L’esempio vallone serva alla Svizzera: NO al TTIP/TISA!
Il Partito Comunista esprime solidarietà per il grande lavoro di mobilitazione svolto dai compagni del Partito del Lavoro del Belgio (PTB) e dai suoi deputati nel parlamento regionale della Vallonia, il quale ha recentemente bloccato il CETA, l’accordo di libero commercio fra l’UE e il Canada. Si tratta di una decisione molto positiva di rimando anche per la Svizzera, poiché il nostro governo vuole integrare la Confederazione in analoghi accordi denominati TISA e TTIP.
Questi ultimi sono accordi che liberalizzerebbero e privatizzerebbero i servizi pubblici, imponendo l’irreversibilità delle decisioni: una volta privatizzato un settore, ad esempio, esso non potrà mai più essere ri-nazionalizzato, in barba alla democrazia e alla sovranità popolare. Ma oltre a ciò questi accordi – negoziati in un clima di segretezza – avvantaggerebbero unicamente le multinazionali e vincolerebbero l’economia svizzera al solo mercato atlantico.
Chi a destra si riempie la bocca di patriottismo e poi in Consiglio Nazionale vota a favore dell’elaborazione di una strategia che approvi TTIP e TISA non fa i nostri interessi nazionali. Il Partito Comunista ritiene che oltre al movimento sindacale, anche la piccola imprenditoria e persino quella parte di borghesia svizzera meno subalterna ai diktat degli Stati Uniti e dell’Unione Europea devono unirsi per opporsi a questi accordi e anzi lavorare affinché la Svizzera diversifichi i partner commerciali e si apra ai paesi emergenti.
Il Partito Comunista invita il Consiglio di Stato ticinese a farsi portavoce presso le autorità federali della sospensione delle trattative in corso e di dichiarare la Svizzera estranea al TTIP e al TISA. In tal senso si muoverà anche un prossimo atto parlamentare del nostro deputato Massimiliano Ay che sarà aperto a tutti gli altri granconsiglieri sensibili alla tematica.
Partito Comunista
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