1) Chi è Massimo Mobiglia nella vita di tutti i giorni ? (sposato, figli, hobby, interessi, sport, musica preferita, ecc.)
Ho 46 anni, sono felicemente coniugato da 18 anni, padre di due figli, un ragazzo di 15 ed una ragazza di 12 e vivo nel Comune di Minusio. Diplomato come architetto al Politecnico di Zurigo nel 1994 mi sono specializzato nel risparmio energetico ed infine ho concluso un dottorato al Politecnico di Milano in Tecnologia dell’architettura. Conduco uno studio d’architettura da 20 anni e l’attività principale è il risanamento energetico. Dal 2006 sono docente e ricercatore presso l’Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito della SUPSI.
Sono attivo politicamente dal 1999 da subito in area eco-liberale. Amo il giardinaggio, e sono appassionato di musica classica. Suono a livello amatoriale il violoncello. A fine aprile diverrò presidente del WWF Svizzera Italiana.
2) Noi vorremmo in CdS anche persone di categorie diverse come ad esempio casalinghe o artigiani, impiegati e operai di fabbrica. Come fanno avvocati, liberi professionisti, studenti universitari o impiegati quadri dell’amministrazione cantonale di cercare di risolvere i problemi della gente comune, quando non ne sono confrontati loro stessi ?
Effettivamente la composizione sia di Consiglio di Stato sia di Gran Consiglio dovrebbe essere più variegata ed includere più categorie. Per questo da un lato i partiti dovrebbero attivarsi maggiormente nel reperire persone interessate mentre dall’altro la popolazione, con l’esercizio del voto, dovrebbe promuovere queste figure. Ciò avviene solo in minima parte.
Però non demonizzerei su tutto, in particolare tra i liberi professionisti, come ingegneri ed architetti, che sono molto legati con la realtà locale, troviamo persone molto attente e che, per il loro tipo di lavoro, sono a contatto con i problemi della gente.
2,1) Abbiamo il sospetto che oggi il candidato che riesce meglio a comunicare con i mezzi a disposizione, abbia maggiori possibilità di elezione, a prescindere dalle proprie qualità? Come può il candidato della montagna entrare nel cuore degli elettori?
Effettivamente vige questa tendenza. Chi ha pochi mezzi o poca dimestichezza con i mezzi è svantaggiato. È la triste realtà che non sempre premia chi porta idee qualitative. Il mio auspicio è che la gente ascolti maggiormente i candidati che propongono visioni a lungo termine!
3) Leggendo sul vostro sito si vedono i temi a voi cari, ma nessuna soluzione concreta. Mi dica come risolverebbe con un solo colpo di bacchetta magica il problema di lavoro per tutti i residenti?
Credere di risolvere tutto con un colpo di bacchetta magica è assai naiv; in realtà sono necessarie intense trattative ed una visione a 360° di tutto il pianeta del lavoro.
La piattaforma programmatica PVL, composta da un lato dalle linee guida generali e dall’altro da misure concrete, propone molteplici misure per favorire il lavoro, ad esempio sviluppando un modello di crescita sostenibile che sia in grado di generare impiego qualificato e benessere, sostenendo le PMI con politica fiscale incentivante, riducendo la burocrazia e mantenendo il mercato del lavoro attrattivo e flessibile, oppure elargendo incentivi alle imprese per installare nuove aziende che portino posti di lavoro per residenti, senza dimenticare la promozione nelle zone periferiche, ad esempio potenziando la LIM per lo sviluppo delle regioni di montagna.
4) Turismo: da vent’anni le cifre sono impietose verso il Ticino. Ora è cambiata l’organizzazione ma le persone rimangono. Una ricetta per il rilancio turistico e che in caso di elezione dovrà essere un suo preciso impegno nel perseguire ! Non pensa che il fatto che molti comuni assumano addetti al turismo sia un segnale che gli enti locali del turismo non funzionano come dovrebbero?
Le idee per il turismo ci sono, come quelle di puntare su qualità ed innovazione, ad esempio un turismo sostenibile, salvaguardando al meglio le risorse naturali, ma finché si darà più peso a fattori di tipo personale (tipiche dei ticinesi), sarà poco probabile avere una svolta. Per voltare pagina è necessaria responsabilità ed unione d’intenti ovvero un cambiamento di mentalità!
