Il Partito Comunista si oppone fermamente alla riduzione delle borse di studio in favore di prestiti di studio: una manovra scellerata, atta a scoraggiare le fasce più deboli della popolazione nell’intraprendere gli studi universitari.
Se i conti del Cantone presentano cifre nere, con un avanzo straordinario di 137,2 milioni di franchi (rispetto ai 7,5 milioni stimati a preventivo) – molti dei quali pagati dai contribuenti meno abbienti attraverso gli scellerati tagli nella socialità, in particolare nella politica familiare, colpendo in particolar modo gli assegni integrativi e di prima infanzia AFI/API e i sussidi cassa malati (mentre i premi continuano ad aumentare) – la scelta della destra economica va di nuovo a colpire chi non può permettersi di intraprendere il percorso universitario”.
Non si tratta solo di creare un deterrente agli studi per le classi sociali medio basse. Si tratta anche di indebitare per decine di migliaia di franchi degli studenti, i quali dal terzo anno di rimborso su sette previsti devono pure pagare gli interessi sull’importo ancora scoperto. Un’ipoteca sulla propria vita, che deve anche fare i conti con un mercato del lavoro sempre più ostile e precario.
Secondo il rapporto, nel prossimo anno scolastico la quota di prestito obbligatorio aumenterebbe dal 10% al 25% della borsa di studio totale. Rispetto all’anno scolastico in corso, il sindacato VPOD afferma che «vi sarebbe di conseguenza un peggioramento dell’assegno a fondo perso ricevuto dagli studenti master, che scenderebbe dal 90% al 75% della borsa di studio totale. Il peggioramento riguarda circa 500 studenti master». In un mondo del lavoro che richiede sempre maggior specializzazione per completare la formazione – la vecchia laurea quadriennale è oggi equiparata all’intero ciclo di bachelor (3 anni) e master (2 anni) – la scelta di colpire gli studenti è controproducente non solo dal punto di vista sociale, ma pure da quello economico!
Il Partito Comunista si batte da sempre per il diritto allo studio e per il sostegno a chi non può permetterselo. Ancora lo scorso 12 febbraio, non fermandosi al dato economico, il Partito Comunista aveva prestato in Gran Consiglio – con il suo deputato Massimiliano Ay – un’interrogazione riguardante i ritardi nell’erogazione delle borse di studio, vitali per gli studenti a bassa fascia di reddito che vogliono intraprendere gli studi.
Riteniamo inaccettabile questa ennesima misura di risparmio sulle spalle dei giovani, e invitiamo i deputati del Gran Consiglio – se vogliono investire nei giovani e nella formazione non solo a parole – a respingere la proposta durante la prossima seduta parlamentare, approvando invece l’innalzamento del limite massimo delle borse di studio da 16’000 a 20’000 franchi annui.
Partito Comunista