Con i soldi si vive e non con le idee! Questo concetto è alla base di una situazione venutasi a creare, magari creata ad arte, che si chiama pandemia. Le conquiste sociali ottenute negli anni passati, in particolare fine secolo scorso, con anche metodi ad oggi non più giustificabili, le barricate per esempio, sono messe a rischio da una classe dirigenziale che cavalca il Covid per cercare di smussare queste conquiste che sono state pagate a caro prezzo da una classe di operai idealisti anche con la vita stessa di molti operai. Il pericolo oggi è quello della paura del lavoro, grazie a questa paura si rischia di accettare situazioni contrattuali peggiori. Non sono certo i sindacati impostati come oggi, manipolati da ideologie siano di destra che di sinistra, che possono cercare di trovare le soluzioni. Non sono certo i metodi delle barricate che troveranno la consensualità nella popolazione. Il concetto ideale di sindacato deve essere rivisto, riimpostato e adeguato ad oggi. Il compromesso sociale, la pace del lavoro sono beni inestimabili a cui nessuno deve cercare di intentare. Non sono certo le dinamiche partitiche di appartenenza dei vari sindacalisti, che prima del bene superiore del lavoratore cercano quel compromesso che non lede a loro stessi e tanto meno porti ideologie e voti, dunque anche sottoscrizioni, alle loro organizzazioni. Le ho chiamate organizzazioni per il semplice motivo che lo sono e sono pure dei gruppi economici importanti. Personalmente di gruppi economici importanti, con influenza politica vi è solo da diffidare. Ricordo tempi in cui come piccolo imprenditore, ripeto piccolo che lavoravo più ore io dei miei dipendenti, ogni volta che vi era una vertenza con i collaboratori e questi si recavano dai sindacati, come loro diritto, le soluzioni non sempre erano volte seguendo una logica lavorativa ma seguendo interessi particolari dei sindacalisti stessi. Nulla è cambiato, anzi sembra che questa sia ora la regola. Bisognerà dunque fare una riflessione profonda sul senso e il significato del sindacato, che questo ritorni ad essere la voce operaia vera, tenendo presente gli interessi di entrambi i partner. Ricordiamo poi che tra gli imprenditori vi sono quelli dirigenziali, che dirigono grosse multinazionali con soldi non loro, ma di gruppi magari neppure noti ai collaboratori e vi sono imprenditori piccoli, quelli tanto per indicarne alcuni che rispondono al nome di artigiani, ristoratori di paese, commercianti individuali, e tanti altri che magari hanno solo un collaboratore e un apprendista e che sono loro stessi bisognosi di cautele e difese.
Sarebbe buona regola che molti sindacalisti, ovattati e seduti in uffici lussuosi e comodi, facessero pure loro la gavetta, lavorassero in fabbrica, fossero commercianti con pochi collaboratori ma con la responsabilità di versare sempre gli stipendi anche in momenti difficili. Probabilmente avremmo persone capaci di discernere per il bene dell’operaio e del piccolo imprenditore, intervenendo presso i grandi gruppi economici che fondamentalmente sono loro, non tutti sia chiaro, che cercano di calpestare i diritti dei lavoratori. L’operaio vive nella paura e la paura è quella brutta parola che ti obbliga ad accettare ogni umiliazione per poter lavorare e portare a casa la “pagnotta”.
I sindacati sono sicuramente deboli nella loro lotta, ideologica naturalmente e di discussione con i partner economicamente forti, e accettano delle limitazioni, chiamate peggiorazioni, minime, sapendo che le stesse sono solo l’inizio di una fine tracciata. Quando ti chiedono di lavorare un’ora in più non pagata e i sindacati tacciono, sapendo di non essere in grado di rivendicare il giusto, per compiacimento o nel peggiore dei casi per connivenza, ci troviamo confrontati con l’inizio dello smantellamento della pace sul lavoro. Bisogna essere coscienti che l’imprenditore si assume molte responsabilità nel cercare e fornire lavoro ai collaboratori, arricchendosi a volte in maniera esagerata. D’altra parte anche l’imprenditore deve rendersi conto che senza operaio la sua azienda non produrrà ricchezza neppure per lui. Il sindacato ,deve liberarsi dalle manipolazioni partitiche e politiche come ideologiche, ponendosi come partner di discussione libero, sapendo che padrone e operaio sono una simbiosi vincente e che un partner senza l’altro non porta da nessuna parte, se non lo svilimento di una società di per se stessa già molto malata.
Il momento storico impone di avere sindacalisti veri e non “sindacalistiquaquaraqua”.
Personalmente da questi sindacalisti io avrei paura di farmi difendere… probabilmente, come ho sempre fatto nella mia vita lavorativa, impostavo direttamente con il responsabile aziendale una discussione e normalmente si trovava un accordo che soddisfacesse entrambi.
ETC/rb