmato per ulteriori due anni è letteralmente sparito. Notizia del giorno dopo che Greg Ireland non sarà più nei piani del nuovo Lugano.
Ma passiamo ad un’altra posizione che lascia l’amaro in bocca. Roland Habisreutigen arrivato dieci anni fa e ci ricordiamo le sue prime dichiarazioni. Sono a Lugano per insegnare loro a lavorare. A parte questa supponenza ci chiediamo cosa ha portato di nuovo il DS a Lugano: nulla di certo, nessun titolo e tanti cambi allenatori, nessuna visione a medio – lungo termine, insomma occasione unica per la presidente Vicky di ripartire veramente da zero senza più condizionamenti da persone che a Lugano hano solo preso dando poco. Almeno a livello di titoli hanno prodotto zero.
E arriviamo ai tifosi: encomiabili per alcuni aspetti e condannabili in momenti topici come ad esempio per i festeggiamenti del 90esimo compleanno del mitico Geo. Contestare la famiglia Mantegazzi ci vuole coraggio e anche molta ignoranza. Senza Geo dapprima e Vicky ora il Lugano non sarebbe quello che è; una grande squadra, con grandi obiettivi e con la voglia di primeggiare sempre ed in ogni stagione. Da ora si riparte con nuove aspettative, dove finalmente si aggiunga al più presto quell’ottavo titolo di campioni che manca da troppo tempo.
Dunque una stagione andata a male, per vari motivi ed occasione finalmente per vere pulizie di primavera e ripartire con rinnovato entusiasmo rincorrendo il titolo di campioni, unica squadrai n Ticino in grado di riagguantarlo.