5) con un si o un no senza commentare:
• raddoppio Gottardo: No
• diminuire le tasse: No
• la scuola media un fallimento totale: No
• diminuire i redditi al corpo insegnanti: No
• trasporti pubblici gratuiti per giovani e AVS: Si
• cassa malati unica cantonale: Si
• prostituzione in aree definite: Si
• ridurre i frontalieri subito a meno di 40’000 unità: No
• favorire la popolazione delle valli con aiuti mirati e concreti: Si
• finanziare i piccoli artigiani indipendenti che si insediano nelle valli: Si
• non sarebbe grande intelligenza politica “departitizzare” tutte le associazioni para statali?: Si
• bisogna preferire i contenuti e le persone rispetto al privilegiare i partiti: Si
• giusto continuare a gettare soldi agli impianti invernali del Ticino sapendo ogni anno necessitano di sussidi statali per ricominciare l’anno dopo?: No
• sono d’accordo di finanziare con importanti risorse statali il fantascientifico stadio del ghiaccio della Valascia, penalizzando poi la socialità di gente che necessita aiuti minimi ma concreti?: No
6) Perché la politica attira sempre meno persone. Urge un esame di coscienza da parte dei partiti oppure è la gente che semplicemente non si interessa? Chi fa parte dei Verdi Liberali è più verde o più liberale?
Per intraprendere seriamente il cammino politico è necessario molto tempo e dedizione, molta pazienza necessaria per capire, analizzare le problematiche sempre più complesse e confrontarsi al fine di proporre soluzioni democratiche. I partiti dovrebbero mettere l’accento su questo affinché la popolazione riacquisti la fiducia persa!
Un verde liberale è al contempo sia verde sia liberale. Prendiamo ad esempio la pianificazione del territorio: oggigiorno abbiamo una visione conservativa del suolo ma non ci limitiamo alla mera protezione, siamo coscienti che con alcuni provvedimenti questo si trasformi in una grossa opportunità economica (politica fondiaria, addensamento di qualità, piani regionali, revisione degli indici, promozione di quartieri sostenibili, …)
7) Perché non concedere un assegno mensile di frs 1800.- per 6 anni a tutte quelle donne che rimaste in cinta, abbandonano il mondo del lavoro per fare la mamma a tempo pieno. Lei come si porrebbe di fronte a questa soluzione che porterebbe enormi vantaggi non solo alla sana crescita dei nostri figli ma anche al mondo del lavoro?
Proporre una soluzione che toglie dal mondo del lavoro la donne per un lungo periodo è molto sbagliato, pericoloso e penalizzante. Innanzitutto la responsabilità di crescere i figli sta ad entrambi i genitori e perciò le soluzioni molteplici devono fare in modo di togliere ad entrambi i genitori un carico mantenendo contatto con il mondo del lavoro: dal tempo parziale, agli asili nido, alle mense, allo home-working fino al congedo paternità. La composizione dei nuclei famigliari oggigiorno è molto variata e devono essere studiate proposte che possano aiutare chi ha le maggiori difficoltà (come le famiglie monoparentali).
7.1) Il Governo e l’economia non vogliono stilare una lista con le aziende che occupano solo personale locale e indigeno. Non pensa che tra alcuni parlamentari/imprenditori prevalga il proprio interesse personale anziché il bene comune?
Anche se a prima vista l’idea di un logo potrebbe sembrare affascinante poiché mostra trasparenza, in realtà cela molte insidie. Ma com’è possibile confrontare un panettiere con un’amministrazione comunale o una banca o un muratore specializzato in pietra naturale o un docente? Vi sono settori che strutturalmente hanno da tempo un elevato numero di persone straniere difficilmente sostituibili con residenti ed altri che hanno principalmente personale residente o altri ancora in cui gli stranieri hanno sostituito i residenti. Per punire gli abusi degli ultimi si arriva a mettere alla gogna pubblica i primi che per ragioni di forza maggiore devono assumere stranieri.
Se l’intenzione è di promuovere la manodopera locale allora si potrebbe spingere maggiormente sulla responsabilità sociale d’impresa!