Sabato sera si è conclusa, con l’assegnazione dei Palmares, una prima edizione di Castellinaria capitanata da Flavia Marone, ricca di film che hanno saputo veramente offrire una panoramica sui veri problemi che possono presentarsi nel cammino di un giovane.
Problemi conosciuti ma che ancora possono suscitare pregiudizi, come la protagonista del film “Girl”, confrontata con il desiderio di cambiare sesso; o come il giovane David non ancora sedicenne, che nel film “This Crazy Heart”, tenta di ritagliarsi una vita accettabile e degna di essere vissuta, nonostante la grave malattia che lo affligge. Soffermandoci su quest’ultimo film in particolare, che a Castellinaria ha vinto più di un premio, ci possono tornare alla memoria altri film sul generis, come “Quasi amici”. In questo caso di produzione francese, anche questa trama vedeva l’amicizia tra un malato ed un suo improvvisato infermiere. Benché la malattia non sia mai una condizione facile, questi film (anche questo era una storia vera), hanno il pregio di coniugare brio e humor ad una grande umanità, così come molto spesso, si tratta di situazioni che hanno permesso l’incontro tra diverse culture; “incontro” che poi è sfociato in grandi e vere amicizie, che perdurano ancora oggi.
Tirando le somme, è da sottolineare che si è trattata di un’edizione nella quale, come ha detto il direttore artistico Zappoli, sono state premiate proprio le storie più ricche di umanità e di “sentimenti veri”, di vicinanza tra le persone. Storie in cui si dimostra come il dialogo e l’avere qualcuno accanto che ti accetta veramente e ti sostiene in tutto e per tutto, non lasciandoti solo nel cammino, è il dono più bello che la vita possa farti.
In fondo all’articolo, vi saranno dei link nei quali saranno fruibili le ultime serate, soprattutto quella della premiazione, così che anche chi non c’era possa rivivere l’atmosfera del momento.
Non da ultimo, vi sarà come tutti gli anni, anche la lista testuale dei premi assegnati con le motivazioni; ma è nei video che potrete ascoltare le professionali e sentite motivazioni dei giovani giurati di Castellinaria.
Ma prima, vi lascio alle mie recensioni degli ultimi film proiettati, (molto belli e molto premiati).
(Concorso 6-15).
“THIS CRAZY HEART”, di Marc Rothemund, tratto dal libro storia vera di David Meyer e Lars Amend. Germania, 2017.
David è un ragazzo di soli quindici anni, afflitto dalla nascita da pesanti problemi congeniti di salute, che gli hanno compromesso cuore ed altri organi e che lo costringono a sopportare dolore ovunque.
Non può vivere come i suoi coetanei e si sente isolato dal mondo e dalla vita. Per questo motivo, vorrebbe sospendere i farmaci non arrivando quindi a sedici anni, traguardo al quale mancano poche settimane.
Dal canto suo, Lenny è un trentenne di origine araba figlio di papà: il padre, vedovo e chirurgo di grido e che sul suo lavoro ha costruito un impero economico, era sempre via per lavoro e per compensare, ha concesso a Lenny ogni ogni vizio e capriccio.
Il risultato è stato un figlio che non studia e non lavora, che ormai adulto e mantenuto, pensa solo a divertirsi e sballarsi, incapace di assumersi qualunque responsabilità.
Alla goccia che farà traboccare il vaso, il padre, conscio a sua volta di aver passato più vita al lavoro che altro, deciderà di tagliare i fondi a Lenny, proponendogli un accordo: se vuole usufruire ancora dei beni paterni, deve aiutare David, suo paziente, ad esaudire i suoi desideri e convincerlo così che vale la pena arrivare almeno a sedici anni.
Lenny è uno scavezzacollo e non sembrerebbe ci sia molto da scommettere su un accompagnatore simile per un giovane così fragile. Invece nasce istantaneamente una grande amicizia, forte del fatto che Lenny sa far divertire David come nessuno al mondo, “dimenticandosi” spesso la malattia.
