Saranno i sapori e i profumi della Sardegna i protagonisti della rassegna enogastronomica in programma dal 12 al 30 novembre all’Albergo Ristorante “Al Giardinetto” di Biasca. A ingolosire gli ospiti sarà lo chef Sergio Deidda del Ristorante “Le Terrazze” di Arbatax, con i vini delle Tenute Soletta di Codrongianos (Sassari).
Ancora una gustosa rassegna, dunque, nata dal dinamismo del direttore-patron Jean-Marie Perriard che tutto l’anno propone diversi appuntamenti tematici dedicati ai prodotti stagionali, al tartar, alla cacciagione e a molte altre prelibatezze. Nelle ampie e luminose sale – e nei mesi caldi nell’ampia terrazza coperta – si possono gustare, in un ambiente accogliente, piatti scelti da una carta che propone specialità internazionali e svizzere, con accenti locali e mediterranei, oltre a ottime pizze. Per i buongustai che lo desiderano, c’è la possibilità di pernottare a prezzi adeguati nelle camere rinnovate e dotate di tutti i comfort.
La “Rassegna enogastronomica sarda” permette di scoprire i piatti di una regione che valorizza i molti prodotti tipici dell’isola. Isola, le cui origini sono romanticamente narrate da una leggenda. Tirrenide, continente meraviglioso dalla natura lussureggiante. Ma una notte Dio vi scaricò sopra tutta la sua collera: onde gigantesche lo stavano devastando e sommergendo quando Dio si fermò, quasi pentito della sua ira. Per salvare l’unico pezzo di Tirrenide che ancora emergeva dalle acque, vi pose sopra il piede per salvarlo. Nacque così – secondo la leggenda – la Sardegna, impronta solitaria in mezzo al mare. Da qui dunque il nome Ichnusa (che significa “orma di piede”), in seguito Sardegna da Sardus, eroe Bérbero arrivato dall’Africa.
Una terra famosa per le bellezze naturali, ma anche per la cucina – spiega il giornalista Alessandro Pesce – per secoli figlia della terra e non del mare, visto che i Sardi preferivano vivere nell’entroterra piuttosto che lungo le coste battute dai pirati. Una cucina, quindi, semplice, genuina, dai sapori decisi e con un giacimento agroalimentare ricco e gustoso. Chi non ha mai assaggiato o sentito parlare di specialità quali il pane “carasau”, la “carta da musica” dei pastori, o del “pecorino”, una delle migliori espressioni del legame tra gastronomia e territorio che, con la denominazione “fiore sardo”, ha ottenuto la DOP? Una territorialità che si ritrova anche ne “Is primusu” e ne “Is Segundusu”. I “malloreddus”, gnocchetti dalla forma arrotondata conditi con sugo di carne di cinghiale o con patate, cipolle e pecorino grattugiato; i “culingiones”, ravioli ripieni di ricotta o patate, o ancora il “mazzamorru” gustosa zuppa di pane raffermo. Straordinarie le carni arrostite con mirto, menta, alloro, rosmarino, salvia e zafferano: il famoso “porceddu” cotto in uno spiedo di corbezzolo, con sale ed erbe aromatiche, su braci di ginepro e mirto, o il “malloru de su sabatteri”, arrosto di carni miste avvolte l’una dentro l’altra. Ottimi i vini come Alghero, Nuragus Di Cagliari, Vermentino di Sardegna o di Gallura, Carignano del Sulci, Cannonau di Sardegna, Vernaccia di Oristano, Barbagia, Isola dei Nuraghi. E tipici i distillati e liquori come il “likori de gureu” (di cardo) o il “mirto di Sardegna” tradizionale, e soprattutto il “filu e ferru”, acqua vite di vinacce tipica dell’Oristanese e delle zone interne dell’isola: il nome deriva dal fatto che anticamente chi lo distillava lo nascondeva sotto terra per non pagare le tasse, segnalandone la presenza con un filo di ferro che sporgeva dal terreno.
Ma torniamo alle specialità che lo chef Sergio Deidda propone Al Giardinetto di Biasca, anche con un menu di degustazione. Dapprima gli antipasti, “Is Antipastusu” con “presuttu, sartissu, marandula, olia cun allu e casu d’erbei”, in altre parole prosciutto crudo, salsiccia, guanciale, olive agliate e pecorino al cucchiaio con pane carasau, ma anche bottarga su letto di sedano ole sardine marinate in aceto di vino rosso e pomodori. E poi “Is Primusu” con i famosi “Malloredus a sa campidanesa”, i gnocchetti sardi con salsa di pomodoro, salsiccia al finocchietto e zafferano, e gli altrettanto famosi “Culurgionis a s’ogliastrina”, i ravioli di patate, pecorino e menta al pomodoro. Il viaggio alla scoperta dei sapori isolani, prosegue con “Is Segundusu”: “Pessa dè angioni a succhittu” (spezzatino d’agnello con carciofi, capperi, cipolle e pomodori secchi, patate rosolate), “Filettu de ambida cun tamata frisca e patata” (filetti d’anguilla ai pomodori freschi, patate rosolate e fagiolini), “Fita de spirrittu a sa crannaccia cun patata e olia” (trancio di spigola con Vernaccia, patate e olive verdi). Infine ”Is Durcisi”, i dolci, con “Seadas cun meli”, le Seadas al miele o i “Raviolus de arrescotu frittus”, i ravioli di ricotta fritti. E per i più curiosi un abbinamento da non perdere: la pizza “Bottarga” con la birra sarda.