In qualità di studente, l’argomento della scuola e dell’accesso all’istruzione mi sta particolarmente a cuore. Il Partito Comunista (PC) è sempre in prima linea nelle battaglie a fianco degli studenti per ottenere una scuola più democratica e accessibile a chiunque. Alcuni obiettivi sono già stati parzialmente raggiunti, per esempio il raddoppio dei posti disponibili per il corso passerella (il quale prepara chi ha terminato un apprendistato ad accedere a un’università o a un’alta scuola pedagogica svizzera), che è stato possibile grazie al lavoro del nostro deputato in Gran Consiglio Massimiliano Ay. Sono ancora molti però i risultati da ottenere e il nostro programma elettorale è ricco di proposte in tal senso. Fra le varie rivendicazioni, non mancano quelle più “tradizionali” su cui battere il chiodo, come il rafforzamento delle borse di studio e la diminuzione dei costi della formazione.
L’istruzione è infatti un elemento fondamentale per una società realmente democratica e giusta. Chiunque deve poter avere la possibilità di accedervi, indipendentemente dalle proprie origini sociali. Nel nostro Paese, purtroppo, ciò non è ancora del tutto realizzato, come dimostra la selezione sociale che avviene nelle scuole medie, dove i “livelli B” (la cui abolizione, che noi rivendichiamo, sarebbe stata uno dei pochi aspetti buoni della riforma “La scuola che verrà”) sono per lo più seguiti da allievi di modeste origini sociali. Questo perché un ragazzo proveniente da una famiglia operaia che si trova in difficoltà con lo studio ha meno possibilità di essere seguito dai propri genitori e ancor meno di frequentare lezioni private. Per quanto riguarda le scuole medie superiori, nonostante esse vengano definite gratuite, comportano diversi costi, come il materiale didattico o le gite scolastiche, che sulle famiglie meno abbienti pesano in modo tutt’altro che indifferente. È per questo che una diminuzione dei costi di formazione andrebbe a favore della maggioranza della popolazione, che deve faticare duramente per permettere ai propri figli di seguire il percorso scolastico desiderato.
I costi per gli studi universitari sono esorbitanti, dato che i giovani ticinesi si vedono praticamente costretti a varcare le Alpi. Nonostante ciò, negli ultimi anni gli aiuti allo studio sono stati tagliati drasticamente, escludendo da essi le famiglie del ceto medio. Gli ultimi aumenti concessi (forse in ottica elettorale?) non sono abbastanza e occorre assolutamente rafforzare maggiormente le borse di studio. A tal proposito il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha consegnato ad aprile una petizione, sostenuta dal Partito Comunista, con oltre 2’200 firme, alla cui raccolta ho partecipato personalmente. Non bisogna però dimenticare che l’obiettivo ultimo è una totale gratuità dell’istruzione, anche a livello universitario.
Occorre democratizzare al più presto l’accesso all’istruzione e migliorare quest’ultima, rendendo essa stessa più democratica e umanistica, così da favorire il senso critico nelle nuove generazioni e lo sviluppo in senso progressivo della società.