Che a Chiasso siano sensibili sul sociale è un dato di fatto. E’ forse anche una necessità. Di fatto ecco che il 1 giugno 2018 si inaugura un nuovo reparto di Cure Palliative Geriatriche presso la Casa Giardino a Chiasso. A disposizione un’ala, raggiungibile anche indipendentemente dai pazienti, con undici camere dedicate a questo. Ma non è sufficiente avere gli spazi, adibirli alle necessità e basta. Per far si che il tutto sia scrupolosamente vincente, bisogna creare un team di specialisti: le figure professionali sono parecchie capitanate dalla dottoressa Donata Bardella, uno dei pochi medici in Ticino con specializzazione FMH in cure palliative. Seguono capo reparto, infermieri, operatori sociosanitari OSS, assistenti di cura, fisioterapista, psicologo e assistente spirituale, che non è legato specificatamente alla religione ma al sostegno del paziente in questo percorso, che osiamo dire terminale. Infatti la definizione di Cure Palliative per anziani sono un supporto di accompagnamento che portano l’anziano, nel modo più spensierato possibile, al suo stato terminale. I parametri di accesso a questo reparto, accessibile per gli anziani che abitano nel Mendrisiotto, sono molto severi e qui riassumiamo: avere raggiunto i 65 anni, essere affetti da una patologia cronica evolutiva senza possibilità di terapie con obiettivo di guarigione, in fase terminale, che non necessitano di interventi diagnostici o terapeutici complessi, necessità di controllare sintomi non controllati a domicilio, rivalutazioni e prevenzioni dei sintomi, soggiorni di sollievo per famiglie a rischio burn out e accompagnamento alla morte quando diventa impossibile a domicilio.
Va anche detto che le camere possono essere personalizzate con effetti cari ai pazienti, per renderli più vicini al loro habitat naturale, come anche possibilità di famigliari di seguire nella struttura i loro cari.
Un progetto pilota che va nella direzione di dare benessere fisico ma in particolare spirituale a quelle persone che non lo troverebbero altrimenti. Un progetto pilota che dovrebbe essere seguito anche da altri istituti del Cantone.
Tutto questo non dovrebbe influire sulle convenzioni con il cantone e casse malattie a sfavore delle rette. Convenzioni, a nostro modo di vedere, capestro, che vengono mal interpretate da molti medici curanti… (potremo aprire il tema in altra sede).
Di certo un plauso al Municipio di Chiasso che si dimostra capostipite in sensibilità sociale verso i propri abitanti.
Eticinforma/R. Bosia-dir.