I desideri materiali di David saranno in realtà i più semplici da esaudire. Molto più difficile sembrerà ad una madre iperprotettiva, rendere possibili sogni come l’amore… ed altre cose che potrebbero mettere a dura prova “il pazzo cuore” del ragazzo.
Ma Lenny non demorde, e senza compiangimenti non solo aiuterà in tutto il suo piccolo amico; ma comincerà anche a capire il valore delle cose all’apparenza più semplici.
In serata, prima del film principale, è stato proiettato ancora uno dei corti del “Progetto Selfie”. In questi corti via via si delinea l’intento di rappresentare autentici ritratti di situazioni della vita, raccontate dai loro protagonisti.
(Concorso 16-20).
“GIRL”, di Lukas Dhont. Belgio, 2018.
Lara ha quindici anni e un tempo si chiamava Victor. Con determinazione, ha capito che la pelle di un ragazzo non è la sua, quindi inizia il percorso, spesso tortuoso, del cambio di sesso. Per potresti lasciare il passato alle spalle, con la famiglia ha cambiato città: non può iniziare la sua nuova vita in una micro società che la conosce come ragazzo.
Lara ha un grande appoggio: un padre che la capisce e l’appoggia in tutto, forse qualche volta, a fin di bene, fino al limite dell’invadenza. Quando il film inizia, ha appena iniziato la cura ormonale che servirà a modificare i caratteri sessuali secondari, come il seno, la voce e la scomparsa totale della barba. Anzi, l’impedimento della sua crescita: in Lara è stata bloccata la pubertà già da un po’, proprio per cominciare da nuova, una trasformazione al femminile.
Ciò dovrebbe rendere il percorso meno pesante, fino al momento in cui sarà fattibile il passo definitivo: l’intervento di ricostruzione genitale.
Lara però ha anche altro di cui occuparsi: il suo sogno è la danza e vi si applica anima e cuore; anche se naturalmente, condividere lo spogliatoio con delle ragazze “vere” mette sempre in pericolo il suo segreto.
Nonostante tutto l’appoggio paterno, Lara è messa a dura prova: non è semplice vivere giorno per giorno come una ragazza e sentirsi tale interiormente, senza ancora esserlo esteriormente.
Vive lo scombussolamento delle prime attrazioni, anche se non ha ancora capito del tutto se ad attrarla saranno ragazzi od altre ragazze. La giovane “implode” però sempre interiormente, facendo di tutto per controllare le sue emozioni così come deve controllare tutto il resto.
Fatto sta che ha fretta, Lara. Troppa fretta.
Ed un giorno commetterà un gesto molto pericoloso, pur di accelerare i tempi…
(Piccola rassegna).
“UNA CAMPANA PER URSLI”, di Xavier Koller. CH, 2015.
Ambientata nell’Engadina di inizio Novecento, la storia è tratta dall’omonimo racconto.
Un piccolo villaggio, incastonato in un meraviglioso paesaggio naturale, è teatro delle vicende del piccolo protagonista, e vede la suddivisione tra agricoltori e allevatori dai cittadini più abbienti.
In particolare, assistiamo alla rivalità tra Ursli, bambino abituato ad una vita più dura e spartana, ma accerchiato dall’amore dei genitori, e il viziatissimo figlio del sindaco del paese, che nonostante abbia già tutto, cerca in ogni modo di sottrargli, forte del ruolo paterno, tutto ciò che con amore Ursli si è costruito.
La situazione sarà spinta fino quasi alle massime conseguenze; ma grazie all’aiuto delle risorse naturali e di un lupo diventato suo amico, Ursli tornerà a casa in tempo per la tradizionale festa del 1. Marzo…
Molto bello, trovo, l’accento messo proprio sulla presenza benefica del lupo.
(Concorso 6-15).
“BALON”, di Pasquale Scimeca.
Italia, 2017. Prima svizzera.
La famiglia di due giovanissimi fratelli della Sierra Leone è stata massacrata dai mercenari. I due ragazzi si mettono allora in cammino, senza neanche sapere dove stanno andando, convinti di riuscire a raggiungere parenti in Svezia, come aveva loro detto il nonno.
