Incompetenze e inefficienze manageriali che ricadono sul tessuto sociale e lavorativo del Cantone.
L’Organizzazione per il lavoro in Ticino (TiSin), che si ispira ai principi di difesa del tessuto lavorativo locale, insorge contro i licenziamenti sommari preannunciati da una dirigenza che si è dimostrata scarsa da profilo manageriale, inefficiente e per niente lungimirante nelle strategie imprenditoriali.
Dopo i 25 licenziamenti intimati nel corso di novembre 2019, puntuale come si poteva facilmente presuppore la stessa direzione preannuncia, in modo disinvolto e superficiale, di volerne licenziare altri 110, con la scusante della crisi del settore automobilistico (guarda caso proprio nel momento di punta di una crisi imputabile in parte al COVID-19) nel quale si è impantanata.
Che la crisi del settore automobilistico sarebbe arrivata lo si sapeva da anni, ma la direzione della Mikron, pur avendo nei momenti buoni importanti mezzi finanziari per puntare sulla diversificazione, ha fatto poco o niente per l’acquisizione di nuove aree di mercato alfine di assicurare il futuro all’azienda e quello dei suoi collaboratori.
È dunque la direzione che dovrebbe essere licenziata, con l’aggravante dei gravi motivi, non i dipendenti che hanno sempre fatto il loro dovere, magari supplendo anche alle inefficienze della stessa direzione.
TiSin non mancherà, dunque, di intervenire a sostengo del personale della Mikron, per far luce sull’operato della dirigenza e per sostenere tutte le azioni sindacali possibili al fine di scongiurare il dramma cui andrebbero incontro le famiglie dei lavoratori colpiti da un simile (inaccettabile!) licenziamento di massa che va a colpire l’intero territorio.