La Confederazione ha deciso la chiusura di ristoranti e bar per un mese, come pure di tutte le strutture sportive e culturali all‘interno. Inasprite le regole per la capienza dei negozi, che però potranno rimanere aperti fino alle 19 solo nei giorni feriali. (Nella foto un tavolo apparecchiato ma senza clienti!)
Sono misure inevitabili nella situazione attuale sempre critica, secondo il Consiglio Federale, dobbiamo accettarlo. È importante però che nell’incertezza non si continui a cambiare le regole, siamo tutti sempre più confusi e vi sia un adeguato sostegno finanziario ai settori colpiti così duramente.
Continuiamo a comunicare via social, computer, telefono e perché no per lettera.
Le stesse nostre preoccupazioni vanno anche ai titolari e collaboratori di palestre, piscine, saloni tempo libero, locali di cultura, ecc.
Potremmo fare tanti commenti, valutare le incongruenze, ospedali pieni e si permette di sciare con grave pericolo per gli sciatori e doppio intasamento ospedali, permettere ai negozi di fare come vogliono, nessun controllo, lo abbiamo di persona verificato in vari negozi questa settimana, sprovvisti di disinfettante, di contatore, ecc. Si sono colpiti i più deboli e quella categoria che prima di tutto si è adoperata ad adattarsi alle continue richieste di modifica di regole, assumendosi costi enormi, ora li si chiudono sebbene siano i luoghi più sicuri e si sorvola su realtà ben più pericolose. Pensiamo ai trasporti pubblici, agli assembramenti notturni nelle città, alle festicciole private in numeri importanti, ebbene in questi casi nulla da eccepire. Sono troppe le contraddizioni che lasciano sbigottiti tutti quelli che si comportano bene e che pagano per chi non rispetta le regole. Il personale della ristorazione avrà dunque solo l’80% dello stipendio, se va bene, altrimenti verrà licenziato e i ristoranti che falliranno non si conteranno. Ma li avete sentiti gli impresari costruttori, economie suisse e USAM e tanti altri gruppi di potere economico, velatamente far capire al Consiglio Federale e a caduta al Consiglio di Stato del cantone Ticino dettare da qualche giorno le regole. I politici hanno seguito alla lettera le indicazione di questi gruppi economici, penalizzando chi purtroppo non è così organizzato in associazione sebbene abbia un’incidenza sul PIL oltre il 10%…
Inutile discutere, speriamo solo in una equiparazione di sacrifici: che a tutti i dipendenti, non solo quelli colpiti da misure coercitive, vengano decurtati gli stipendi, pensiamo a tutti i dipendenti statali e parastatali in ogni ordine e grado. Che l’esempio venga prima da chi è sempre stato favorito e allora ogni sacrificio richiesto al popolino sarà meglio accettato e condiviso. Ma forse questa è fantapolitica, chi ha vantaggi mica si auto flagella da solo.
Inutile commentare, stiamo a vedere cosa succederà e che i responsabili di queste direttive siano chiamati a pagarne le eventuali conseguenze anche a titolo personale. Troppo facile decidere e indipendentemente dalle decisioni prese nessuna responsabilità personale assunta. (ETC/rb)
Una nostra utente osserva a ragione quanto segue: “…ma associare le palestre ad il semplice tempo libero è totalmente riduttivo e sbagliato. In queste strutture si seguono persone con post operatorio, persone obese o che stanno uscendo da anoressia o problemi di depressione. Rendiamoci conto come questa chiusura che danno crea a queste persone???? E conseguentemente aumenterà i costi delle casse malati che saranno probabilmente chiamate a pagare cure ben più costose per risolvere questi problemi sanitari.