Saranno molte le traversie e gli incontri che faranno, a volte positivi e a volte terribili, fino al giorno nel quale riusciranno ad imbarcarsi nel classico “barcone” straripante di profughi. Quando la pellicola termina, non sappiamo se arriveranno a destinazione.
Il film ci aiuta a comprendere un punto fondamentale: molto spesso queste persone attraversano mille Paesi, prima di raggiungere la destinazione, dove qualcuno che potrebbe aiutarli, li attende.
– Venerdì sera sono stati proiettati i cortometraggi del Concorso CASTELLINCORTO. –
(Concorso 16-20).
“LA PROFEZIA DELL’ARMADILLO”, di Emanuele Scaringi. Italia, 2018.
Storia di disoccupati con alte pretese culturali e molti sogni in tasca per l’avvenire, in uno dei quartieri peggio Messi di Roma.
Il protagonista, soprannominato “Zero”, convive con l’invadente presenza di un grillo parlante che gli sussurra di continuo le scomode realtà che vorrebbe ignorare, e che si manifesta nella surreale forma di armadillo parlante. Armadillo che come nel titolo, fa continue previsioni, pontificando su ciò che rischia essere il futuro del protagonista e della società attuale in declino morale, culturale ed economico.
La consapevolezza che mette probabilmente più ansia al protagonista è di dover diventare un uomo senza certezze alcune per il futuro…
• Video della serata conclusiva:
https://www.facebook.com/IntervisteFotoByMonnalisa/videos/210645176535311/
• Video dei saluti finali 31 edizione con le considerazioni di Flavia Marone e Giancarlo Zappoli:
https://www.facebook.com/IntervisteFotoByMonnalisa/videos/1029561833890795/
Monica Mazzei
Addetta stampa culturale
ETiCinforma
monica.mazzei.eventi@gmail.com
• LA LISTA DEI #PREMI:
CASTELLO D’ORO
CAMPEONES – Javier Fesser – Spagna 2018
premio offerto da laRegione
CASTELLO D’ARGENTO
ZOO – Colin McIvor – Gran Bretagna/Irlanda 2017
premio offerto da laRegione
CASTELLO DI BRONZO
THIS CRAZY HEART – Marc Rothemund – Germania 2017
premio offerto da laRegione
PREMIO ASPI
THIS CRAZY HEART – Marc Rothemund – Germania 2017
premio offerto dalla Fondazione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia (ASPI)
PREMIO UNICEF
BALON – Pasquale Scimeca – Italia 2017
Premio offerto da UNICEF Svizzera
Giuria “FUORI LE MURA”
THIS CRAZY HEART – Marc Rothemund – Germania 2017
CONCORSO 16-20
PREMIO TRE CASTELLI
CHRIS THE SWISS – Anja Kofmel – Svizzera 2018
PREMIO AMBIENTE E SALUTE: QUALITÀ DI VITA
FORTUNA – Germinal Roaux – Svizzera 2018
Premio offerto dal Dipartimento del Territorio del Cantone Ticino
PREMIO UTOPIA
DAS SCHWEIGENDE KLASSENZIMMER – Lars Kraume (Germania 2018)
premio offerto dalla Fondazione Monte Verità
PREMIO DEL PUBBLICO
MA QUANDO ARRIVA LA MAMMA? – Stefano Ferrari (Svizzera 2018)
PALMARES CASTELLINCORTO
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> Premio DANIEL
> SIRENE – Zara Dwiger (Olanda) – The Netherlands Film Academy 2018
> Storia originale, che riguarda l’adolescenza. Il film è costruito con grande poesia e una fine narrazione.
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> Menzione speciale
> ACCORD PARENTAL – Benjamin Belloir (Belgio) – INSAS 2018
> Per la forza e originalità della storia, la dualità dei due personaggi, della madre e della figlia, simili e diversi nel contempo.
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> Premio del pubblico RAIFFEISEN
> SIRENE – Zara Dwiger (Olanda) – The Netherlands Film Academy 2018